Si è aperta a Milano la manifestazione Dronitaly, occasione per fare il punto sulla distribuzione logistica e sulla sua ottimizzazione anche attraverso i droni.
Nell’ambito del convegno “e-Commerce e nuova logistica. Il drone protagonista dell’ultimo miglio” a spiegare tale rivoluzione è stato Antonio Malvestio, Presidente del Freight Leaders Council, l’associazione che riunisce i maggiori operatori logistici in Italia che ha detto.
“L’automazione della supply chain e l’ottimizzazione dell’ultimo miglio – ha dichiarato Malvestio -possono prendere in considerazione l’uso degli aeromobili a pilotaggio remoto.
La tecnologia già esiste, i grandi colossi sono molto avanti con le sperimentazioni e in Cina sono già una realtà.
Il legislatore deve accompagnare queste innovazioni in grado di risolvere alcune problematiche della logistica”.
Le inefficienze logistiche nelle città bruciano 9 miliardi di euro ogni anno, l’equivalente di 0,7 punti di Pil.
E’ in atto una rivoluzione dell’ultimo miglio dovuta alla grande crescita del commercio elettronico: ogni portone sta diventando un punto di consegna, i carichi sono disottimizzati e i furgoni invadono i centri urbani quasi senza sostenibilità ambientale.
Un circolo vizioso all’origine della cosiddetta logistica del capriccio, ovvero un sistema che deve trovare il modo di ottimizzare la distribuzione fisica dei pacchi, riducendo i costi e aumentandone la velocità.
La fotografia è emersa dal Quaderno 26 sulla logistica ai tempi dell’e-Commerce presentato dal Freight Leaders Council lo scorso novembre.
Il volume ha analizzato i grandi cambiamenti strutturali che stanno l’intera supply chain.
“In questo contesto – ha proseguito Malvestio – la possibilità di usare i droni in alcune situazioni appare interessante.
Questa tecnologia può essere molto utile nel processo di automazione dei magazzini, utile per fluidificare e velocizzare i processi.
Anche alcune tipologie di consegne potrebbero beneficiare di questa modalità: penso alle zone isolate, difficilmente raggiungibili in alcuni periodi dell’anno oppure ai mini percorsi tra l’hub logistico e i lockers.
In generale, vediamo di buon occhio ogni sforzo culturale, tecnologico e di regolazione che aiuti a trovare nuovi modelli di business, più sostenibili per l’ambiente, per le imprese e per i lavoratori”.