Una recente analisi condotta dall’Istituto Mpi e promossa da Bdo (rete internazionale di revisione e consulenza aziendale) sull’utilizzo dell’Internet of Things conferma la diffusione dei dispositivi intelligenti e d’intelligenza integrata per supportare la produttività delle aziende manifatturiere.
Lo studio è stato condotto su un campione di 380 grandi gruppi manifatturieri internazionali, intervistati nei mesi di novembre e dicembre 2016.
Secondo i dati raccolti, l’adozione degli strumenti IoT ha portato a un aumento della produttività del 72% e che grazie all’IoT la redditività sia aumentata.
Il 50% delle aziende intervistate si considera più competitiva grazie all’IoT e il 14% parla di progressi avanzati.
Al contrario, sulla cybersecurity le lacune sono ancora molte.
La maggior parte delle aziende ha dichiarato di non aver ancora attuato una strategia di protezione dati dagli attacchi, e il 20% non è sicura dell’efficacia del programma di sicurezza informatica pensato per proteggere i dispositivi IoT.
Questi “buchi” possono rivelarsi pericolosi: ogni difetto nella protezione della rete può trasformarsi in un grave rischio.
I produttori ne sono consapevoli, e per questo hanno aumentato le misure di sicurezza, ma il 27% ancora non dispone di un programma di cybersecurity per proteggere la propria rete di fornitori.
Una delle ragioni risiede nel finanziamento: solo il 43% delle aziende intervistate ha dichiarato di voler appoggiarsi ad incentivi fiscali nell’ambito della Ricerca e dello Sviluppo relativi alla IoT.
Secondo Simone Del Bianco, managing partner di Bdo Italia, “anche in Italia esiste ancora poca consapevolezza circa i crediti d’imposta e le agevolazioni per il comparto R&S.
Il Paese però si sta attrezzando – continua Del Bianco – e ha messo in campo una serie di misure fiscali per incentivare i progetti dell’innovazione delle imprese.”