Utilizzare veicoli dotati di motori di ultimissima generazione alimentati a LNG (Liquefied Natural Gas) o veicoli elettrici non significa rendere la propria logistica green.
Tredici associazioni hanno realizzato un documento programmatico per la
logistica sostenibile denominato “
Carta di Padova”.
Esiste una sottile differenza tra
green washing e svolta green.
Con
green washing si intendono tutte le iniziative di facciata create dalle aziende per ripulirsi l’immagine ma con uno scarso impatto dal punto di vista del cambio di mentalità aziendale.
Per evitare che le aziende realizzino delle vere
svolte green tredici associazioni (Anita, Assiterminal, Assologistica, Confetra, Fercargo Federchimica, Federconsumatori, Fedespedi, Freight Leaders Council, Green Logistics Expo, Stati Generali fell’innovazione, SosLogistica, Unrae - Sezione Veicoli Industriali) hanno creato un
documento guida per le aziende denominato la “Carta di Padova”.
Questo documento pone degli obiettivi a medio e lungo periodo per la promozione di comportamenti che abbiano davvero a cuore la sostenibilità ambientale.
Le azioni delle associazioni che hanno firmato il documento si muoveranno seguendo quattro filoni principali:
- Formazione, cultura e comunicazione;
- Innovazione aperte e trasformazione digitale;
- Metriche e presupposti scientifici per la sostenibilità;
- Risorse e Governance.
L’obiettivo di queste associazioni è quello
dare il via a un processo virtuoso il cui focus non è solo la sostenibilità ambientale delle aziende logistiche ma anche quella sociale.
La “Carta di Padova” punta a sensibilizzare i player del settore al fine di regolare gli effetti socio-ambientali della supply chain logistica in ogni sua fase: approvvigionamento, deposito, inventario, evasione ordini, trasporto, relazione con il cliente.