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Automazione industriale: nel 2024 crollano gli investimenti, ma il 2025 promette ripresa
Il comparto chiude il 2024 con un -30% ma esportazioni e settori chiave alimentano l’ottimismo


Sistemi di Magazzino

Automazione industriale: nel 2024 crollano gli investimenti, ma il 2025 promette ripresa

13 Giugno 2025

Nel 2024 il comparto italiano dell’automazione industriale ha registrato una brusca frenata, segnando una contrazione del 27% a livello di mercato nazionale. Una flessione media annua del fatturato interno pari al -30%, con punte anche più gravi in segmenti specifici. Dopo un triennio di crescita, il settore si è scontrato con fattori macroeconomici e interni: il rallentamento della manifattura, le difficoltà dell’economia tedesca, e le incertezze legate al Piano Transizione 5.0, ancora frenato da complessità burocratiche.

L’industria manifatturiera italiana, già in sofferenza nel 2023, ha chiuso il 2024 con un calo della produzione industriale pari al -4% e un fatturato in discesa del 3,5% a valori correnti. I beni strumentali e intermedi hanno guidato il ribasso, mentre solo i beni di consumo hanno mostrato stabilità. I settori dell’elettrotecnica e dell’elettronica si sono distinti in controtendenza.

Segmenti sotto pressione e resistenza dell’export

Il calo non è stato omogeneo. Secondo ANIE Automazione, i PLC-I/O hanno registrato la peggiore performance con un -47%, seguiti dagli azionamenti (-33,1%), HMI (-29,3%), networking industriale (-28,8%) e wireless (-24,8%). In controtendenza, i riduttori limitano i danni con un -2,1%, mentre gli SCADA segnano un -7,5%.

Nonostante le difficoltà interne, l’export ha segnato un +6,3%, consolidando la leadership italiana in alcuni mercati. Germania (15,4%) e Stati Uniti (12,7%) restano i primi sbocchi, seguiti da Francia, Regno Unito e Spagna. Le tecnologie italiane si dirigono per il 60% verso l’Europa (di cui il 54,2% all’interno dell’UE), ma cresce anche il peso dell’America (17,6%) e dell’Asia (17,1%).

Verso il 2025: segnali deboli ma incoraggianti

Nel secondo semestre 2024, il 31,1% delle imprese della domanda ha dichiarato un peggioramento della congiuntura, con solo il 10,3% a segnalare un miglioramento. Tuttavia, nel primo semestre 2025 si assiste a una stabilizzazione: il 75% prevede uno scenario invariato, il 10,7% un miglioramento.

Il livello degli ordini riflette la stessa dinamica: dal +29,9% di inizio 2024 si è scesi al +7,3% nella seconda metà dell’anno, ma si prevede un lieve rimbalzo nel 2025 (+9,1%). Sul fronte fatturato, si attende un rallentamento della contrazione: da un -1,7% medio a un più contenuto -0,6%.

Dove si concentrano domanda e investimenti

Il 62% del fatturato del settore viene generato dal canale OEM, mentre la Lombardia da sola assorbe il 30% del mercato, seguita da Emilia-Romagna e Veneto. Tra i settori più rilevanti si segnalano meccanica (36%), alimentare (14%) e packaging (11%).

Nel medio periodo, le imprese della domanda puntano su innovazione di prodotto (38,2%), processo produttivo (36,4%) e digitalizzazione (31,6%). Tuttavia, restano forti margini di crescita nella logistica (16,7%), nelle competenze (25,5%) e nella sostenibilità (16,6%), ambiti nei quali l’adozione di soluzioni avanzate è ancora limitata.

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