Dopo quattro anni di vicissitudini si è conlusa la privatizzazione di Tirrenia.
Ieri è stato formalizzato il passaggio alla Compagnia italiana di navigazione (Cin), che mette fine a un lungo processo per la vendita della compagnia marittima.
Per Tirrenia, CIN pagherà 380 milioni di euro, con un anticipo di 200 milioni ed il resto in tre rate che saranno corrisposte quando la società riceverà dallo Stato i contributi fissati dalla convenzione firmata ieri (ossia 72 milioni l’anno per otto anni).
Il 75% della somma che CIN dovrà versare per Tirrenia è finanziata da una cordata di banche che ha Unicredit e Banca Imi come capofila.
Dopo la firma dell’atto di acquisizione, l’amministratore delegato di CIN ha dichiarato che la società attuerà nuovi investimenti e crescita dell’occupazione.
Morace ha anche assicurato che CIN “Garantirà da subito una migliore continuità territoriale tra la Penisola e le principali isole italiane, migliorando l’efficienza e la copertura delle tratte“.
Già dalla notte del 19 luglio, il collegamento con le isole rispetterà i termini della convenzione firmata ieri con il ministero dei Trasporti.
Novità anche nella privatizzazione della compagnia regionale che apparteneva al Gruppo Tirrenia, la siciliana Siremar.
Dopo l’assegnazione di questa compagnia alla Compagnia delle Isole, la concorrente Società di Navigazione Siciliana aveva presentato un ricorso al Tar, vincendolo.
Quindi, la Compagnia delle Isole ha avanzato un ricorso al Consiglio di Stato contro questa sentenza, che è stato accolto dalla VI Sezione.
Perciò, la cessione di Siremar è ritenuta valida ed oggi stesso si dovrebbe firmare la convenzione per il finanziamento statale delle rotte.