Siamo nell’era dell’”Industria 4.0“, nella quale le smart factory coniugano le tecnologie d’automazione a quelle informatiche.
Ci si concentra in particolare su sistemi cyber-fisici, che monitorano ogni processo riprodotto nella realtà virtuale, sull’Internet of Things, che permette una comunicazione trasversale e immediata, e sul Cloud computing.
I principi cardine della smart factory sono l’interoperatività, la trasparenza delle informazioni, l’aiuto tecnico e la decentralizzazione delle decisioni.
Tra le aziende più virtuose, troviamo Siemens, che ha integrato macchinari e processi grazie al software Plm: il risultato è l’aumento della produzione di 8 volte in 20 anni e la riduzione del 50% dei tempi di raggiungimento del mercato.
Anche Abb integra l’analisi delle informazioni: sta applicando lo IoTsp (Internet of Things, Services and People) nell’approccio ai propri clienti e ha affiancato 27 robot agli operatori aziendali.
Altri colossi, come Rockwell, Schneider, Ibm e Bosch, si spingono in questa direzione, anche migliorando e modernizzando le connessioni e concentrandosi sulla sicurezza informatica.