Si ritorna a parlare dei porti in Spagna.
La sentenza della Corte di Giustizia a Lussemburgo sul sistema di lavoro delle banchine spagnole è “imminente” e probabilmente sarà schiacciante contro la Spagna, come annunciato ieri dal presidente di Puertos del Estado, José Llorca, che ha invitato i gruppi parlamentari ad affrontare una “riflessione comune” sul futuro di questo settore non “destabilizzando” l’attività dei porti spagnoli.
L’iter processuale è cominciato nel 2009, quando la Commissione Europea ha ricevuto una denuncia contro l’esclusività assegnata ai portuali spagnoli nelle operazioni di carico e scarico della merce.
A sua volta la Commissione ha girato la questione alla Corte di Giustizia europea.
La denuncia arrivava da Juan Enrique Arraiz Curbelo, un lavoratore portuale che aveva cercato di entrare nel mercato spagnolo con titoli riconosciuti da Svezia e Finlandia, ma che era stato stoppato dal sindacato Coordinadora, maggioritario sulle banchine spagnole.
Dopo cinque anni, nei giorni scorsi José Llorca, che presiede Puertos del Estado, l’ente che coordina le Autorità portuali spagnole per conto del ministero della Promozione, è stato ascoltato in audizione di fronte alla Commissione del Parlamento spagnolo, che sta discutendo il bilancio statale per il 2015.
In queste circostanze, Llorca pensa che nei prossimi mesi i gruppi parlamentari dovrebbero affrontare una “riflessione comune sul modello di stivaggio”.
“Dobbiamo aprire un dialogo – ha detto- tra tutti i nostri porti per continuare ad avere successo, ovviamente in base alle sentenze europee, anche alla luce del fatto che la Commissione Europea ha deciso di non toccare il tema del lavoro portuale nel regolamento europeo sui servizi portuali attualmente in discussione, lasciando che questo tema venga regolato secondo la volontà dei singoli Stati membri”.