Secondo una recente analisi di Li&Fung di Hong Kong, in Cina operano 790.000 trasportatori su gomma, ma le prime 20 aziende non riescono a raggiungere il 2% del mercato.
Ecco, quindi, che il Governo cinese annuncia il potenziamento del suo sistema logistico entro il 2020, per offrire maggiore qualità ed efficienza.
Del resto, basti pensare che tre dei primi quattro porti al mondo per movimentazione container sono cinesi.
Dietro la tradizionale supremazia di Singapore, seguono Shanghai, Hong Kong e Shenzhen.
Con Guanzhou, Ningbo e Qingdao sono sei i porti cinesi nella top ten mondiale.
È il sintomo più evidente – anche se non l’unico – di un epocale trasferimento ad Oriente, ed in Cina, delle attività manifatturiere.
I container arrivano ai porti carichi di merci, prodotti nelle fabbriche sempre più de localizzate, dove i fattori di produzione sono economici e disponibili.
Come riportato nell’articolo La rivoluzione logistica in Cina, sono soprattutto la frammentazione, gli eccessivi costi e la scarsa specializzazione le principali falde nella catena logistica cinese.
Il nuovo piano divulgato dall’agenzia Xinhua accenna al potenziamento dei servizi verso il settore agricolo, i materiali riciclabili e l’industria.