Servizi e accessori per il trasporto
13 Dicembre 2010
Il 18 novembre è stato presentato a Roma il Rapporto ACI-Istat sugli incidenti stradali: ne avevamo già dato notizia il giorno stesso, ma vista l’importanza di questo tema riteniamo opportuno dedicare un articolo di approfondimento per diffondere i dati principali emersi dallo studio.
Qui di seguito proponiamo un’ampia sintesi con i dati più importanti.
L’andamento nel tempo
Nel 2009, gli incidenti stradali rilevati in Italia sono stati 215.405, causando il decesso di 4.237 persone, mentre altre 307.258 hanno subito lesioni di diversa gravità.
In sostanza ogni giorno, durante il 2009, sono avvenuti in media 590 incidenti stradali che hanno comportato lesioni a persone, nello specifico la morte di 12 persone e il ferimento di altre 842.
Rispetto al 2008, si riscontra una diminuzione del numero degli incidenti (-1,6%) e dei feriti (-1,1%), e un calo più consistente del numero dei morti (-10,3%).
Prendendo in ora in considerazione il periodo 2001-2009, gli incidenti stradali con lesioni a persone sono passati da 263.100 a 215.405, con un calo del 18,1%; i morti sono diminuiti da 7.096 a 4.237 (-40,3%) e i feriti da 373.286 a 307.258 (-17,7%).
Va sottolineato poi che, nello stesso arco temporale, il parco veicolare è cresciuto di circa il 18% (+0,2% tra il 2008 e il 2009).
Nello stesso periodo si è registrata anche una costante riduzione dell’indice di mortalità (numero di morti ogni 100 incidenti), passato dal 2,7% nel 2001 al 2,0% nel 2009.
La variazione percentuale annua del numero dei morti, calcolata su base variabile rispetto all’anno precedente, evidenzia a partire dal 2002 una riduzione della mortalità sempre più consistente nel tempo, che fra il 2008 e il 2009 è stata del 10,3%.
Anche la variazione percentuale del numero dei morti, osservata annualmente nel periodo 2001-2009 e calcolata su base fissa 2001=100, mostra l’evidente diminuzione della mortalità, come indicato nel prospetto qui sotto.
Analizzando la distribuzione percentuale mensile del numero degli incidenti stradali e dei morti, si rileva, come negli anni precedenti, un picco nei mesi estivi: in particolare, nel mese di Luglio si concentrano il 10,1% degli incidenti e l’11,8% dei morti verificatisi durante l’intero anno.
L’obiettivo europeo 2010
L’obiettivo fissato dall’Unione Europea nel Libro Bianco del 13 settembre 2001, che prevedeva la riduzione della mortalità del 50% entro il 2010, è alla portata del nostro paese, visto che dal 2001 abbiamo registrato una riduzione del 40,3%, a fronte di una media europea del -35,1%.
Hanno già raggiunto l’obiettivo la Lettonia, la Spagna, l’Estonia e il Portogallo, mentre i più vicini al raggiungimento della soglia stabilita sono Francia e Lituania.
In Bulgaria e in Romania, invece, la variazione della mortalità risulta positiva, in netta controtendenza rispetto a tutti gli altri Paesi, anche per il fatto che, con l’inclusione nell’Unione Europea del 2007, stanno attraversando una fase di transizione sociale ed economica, con un importante aumento del parco veicolare.
Dove e quando avvengono gli incidenti
Nel 2009 sulle strade urbane si sono verificati 163.716 incidenti (76% del totale), che hanno causato 223.166 feriti (pari al 72,6% del totale) e 1.892 morti (pari al 44,7% del totale).
Sulle autostrade si sono verificati 12.200 incidenti (pari al 5,7% del totale) con 20.538 feriti (6,7% del totale) e 350 decessi (8,3% del totale). Sulle altre strade, comprensive delle strade Statali, Provinciali, Comunali extraurbane e Regionali, si sono verificati 39.489 incidenti, che hanno causato 63.554 feriti e 1.995 morti, rispettivamente il 18,3%, 20,7% e 47,1%.
Nel 2009 si osserva una riduzione dell’incidentalità rispetto al 2008 su tutti gli ambiti stradali (-1,6%), e malgrado la diminuzione del numero degli incidenti risulti più contenuta sulle autostrade (-1,4%) rispetto alle strade urbane (-2,6%), sulla rete autostradale si rileva una più consistente diminuzione del numero dei morti (-22,6%): questo risultato, a conferma di quanto già riscontrato l’anno precedente, è in parte dovuto all’implementazione del sistema “Tutor” di controllo elettronico sulla velocità media, introdotto nel 2006 e diffuso su un numero sempre crescente di tratte autostradali.
Sulle altre strade si registra, di contro, un aumento del numero degli incidenti rispetto al 2008 (+2,6%), cui corrisponde, ad ogni modo, una diminuzione del numero di morti (-9,4%).
Sulle strade urbane il numero dei morti diminuisce dell’8,6% nel 2009 rispetto al 2008.
L’indice di mortalità mostra che gli incidenti più gravi avvengono sulle strade extraurbane (escluse le autostrade), dove si registrano 5,1 decessi ogni 100 incidenti. Gli incidenti sulle strade urbane sono meno gravi, con 1,2 morti ogni 100 incidenti. Sulle autostrade l’indice di mortalità è pari a 2,9, valore pari a quasi la metà di quello relativo alle altre strade extraurbane.
Nel 2009 il maggior numero di incidenti si è verificato a luglio (21.858 in valore assoluto), che è anche il mese con la media giornaliera più alta (705). Anche per quanto riguarda il numero di morti luglio è il mese in cui il valore risulta massimo: 498 in termini assoluti e 16 in media giornaliera.
L’indice di mortalità risulta, invece, più elevato in corrispondenza del mese di agosto (2,5 morti ogni 100 incidenti), livello connesso al maggior tasso di utilizzo dei veicoli in occasione degli esodi estivi e della maggiore circolazione sulle autostrade.
In modo analogo, osservando i dati dell’incidentalità per tipologia di strada, si può rilevare che sia sulle strade urbane sia sulle strade extraurbane la frequenza più elevata degli incidenti si registra nel mese di luglio e quella più bassa nel mese di febbraio. Il maggior numero di morti si registra nel mese di luglio, mentre l’indice di mortalità mostra il valore più elevato nel mese di agosto.
Il giovedì e il venerdì sono i giorni della settimana in cui si concentrano il maggior numero di incidenti (33.414 e 33.349, 15,5% del totale per entrambi i giorni) e di feriti (46.120 e 46.038, 15% del totale per entrambi i giorni), mentre il sabato presenta la frequenza più elevata, in valore assoluto, di decessi (708, pari al 16,7% del totale).
Più interessante, dal punto di vista del contenuto informativo, è l’indice di mortalità per giorno della settimana: il valore massimo è la domenica (3 morti ogni 100 incidenti), seguito dal sabato (2,4%), mentre scende all’1,6% il martedì e raggiunge valori compresi tra 1,7 e 1,8% nei restanti giorni.
Per quanto concerne la distribuzione degli incidenti, morti e feriti durante l’arco della giornata, si confermano gli andamenti già noti: un primo picco si riscontra tra le 8 e le 9 del mattino, fascia oraria nella quale si effettuano gli spostamenti casa-lavoro e casa-scuola; un secondo picco si osserva tra le 12 e le 13 in corrispondenza dei tragitti scuola-casa e in relazione alla mobilità di alcune categorie di lavoratori (professionisti, commercianti, ecc.) che usufruiscono dell’orario non continuato.
La punta massima di incidentalità si registra, però, intorno alle ore 18, quando si cumulano gli effetti dell’aumento della circolazione dovuto agli spostamenti dal luogo del lavoro verso l’abitazione, e quelli quali l’accumulo di stress da lavoro e la difficoltà di percezione visiva dovuta alla riduzione della luce naturale non ancora sostituita da quella artificiale.
L’indice di mortalità si mantiene superiore alla media giornaliera (2,0 decessi ogni 100 incidenti) per tutto l’arco di tempo che va dalle 21 alle 7 del mattino, raggiungendo il valore massimo intorno alle ore 5 (5,2 decessi ogni 100 incidenti).
In particolare, occorre sottolineare che tra le 22 e le 6, arco di tempo convenzionalmente identificato con la fascia notturna, l’indice di mortalità assume i valori più elevati, compresi tra 2,7 e 5,2 decessi ogni 100 incidenti.
L’indice di mortalità degli incidenti notturni è pari mediamente a 3,5 decessi ogni 100 incidenti, contro il valore di due decessi ogni 100 incidenti nel complesso. Per il 2009, l’indice di mortalità durante la notte e per giorno della settimana presenta il valore massimo in corrispondenza del mercoledì notte, 4,1 decessi ogni 100 incidenti.
Considerando le diverse tipologie di strada, si evidenzia come siano quelle extraurbane a far registrare livelli più elevati degli indici di mortalità durante la notte, in particolare si osserva il valore massimo il mercoledì notte (8,5 morti per 100 incidenti). Per le strade urbane i livelli dell’indice di mortalità sono più contenuti ed assumono valori simili durante tutti i giorni della settimana.
Principali tipologie di incidente
La maggior parte degli incidenti stradali avviene tra due o più veicoli (75,2%), i restanti casi (24,8%) vedono coinvolti veicoli isolati.
Nell’ambito degli incidenti tra veicoli, la tipologia di incidente più diffusa è lo scontro frontale-laterale, 76.095 casi con 1.071 morti e 112.165 feriti, seguita dal tamponamento, che registra 38.995 casi con 382 morti e 64.706 persone ferite.
Tra gli incidenti a veicoli isolati, la fuoriuscita o sbandamento del veicolo rappresenta il caso più diffuso, con 20.646 incidenti con 845 morti e 25.750 feriti. L’investimento di pedone rappresenta l’8,6% degli incidenti, con 18.472 casi in cui hanno perso la vita 611 persone e 20.887 sono rimaste ferite.
Con riferimento ai soli incidenti mortali, lo scontro frontale-laterale, la fuoriuscita e lo scontro frontale raggiungono le incidenze più elevate (30,2%, 16,7%, 15,4%).
Le cause degli incidenti
L’analisi delle circostanze accertate o presunte di incidente non mette in luce differenze notevoli rispetto all’anno precedente.
Nell’ambito dei comportamenti errati di guida, il mancato rispetto delle regole di precedenza, la guida distratta e la velocità troppo elevata sono le prime tre cause di incidente (fatta eccezione per le cause di natura imprecisata) e costituiscono il 44,7% dei casi.
Con riferimento all’ambito stradale, la prima causa di incidente sulle strade urbane è il mancato rispetto delle regole di precedenza o semaforiche (20,4%), mentre sulle strade extraurbane è la guida con velocità troppo elevata (pari al 18,3%), seguita da guida distratta o andamento indeciso (pari al 17,3%).
I veicoli coinvolti negli incidenti stradali
Analogamente all’anno precedente, anche nel 2009 la categoria di veicolo maggiormente coinvolta in incidente stradale è costituita dalle autovetture, che costituiscono il 66,9% dei veicoli (269.035 in valore assoluto).
Seguono i motocicli, che rappresentano il 13,7% (55.028 in valore assoluto). I ciclomotori e i velocipedi costituiscono, rispettivamente, il 6,6% e il 3,9% del totale dei veicoli coinvolti in incidente.
I motocicli, pur rappresentando una percentuale ridotta dei veicoli coinvolti in incidente stradale rispetto alle autovetture, sono responsabili del 29% dei decessi (escludendo i pedoni).
L’analisi dei veicoli coinvolti in incidenti mortali, per categoria e tipologia di strada, rivela che su autostrade e raccordi le percentuali più elevate riguardano le autovetture (52,6% nel 2008 e 54,2% nel 2009) e gli autocarri e motocarri (36,2% nel 2008 e 30,8% nel 2009).
Sulle strade extraurbane i veicoli maggiormente coinvolti continuano ad essere le autovetture (61,6% nel 2008 e 61,5% nel 2009), con una percentuale consistente anche di motocicli (14,7% e 15,4%) e autocarri e motocarri (14,2% per entrambi gli anni).
Sulle strade urbane, come prevedibile, ricoprono un ruolo preponderante le autovetture (53,9% nel 2008 e 53,4% nel 2009) e i motocicli (19,9% e 21,6%).
Dal confronto tra gli ultimi due anni risulta in calo la percentuale di mezzi pesanti coinvolti in incidenti mortali sulle autostrade e in aumento quella dei motocicli.