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Audit logistico: perché serve prima di automatizzare?
Conoscere i propri flussi e processi è essenziale per scegliere la giusta strategia di automazione logistica


Sistemi di Magazzino

Audit logistico: perché serve prima di automatizzare?

3 Giugno 2025

Automatizzare un magazzino senza aver prima condotto un’analisi approfondita delle esigenze e dei flussi interni è come costruire una casa senza fondamenta. È questo il messaggio centrale del white paper L’automazione in magazzino. Come scegliere la soluzione giusta?, redatto da Logisticamente.it in collaborazione con Jungheinrich e AB Coplan, disponibile nell’area Risorse del sito.

Un audit logistico ben strutturato rappresenta il punto di partenza per ogni progetto serio di miglioramento, digitalizzazione o automazione. Consente di individuare criticità, inefficienze e opportunità latenti, evitando investimenti sbagliati e soluzioni non sostenibili nel medio-lungo periodo. Non è un costo, ma un investimento strategico che permette di costruire una roadmap concreta verso l’efficienza.

Le fasi dell’audit logistico: metodo, dati, azioni

Secondo il white paper, l’audit deve seguire un percorso articolato in otto fasi:

  1. sopralluogo iniziale, con analisi dei flussi e raccolta preliminare delle informazioni;
  2. raccolta dati strutturata, comprensiva di tracciati record, layout e cronologia movimenti;
  3. validazione dei dati insieme al team interno, per garantirne l’accuratezza;
  4. elaborazione dei KPI per misurare efficacia (livelli di servizio) ed efficienza (costi, produttività);
  5. individuazione delle criticità, relative a organizzazione, sistemi e strutture;
  6. definizione delle linee guida di intervento, con priorità e obiettivi concreti;
  7. produzione del report finale, corredato da grafici, tabelle e raccomandazioni;
  8. presentazione dei risultati, con coinvolgimento dei responsabili operativi e decisionali.

Questo approccio, strutturato ma rapido, permette una fotografia reale del magazzino e dei suoi margini di miglioramento. È lo strumento ideale per evitare scelte basate su percezioni e abitudini, sostituendole con valutazioni oggettive e misurabili.

Cosa si ottiene da un audit fatto bene

Come sottolineato da Logisticamente.it, i benefici di un audit logistico vanno ben oltre la fase iniziale del progetto. I principali vantaggi includono:

  • identificazione dei colli di bottiglia e dei punti deboli nei processi;
  • chiarezza sui reali margini di miglioramento, sia in termini economici che operativi;
  • stima affidabile degli investimenti necessari per ciascuna area;
  • orientamento consapevole nella scelta dei sistemi di automazione (trasloelevatori, WMS, AGV);
  • allineamento del team interno su obiettivi condivisi, creando cultura e motivazione.

In molti casi, l’audit ha portato le aziende a rivedere decisioni già prese, scoprendo che una soluzione ritenuta “obbligata” non era in realtà la più adatta al proprio modello logistico.

Un audit non si improvvisa: serve metodo ed esperienza

Il white paper chiarisce un punto essenziale: per essere efficace, l’audit logistico non può essere improvvisato internamente senza le competenze adeguate. È invece consigliabile affidarsi a consulenti specializzati in logistica e automazione, in grado di leggere i dati con occhi esperti e restituire indicazioni concrete e attuabili.

Come tutte le analisi strategiche, anche l’audit deve tradursi in azioni misurabili, non in un documento destinato a rimanere in un cassetto. È per questo che rappresenta il miglior primo passo verso una logistica evoluta, in grado di sostenere le sfide dell’e-commerce, della tracciabilità e dell’efficienza energetica.

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