(Comunicato stampa)
Autotrasporti Carpella e il partner Speedline Trasporti, entrambe realtà bresciane di eccellenza, hanno ideato l’ “Ethical Approach Transport“, strategia e marchio che oggi sono un vero e proprio manifesto per un riposizionamento completo della figura dell’autotrasportatore nella società e nella economia italiana.
Il progetto “Ethical Approach Transport” era stato annunciato con successo di media e di mercato a livello regionale al FUSAEXPO di Brescia in Ottobre 2021.
Il 12 Maggio, alla maggiore manifestazione del settore, Transpotec Logitec, in Fiera Milano, sono state rese note linee guida e codice etico a livello nazionale, con una conferenza stampa.
Sono intervenuti gli imprenditori promotori dell’iniziativa Emanuela Carpella, dell’azienda omonima, e Giuseppe Lacorte, titolare di Speedline Trasporti, insieme al Prof. Avv Agostino Crosti, docente al Politecnico di Milano di “Diritto penale ed etica dell’ingegnere industriale”.
A sostegno del progetto ha partecipato anche l’autista Laura Broglio che con il suo profilo facebook e il suo blog, da anni, racconta la sua esperienza di donna e mamma al volante facendo cultura sulla dimensione umana di un lavoro che richiede “durezza e perseveranza”.
Da più tempo nel settore si sentiva l’esigenza, portata avanti anche dalle associazioni di categoria, di un ripensamento del ruolo dell’autista, quanto meno per rendere più attrattivo il mestiere in quanto il comparto soffre di carenza di personale.
L’Ethical Approach Transport va oltre e più in profondità sull’argomento.
Pone infatti l’accento sull’autista come persona, uomo o donna, con la sua sensibilità e psicologia, con i suoi affetti e valori alle prese con un lavoro duro, che si fa in solitaria, con orari pesanti e spesso imprevedibili – basta pensare alle attese agli scarichi-, patendo magari sonno e fame, sotto ogni condizione atmosferica e senza sconti: in ogni caso l’autista ha sempre grandi responsabilità sia delle merci, sia dei mezzi come pure della sicurezza propria e altrui sulle strade, incalzato dalla necessità di adeguarsi costantemente alle nuove tecnologie e, nonostante tutto, stressato spesso dalla committenza a fare sempre più in fretta le consegne.
Una sorta di eroe della strada che però socialmente non riscuote né simpatia né tanto meno comprensione.
Autotrasporti Carpella e il partner Speedline Trasporti propongono ora una cambiamento di mentalità ai concorrenti e partner: i primi a dover considerare i propri autisti con il rispetto che si deve ai dei professionisti sono proprio le aziende di autotrasporti.
E suggeriscono perfino un decalogo.
Non è solo questione di buone maniere.
Come spiega il Prof. Avv. Agostino Crosti, che per primo al Politecnico di Milano ha portato un corso di studio sul rapporto uomo-macchina, rimettendo al centro la persona: anche le misure prese dalle organizzazioni per l’adeguamento alle norme sulla sicurezza, in particolare la 231, non ottengono i risultati attesi se non si riparte dalla consapevolezza della coscienza con una formazione adeguata che non può fermarsi alla mera informazione tecnica sulle norme e le regole.
In Italia il trasporto su gomma veicola ancora l’80% delle merci. E’ un settore che merita maggiore attenzione.
Se si ferma può mandare in tilt un Paese e perfino un Governo, come hanno dimostrato le recenti cronache internazionali.
Anche se un solo camion si ribalta, fa notizia perché l’autotrasporto ha un ruolo di prim’ordine per la sicurezza sulle strade.
Lo smart working ha ulteriormente evidenziato l’importanza della logistica sia dei mezzi piccoli sia di quelli pesanti.
A fronte di tale scenario, i mezzi sono diventati sempre più costosi e tecnologici, pertanto gli autisti hanno grandi responsabilità e dovrebbero essere adeguatamente formati.
Invece le aziende sono ferme a modelli di gestione del personale vecchi di decenni.
Un altro problema riguarda lo stipendio: il costo della manodopera in Italia è più alto che in altri Paesi.
Servirebbero sgravi fiscali oltre alle infrastrutture per avere una rete logistica efficiente.
A causa di questi gap in Italia mancano oltre 17 mila autotrasportatori, se ne trovano prevalentemente stranieri e solo uomini.
Per avere al volante persone consapevoli, preparate e motivate, bisogna rendere attrattivo questo lavoro che può essere molto interessante specie per i giovani: in fondo, viaggiare lo è sempre.
Occorre dunque che le aziende adottino politiche di gestione del personale idonee alle nuove istanze.
In un mercato concentrato su prodotti, tecnologia, servizi, le due eccellenze bresciane, Autotrasporti Carpella e il partner Speedline Trasporti con il programma Ethical Approach Transport portano
una risposta concreta e completa ai gap esistenti, mettendo in primo piano la persona e il suo valore umano: spazi dedicati per il riposo e il relax, formazione e assistenza psicologica, offerta di corsi di meditazione e di spiritualità, una divisa che possa favorire identificazione e riconoscimento sociale, adeguamento degli stipendi con sgravi fiscali per le aziende, adozione del codice etico Ethical Trasport Approach.
Il nuovo marchio è oggi dunque anche un manifesto che esprime una filosofia e una pratica ben precise che dovrebbero entrare in tutte le organizzazioni.
Spiega il prof. Agostino Crosti: “Aderire all’ Ethical Approach Transport e al suo codice etico significa rimettere al centro i principi fondanti della nostra Costituzione: il lavoro e lo sviluppo della persona umana attraverso il lavoro, ovvero la tutela del modo di operare come modalità attraverso cui le persone costruiscono la società.
Mai come nella nostra epoca la macchina e la tecnologia sono state protagoniste ma al centro vi è sempre la responsabilità del singolo.
Dopo l’orrore del secondo conflitto mondiale, la ripresa nel nostro paese partì proprio dalla carta costituzionale quale fondamento per la ricostruzione.
Oggi, dopo la pandemia e a fronte delle nuove continue emergenze sociali ed economiche e la sfida della transizione ecologica, non possiamo pensare al futuro senza prima condividere i principi morali di una strategia.
E i principi non valgono se non diventano scelte pratiche quotidiane.
E’ chiaro a tutti il potenziale offensivo di un tir in corsa nonostante i sistemi di frenata e la rilevanza di un corretto uso del cronotachigrafo.
Le aziende di autotrasporti devono farsi carico di un comportamento organizzativo che consenta al professionista al volante di svolgere il proprio compito con piena consapevolezza coltivando una cultura del rispetto umano.
Questo salto di qualità deve poi essere riconosciuto con adeguati compensi”.