Premessa
Il Progetto PUMAS, “Planning Sustainable Regional-Urban Mobility in the Alpine Space – Pianificare una mobilità regionale e urbana sostenibile nello Spazio Alpino”, è finanziato dal Programma comunitario Alpine Space.
Le attività del progetto durano da luglio 2012 a giugno 2015.
Le città dello Spazio Alpino si trovano di fronte a sfide comuni che riguardano la mobilità urbana e che richiedono soluzioni innovative ed economicamente sostenibili.
Lo Spazio Alpino è una macroarea contrassegnata da uno sviluppo continuo anche in termini di aumento della circolazione di merci e passeggeri, e che allo stesso tempo subisce l’impatto consistente del traffico di valico e di frontiera e di quello stagionale, causando disagi anche alle zone periferiche e rurali.
Il progetto PUMAS intende offrire delle possibili soluzioni a queste sfide, attraverso lo sviluppo del concetto di Pianificazione della Mobilità Regionale-Urbana Sostenibile (da cui il celebre acronimo SUMP della definizione in inglese), che l’Unione Europea sta promuovendo con forza e che nel Libro Bianco sui Trasporti del 2011 suggerisce come proposta di legge.
Che cosa prevede
Un coinvolgimento attivo degli stakeholders all’interno del processo di pianificazione, un impegno rivolto alla sostenibilità, che comporti un bilanciamento tra l’equità sociale, il rispetto della qualità dell’ambiente e lo sviluppo economico, uno sguardo “oltre confini” attraverso un approccio integrato tra i diversi settori politici, una cooperazione tra i vari livelli istituzionali e un coordinamento tra le diverse autorità territoriali confinanti.
Fondamentale in questa fase è individuare obiettivi ambiziosi, raggiungibili e quantificabili, fissare l’internalizzazione dei costi rivedendo ad esempio le tariffe per il trasporto ed i benefici per la società, un metodo omnicomprensivo che investe tutte le fasi di sviluppo e implementazione delle politiche di settore.
In questo senso il progetto intende promuovere il SUMP – fondato su partecipazione, integrazione, valutazione e internalizzazione dei costi – come nuovo paradigma della pianificazione della mobilità, sviluppare, implementare e valutare 7 azioni pilota utilizzando la metodologia e gli strumenti del SUMP, creare delle buone pratiche e dei modelli validi anche per altri nello Spazio Alpino.
Di primaria importanza risulta, quindi, migliorare la consapevolezza, lo scambio, il coordinamento e lo sviluppo dei piani della mobilità sostenibile a livello urbano e regionale attraverso una piattaforma web innovativa, realizzare una “community dello Spazio Alpino” ed il Reference Point nazionale ed Alpine per il SUMP in Slovenia, garantendone la sostenibilità oltre il termine di progetto.
I partner e le azioni pilota
La partnership di PUMAS è un consorzio integrato di 11 partner in rappresentanza di Italia, Austria, Germania, Francia e Slovenia; comprende 6 città (Venezia, Vienna, Lione, Monaco, Torino, Nova Gorica), una Università (FERN UNI-Hagen), una Camera di Commercio e Industria (CCI Lione), una Agenzia per l’ambiente (Rhônalpénergie-Environnement), un provider di trasporti (MVV) e 2 centri di ricerca (UIRS-Slovenia e CEIT Alanova).
Pumas a Torino
Il programma è pieno di idee e prevede di mettere a disposizione ben 130 milioni di euro per apportare miglioramenti e innovazioni nella gestione degli Spazi Alpini.
Le priorità messe in evidenza sono tre: rendere più competitive le zone in esame e aumentarne l’attrattività; migliorare l’accessibilità e la connettività dei luoghi; sviluppare tecnologie intelligenti mirate alla cura dell’ambiente e alla prevenzione dei rischi.
Il Progetto Pumas si inserisce quindi nel percorso iniziato da qualche anno da Torino in direzione di un maggiore sviluppo sostenibile.
Il capoluogo piemontese da due anni impegna fondi e risorse nel tentativo di diventare una vera “Smart City“.
Per raggiungere l’obiettivo tanti piccoli passi, come:
Dalla metà degli anni ’90 la città di Torino ha lavorato sulla mobilità sostenibile, approvando il Piano Urbano del Traffico e Piani dettagliati in scala.
Nel 2011 è stato approvato il Piano Urbano della Mobilità Sostenibile, in linea con il Libro Bianco “La politica europea dei trasporti fino al 2010: il momento delle scelte”, e il Libro verde “Verso una nuova cultura della mobilità urbana”.
Il centro di Torino è meta del pendolarismo quotidiano e richiede una maggiore protezione per la presenza del suo tessuto storico, con edifici di grande valore artistico e architettonico.
Ci sono circa 10.500 attività economiche, di cui i più numerosi sono i luoghi commerciali (retail/wholesale) e pubblici (bar/ristoranti) che costituiscono un totale di circa 4200, seguito dal settore terziario e uffici pubblici e privati.
Misure di moderazione del traffico, aree pedonali, trasporti pubblici per aumentare la sicurezza per pedoni e ciclisti sono stati progressivamente implementati nella zona centrale, sede di molte aziende pubbliche (comunali, regionali, provinciali), e alcune grandi aziende, ma anche di uffici, banche, università, biblioteche, musei, teatri, cinema e mercati di strada, anche presenti in zona.
Le attività e un nuovo modello di logistica urbana
Gli obiettivi generali dell’azione pilota sono di realizzare un nuovo modello di logistica delle merci nella zona centrale di Torino, per realizzare una strategia più sostenibile per il trasporto delle merci, per ridurre l’impatto ambientale della logistica urbana, con l’obiettivo finale di rendere la città un luogo attraente in cui vivere e lavorare.
Gli obiettivi specifici dell’azione pilota sono in accordo con gli elementi e le attività illustrate nelle linee guida per lo sviluppo e l’attuazione di un piano di mobilità urbana sostenibile come SUMP: analisi della situazione attuale del trasporto merci urbano in un’area pilota, identificazione delle criticità esistenti, esplorazione di esperienze nazionali e internazionali di trasporto merci, regolamentazione consegna urbana, tempestivo e strutturato coinvolgimento dei soggetti interessati.
Fondamentale, dunque, è anche la realizzazione di un tavolo di lavoro che coinvolga i soggetti interessati al fine di definire azioni comuni di logistica, l’adozione di obiettivi misurabili per i servizi di distribuzione di buoni in termini di efficienza e risparmio energetico, la riduzione dei gas serra e la congestione di area urbana, nonché il coinvolgimento degli operatori logistici.
E ancora, incoraggiare il rinnovo di mezzi di trasporto, l’uso di soluzioni aperte e interoperabili, e la non esclusività dei servizi concessi in licenza sulla base del principio della libera concorrenza.