Lo studio Prospettive dell’autotrasporto e della logistica in Italia e in Europa. Indagine previsionale 2008-2010 nasce dall’esigenza di avviare, attraverso il Centro Studi e Ricerche ANITA, un osservatorio permanente che possa offrire, mediante questo appuntamento periodico, uno scenario scientificamente attendibile sulla prossima evoluzione del settore dell’autotrasporto.
Il metodo utilizzato per l’indagine previsionale fa riferimento alla metodologia Delphi, ed ha coinvolto sette esperti qualificati nei rispettivi campi specialistici e sufficientemente differenziati per ambiti di competenza.
L’indagine, condotta nel periodo gennaio-aprile 2008, è stata strutturata su cinque dimensioni conoscitive, dirette a cogliere le dinamiche previsionali riferite allo scenario macroeconomico dei trasporti e della logistica:
In questo articolo pubblichiamo una sintesi dei dati emersi dall’Indagine previsionale, rimandando chi fosse interessato ad approfondire il tema al sito internet di ANITA all’indirizzo http://www.anita.it
Fatta salva per il prossimo triennio la previsione di crescita, per quanto rallentata dalla crescita statunitense, dell’economia europea, potranno impattare su questo scenario quattro elementi: l’andamento del prezzo del petrolio, il cambio euro-dollaro, la ripresa dell’inflazione, la crisi dell’economia agricola.
L’aumento della delocalizzazione produttiva e la conseguente riorganizzazione degli assetti distributivi sembrano seguire logiche slegate dall’andamento economico, e dipendere soprattutto:
Le principali previsioni sull’andamento del settore trasporto merci e logistica indicano:
L’Indagine ANITA evidenzia alcuni aspetti significativi in riferimento alla possibile evoluzione del sistema di offerta di trasporto e logistica in Italia. Sulla base dei dati riferiti al 2006, in Italia su un totale di quasi 120.000 imprese il 75% sono ditte individuali, il 64% dispone da 1 a 3 veicoli, mentre appena il 4% ha più di 25 veicoli.
Con un quadro di queste dimensioni, le imprese più piccole sono destinate a svolgere un’attività subordinata alle esigenze delle grandi aziende del settore e prive di garanzie e di prospettive future.
Il processo di concentrazione, per quanto inevitabile, sarà lento ed esposto al rischio di essere pilotato da vettori esteri, molto più strutturati dal punto di vista delle dimensioni, della capacità imprenditoriale, dei livelli di innovazione organizzativa e tecnologica.
Il sistema della logistica dovrà andare verso forme di strutturazione più avanzata, in grado di razionalizzare ed ottimizzare l’intera supply chain, riducendo la delega del ciclo logistico agli acquirenti-importatori: si pensi che ad oggi il 75% delle imprese esporta franco fabbrica.
Occorre altresì notare che questa frammentazione deriva anche da quella del tessuto industriale italiano, caratterizzato da piccole e medie imprese che stentano a fare sistema e sono poco propense alla terziarizzazione logistica.
Sempre in merito di terziarizzazione logistica, si dovrebbe assistere a un progressivo, anche se lento, ridimensionamento del conto proprio a favore del conto terzi: questo processo potrebbe essere favorito anche da aziende produttrici appartenenti alla grande distribuzione, che potrebbero diventare operatori logistici a favore di terzi.
In sintesi, oltre a fattori esterni al settore del trasporto e della logistica (congiuntura macroeconomica, normative nazionali e comunitarie), emergono alcuni fattori che possono essere direttamente governati dagli stessi gestori della domanda e dell’offerta di servizi di trasporto.
I fattori indicati qui di seguito hanno un impatto diretto sui livelli di produttività e sugli standard qualitativi di servizio; effetti che si valutano in termini di:
Nei prossimi tre anni, si prevede nel complesso il seguente scenario: