Si è tenuto a Bologna, pochi giorni fa l’incontro organizzato da FIAP riguardante l’informazione sulla Legge 127/2010 e segnatamente sulla norma che regola il commerci e l’interscambio dei pallet.
Di particolare interesse la testimonianza di Antonio Malvestio, presidente del Freight Leaders Council, che ha invitato poi le aziende di trasporto a fare una analisi dei costi relativi alla gestione dei pallet per poter documentare le spese sostenute e nel contempo ha lanciato l’idea di “formare dei veri e propri professionisti dei pallet, con stage per neolaureati che tanto faticano a trovare impieghi interessanti per completare gli studi.
Una conoscenza approfondita dei propri costi per gestire i bancali – ha ribadito Malvestio – assieme a una migliore conoscenza delle leggi esistenti faciliterebbe senz’altro la negoziazione e consentirebbe di classificare i com mittenti in base alla distanza dalle buone pratiche”.
Diversa la situazione nei restanti paesi dell’Europa, dove la mancanza del commercio parallelo ed un modus operandi aziendale/imprenditoriale diverso da quello nostrano, non hanno in alcun modo contribuito a dar vita a questo “fenomeno”.
In Italia, avendo preso campo una forma semplice di riciclaggio di denaro, il “tema Pallet” impatta pesantemente sull’autotrasportatore che si trova nel mezzo, stretto tra la morsa di un destinatario che non vuole rendere il pallet allettato dalla vendita dei legni in nero e quella del committente che pretende la restituzione di pallet a condizioni anche migliori di come li aveva consegnati.
Al momento il problema si risolve addebitato i pallet all’autotrasportatore a prezzi variabili, che vengono trattenuti contestualmente al pagamento dalle fattura.
Pratiche, queste, entrambe illegali.
Il focus del convegno si è poi sposato su come la gran parte di questi “commercianti” sia un ricettacolo del crimine, dove quotidianamente si consumano i reati di appropriazione indebita, riciclaggio ed evasione fiscale. Dietro la pressione della FIAP, il MIT ha chiesto l’intervento della guardia di Finanza che, in 144 controlli effettuati in queste famigerate “botteghe”, ha rilevato una evasione fiscale di oltre 22 milioni di Euro.
Una problematica che, come ha sostenuto Silvio Faggi, vicepresidente Albo degli Autotrasportatori “in passato è stata certamente sottostimata” anche se “la legge c’è e dà il massimo delle garanzie al trasportatore per evitare che possa essere ricattabile”.