Premessa
Il territorio alpino ha sempre esercitato un ruolo di cerniera tra popolazioni, culture e sistemi economici, al punto da trasformarsi in una vera e propria articolazione di vie di passaggio, dove però la verticalità dilata le distanze-tempo e dove i sentieri e le vie di comunicazione seguono itinerari dettati dal rilievo e dai sistemi di trasporto a disposizione. Attualmente esistono 17 principali direttrici di traffico, su 10 delle quali si sviluppa il 92% del volume del traffico transalpino di persone e merci.
Per quanto riguarda in particolare il traffico merci, negli ultimi vent’anni i volumi movimentati sull’arco alpino sono cresciuti del 221%, in massima parte su gomma e per lo più in transito. Inoltre, diversi studi condotti a livello nazionale e comunitario prevedono non solo un ulteriore incremento dei volumi di traffico per i prossimi anni (scenari previsionali fino al 2030), ma anche un ulteriore squilibrio a favore della strada rispetto al trasporto ferroviario e combinato qualora non vengano adottate soluzioni di intervento efficaci.
I tre segmenti dell’arco alpino
Dati disaggregati territorialmente e per modo di trasporto relativi al traffico di merci attraverso l’arco alpino sono disponibili, in serie storica (dal 1984 al 2004), nell’ambito di “Alpinfo”, una pubblicazione periodica a cura dell’Ufficio Federale per lo Sviluppo Territoriale della Confederazione Elvetica (ARE).
L’ARE ripartisce il sistema dei valichi che costituiscono l’arco alpino in tre segmenti:
1) il “segmento A”, che comprende l’insieme dei valichi che vanno dal Moncenisio al Brennero;
2) il “segmento B”, che comprende l’insieme dei valichi che vanno da Ventimiglia al Tarvisio (traffici da/per l’Italia);
3) il “segmento C”, che comprende anche i valichi che non appartengono alla frontiera italiana, estendendosi da Ventimiglia a Vienna.
Considerando i dati relativi al cosiddetto “arco alpino B” (valichi di Ventimiglia, Monginevro, Moncenisio, Frejus, Monte Bianco, Gran San Bernardo, Sempione, San Gottardo, San Bernardino, Reschen, Brennero e Tarvisio), risulta che nel 2004 il traffico merci su strada e ferrovia è stato pari a circa 155 milioni di tonnellate, con una crescita del 5% rispetto all’anno precedente e del 127% rispetto al 1984.
Circa 96 milioni di tonnellate costituiscono il traffico così definito “di transito”, ossia non originato o destinato nei Paesi confinanti (pari a circa il 62% del totale). Il valico che assorbe una maggiore quantità di traffico che transita attraverso i paesi confinanti è il Brennero, con il 32%; gli altri valichi più importanti si attestano ad una quota che va dal 10% al 17%.
In generale, la ripartizione modale al 2004 su tutti i valichi considerati è (fig. 1):
– Strada 70,1%
– Ferrovia (tradizionale+combinato) 29,9%
Questo dato medio risulta fortemente differenziato se si considera la ripartizione modale per paese confinante. In particolare, occorre tener presente che la quota di traffico ferroviario nell’arco del segmento alpino B che interessa la Svizzera raggiunge ben il 64,7%, mentre solo il 14,6% in Francia ed il 23,2% in Austria.
Per quanto riguarda invece i traffici su gomma, nel 2004 i valichi considerati sono stati attraversati da 108,4 milioni di tonnellate così ripartiti:
– il 40% ha interessato la Francia;
– l’11,5% ha interessato la Svizzera;
– il 48,5% ha interessato l’Austria.
L’evoluzione del traffico stradale
L’evoluzione del traffico stradale mostra un aumento crescente fino al 2000, un leggero decremento nel 2001, per poi riprendere a salire. In termini di autoveicoli, nel 2004 l’intero segmento B dell’arco alpino è stato attraversato da 7,3 milioni di veicoli merci pesanti (autocarri, autotreni e autoarticolati con peso superiore a 3,5 tonnellate), e cioè circa il 4% in più rispetto all’anno precedente. Tale evoluzione è stata più marcata sui valichi che interessano la Francia e l’Austria, mentre per la Svizzera la crescita è meno accentuata.
Il traffico di veicoli pesanti ha interessato principalmente il Brennero, con 1,98 milioni di veicoli/anno, il Tarvisio, con 1,40 milioni di veicoli/anno, Ventimiglia, con 1,28 milioni di veicoli/anno ed il Frejus, con 1,16 milioni di veicoli/anno. In termini percentuali, circa l’80% del traffico è supportato dai valichi del Brennero (27,1%), Tarvisio (19,2%), Ventimiglia (17,6%) e Frejus (15,9%). Attraverso il San Gottardo sono passati il 13,3% dei mezzi e attraverso il Monte Bianco il 4,8% (fig. 2).
Il numero di veicoli pesanti per il trasporto merci attraverso le Alpi svizzere si è ridotto di circa il 3,5% rispetto al 2003 e del 10,6% rispetto al 2000, ultimo anno prima dell’introduzione della tassa sul traffico pesante commisurata alle prestazioni (TTPCP) e del limite delle 34 tonnellate per quanto riguarda il peso ammissibile dei veicoli industriali. La quota di merci trasportate è però aumentata del 40,4%.
Il traffico ferroviario
Per quanto riguarda invece il traffico ferroviario complessivo sui valichi del segmento alpino B, negli ultimi anni si è registrata una notevole crescita del trasporto combinato. In particolare, se nel 1990 il traffico ferroviario rappresentava circa il 40% dei traffici transalpini totali (stradali e ferroviari) e il combinato (accompagnato e non) il 30% dell’intero traffico ferroviario, nel 2004, invece, il traffico ferroviario ha rappresentato circa il 30% dei traffici transalpini totali e il combinato circa il 52% dell’intero traffico ferroviario. Il valico più utilizzato risulta essere quello del San Gottardo, seguito dal Brennero, dal Moncenisio, dal Tarvisio, dal Sempione e da Ventimiglia (tab. 1).
Gli scenari di sviluppo nel breve e medio termine lasciano prevedere un ulteriore incremento della domanda di traffico merci attraverso le Alpi, che si orienterà sulla strada o sulla ferrovia in relazione alle condizioni economiche, normative, tecnologiche, infrastrutturali e di riequilibrio modale che verranno a determinarsi.