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Tirrenia: l'Europa fa tremare Cin e Governo.
La sentenza su Alitalia, appena emessa dal tribunale UE, indica la rotta che potrebbe essere seguita anche per il caso Tirrenia.


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Tirrenia: l’Europa fa tremare Cin e Governo.

2 Aprile 2012

Sentenza Alitalia

La privatizzazione di Tirrenia, sulla cui vendita alla Compagnia italiana di navigazione (Cin) pendono a Bruxelles due procedure aperte dalla Commissione europea – Direzione generale della Concorrenza – una per aiuti di Stato e l’altra per concentrazione di mercato, fa ancora discutere.

“Sono convinto che la giurisprudenza della Corte – ha detto il responsabile dell’Antitrust europeo, Joaquín Almunia subito dopo la pubblicazione della sentenza su Alitalia – ci sarà di aiuto per nuovi casi compresi anche alcuni pendenti”.

Almunia non cita esplicitamente Tirrenia, ma tutto fa supporre che si stesse proprio riferendo a casi comunque analoghi.

D’altronde i criteri comunitari che devono essere rispettati in materia di aiuti di Stato sono molto chiari: la vendita degli asset deve essere trasparente e non discriminatoria; l’attività di chi compra deve essere sostanzialmente diversa da quella della società originaria; non deve esserci trasferimento di fornitori e contatti; la strategia imprenditoriale deve essere diversa e, infine, deve esserci anche una sostanziale riduzione di capacità.

Altrettanto non può dirsi, almeno secondo i rilievi di Bruxelles, per la vendita di Tirrenia.

L’Antitrust europeo, infatti, nell’aprire la procedura per aiuti di Stato ha contestato praticamente tutti i punti elencati proprio da Almunia in quell’occasione.

Infatti la decisione del Tribunale rafforza in particolare quello della continuità economica.

In estrema sintesi la valutazione della Commissione è orientata verso l’opinione che l’operazione di privatizzazione della compagnia comporterebbe una posizione quasi monopolistica su diverse rotte italiane.

Quanto agli aiuti di stato Bruxelles appare sempre convinta che le misure nel contesto della privatizzazione avrebbero procurato un vantaggio economico indebito sui concorrenti.

La reazione del Governo


“Il governo lavora duramente, nel rispetto delle regole, anche di quelle europee”: lo ha dichiarato pochi giorni fa il viceministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Mario Ciaccia, al termine del Consiglio trasporti.

E ha aggiunto: “Il Governo non sta a guardare, ma intende rispondere alle perplessità europee.

Si ritiene che sia possibile prorogare il contratto con Cin avendo verificato che in Tirrenia vi siano le risorse necessarie per andare avanti fino a fine anno”.

In questo modo il governo “avrà il tempo di approfondire le tematiche sollevate dalla Commissione Ue con tutti i soggetti presenti nel Mediterraneo, non solo quelli privati”, ha concluso, spiegando che al momento non si sta studiando un’ipotesi “bad company” come per l’Alitalia.

Corrado Passera ministro dei Trasporti nel frattempo ha organizzato un gruppo di tecnici, guidati dal sottosegretario alle Infrastrutture Guido Improta, che in questi tre mesi dovrà portare avanti una delicata trattativa con Bruxelles.

Al centro della questione i 300-400 milioni di euro che l’Antritrust Europea ritiene indebitamente versati dal Governo italiano a Tirrenia negli anni del suo monopolio pubblico.

Sulla base del criterio europeo della “continuità”, gli armatori privati correrebbero il rischio di dover pagare loro questa cifra, come nuovi proprietari della Tirrenia.

Una beffa, perché negli anni passati quei soldi sono serviti proprio a mantenere operativa la compagnia di Stato di fronte alla concorrenza di quegli stessi armatori che ora ne vorrebbero la proprietà.





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