Nel 2004 Chris Anderson, direttore di Wired, coniò il termine “coda lunga”, per descrivere il processo di cambiamento che sta avvenendo nell’industria: non si tratterà più di realizzare pochi articoli in grande quantità, ma molti prodotti in piccoli lotti.
Gli effetti sull’autotrasporto e sulla logistica saranno rilevanti.
Due ricercatori del Rise (Research&Innovation for Smart Enterprises) dell’Università di Brescia, Andrea Bacchetti e Massimo Zanardini, hanno effettuato uno studio per conto di Confetra (confederazione che aggrega gli operatori della logistica) per valutare quale sarà l’impatto dell’IoT e delle tecnologie sull’autotrasporto, con la produzione che spinge verso la vicinanza al cliente e la riduzione del valore e della quantità di merci trasportate.
Considerando che il magazzino è in via di estinzione, gli operatori dell’autotrasporto sono destinati a diventare dei produttori; il calo previsto per la logistica è tra il 6 e il 10% entro il 2025.
Bacchetti e Zanardini stimano che la produzione movimentata diminuirà di 30-50 miliardi già a partire da quest’anno; tra 5 anni saranno 60 miliardi e nel 2025 supereranno i 100.
Tra i settori più colpiti figurano il comparto di gomma e materie plastiche, i prodotti in metallo, gli accessori dell’automotive e le apparecchiature elettroniche.
In particolare, secondo Bacchetti, “i primi a muoversi sono quelli toccati dalla mass customization, cioè la rilevanza di prodotti personalizzati su specifica richiesta dei clienti e qui la logistica sarà cruciale obbligata alla consegna ’last mile’, l’ultimo miglio, ma anche costretta a consegne puntuali in cui un ruolo decisivo coinvolgerà le applicazioni di realtà aumentata ed i veicoli autonomi” in ambito industriale, il cui tempo di maturazione è previsto in dieci anni.