Già da tempo il mondo dell’autotrasporto e le tecnologie informative si sono incontrati – e nessuno mai si sognerebbe di affermare che il trasporto delle merci su strada potrebbe fare a meno del pc – ma se andiamo a dare un’occhiata all’interno della cabina di un automezzo, immediatamente sorge qualche dubbio sul fatto che il termine ‘innovazione tecnologica’ sia stato declinato nell’accezione più adatta.
Mi spiego meglio. Su un camion di oggi come minimo troviamo: scatola nera per assicurazione, scatola nera per gestione operativa, telepass, cronotachigrafo digitale, sistema dedicato per UIRNet, eventualmente la chiavetta per il Sistri: concettualmente è come se in ufficio utilizzassimo un pc per navigare su internet, uno per scrivere, un altro per stampare, un altro ancora per elaborare le immagini, e così via.
Nel caso di TNet, l’unica App che consente di monitorare la tua flotta aziendale in tempo reale direttamente dal tuo Pc con due semplici mosse, l’obiettivo è offrire una soluzione senza andare ad accrescere il già cospicuo apparato di periferiche, obbligatorie per legge o meno, che i conducenti dei mezzi si devono portare appresso: ci facciamo spiegare come funziona da Matteo Cavalieri, che ha ideato questa soluzione.
Conversazione con Matteo Cavalieri
Ci spiega come è nata l’idea di TNet?
Il primo abbozzo di idea l’avevo avuto anni fa mentre lavoravo presso un grande operatore logistico nel Regno Unito.
Avevo notato che, nonostante gli automezzi fossero equipaggiati di terminali che permettevano di conversare con gli autisti in consegna, non era disponibile alcuna tecnologia in grado di migliorare l’efficienza nella gestione della flotta.
Praticamente era possibile sapere se era stata fatta una consegna, ma non era possibile sapere nulla del giro di ritiro/distribuzione in corso.
Non solo, ma quando un magazzino era in attesa di un rifornimento, l’unico modo per sapere se sarebbe arrivato in orario era telefonare all’autista per avere una sua previsione di arrivo.
Negli anni, la richiesta di tracciare in tempo reale la posizione di ogni automezzo mi è arrivata da più fonti, ma solo con l’avvento degli smartphone queste tecnologie sono diventate davvero alla portata di tutti: per la prima volta non è necessario installare una periferica dedicata in cabina per abilitare una innovazione tecnologia ma utilizzare un comune smartphone già presente sul mercato.
Quando ho incontrato per la prima volta i ragazzi che hanno sviluppato questo sistema, mi sono detto: “è arrivato il momento giusto, la tecnologia è matura”.
Con TNet controlli la tua flotta su un sito web e l’unico hardware necessario è uno smartphone che è possibile acquistare in qualunque negozio di elettronica. Straordinario e impensabile fino a qualche anno fa.
Per quali tipologie di azienda, in termini di settore e fatturato, secondo lei potrebbe essere la soluzione ideale?
Le piccole e le grandi aziende scelgono TNet per motivi diversi: quella piccola ci sceglie perché permettiamo di implementare la soluzione con completa scalabilità di costo e una semplicità disarmante; quella grande ci sceglie perché la soluzione non impatta sulla infrastruttura aziendale.
Quello che realmente fa la differenza è la capacità dell’azienda di adottare un approccio diverso da come si è fatto sino ad ora al problema della geolocalizzazione: se i vertici dell’azienda sono appassionati di tecnologia hanno capito che molti dei servizi forniti al personale in mobilità passeranno dagli smartphone nei prossimi anni.
Potrebbe anche essere uno strumento da utilizzare in progetti di riduzione della congestione del traffico urbano delle merci?
Già oggi sulle mappe sono disponibili i dati di traffico in tempo reale; domani potrebbero essere usati anche per fare valutazioni più complesse. Guardiamo con interesse a questo tipo di applicazioni ma per TNet è ancora prematuro parlarne in questi termini.
Come funziona e cosa si deve fare per attivarlo?
Il funzionamento è estremamente semplice e TNet è attivabile in 2 semplici mosse: si effettua la registrazione dell’azienda sul sito www.tnetdrive.com e si scarica l’APP sullo smartphone in dotazione all’autista. Da questo momento è possibile iniziare a usare l’applicazione.
L’unico consiglio è di usare uno smartphone provvisto di GPS (la maggior parte di quelli in commercio ne dispone) per migliorare il posizionamento.
Qualcuno teme per la durata della batteria, ma abbiamo pensato anche a questo: un algoritmo intelligente capisce quando la batteria dello smartphone è in difficoltà e agisce in modo da consumarne il meno possibile, non vogliamo lasciare gli autisti senza telefono.
A torto o a ragione, in Italia c’è sempre una forte reticenza nel condividere i dati, anche quando si potrebbe guadagnare molto in efficienza. TNet, che è un SaaS, ovvero è fornito come servizio su server remoto, quali garanzie di sicurezza offre?
La sicurezza dei dati è garantita su più livelli: da un punto di vista infrastrutturale il cuore di Tnet è protetto da Firewall, con un filtro per gli indirizzi IP da cui è possibile l’accesso e la comunicazione tra application server e db server (ovvero Tnet e i dati degli utenti) avviene su una rete privata non esposta su Internet.
A livello di programmazione abbiamo protetto il sistema dalla “SQL Injection” mediante l’utilizzo di “In memory grid” e stored procedure, e tutte le password degli utenti sono criptate (nemmeno noi le conosciamo).
Se parliamo invece dei pagamenti, questi avvengono tramite protocollo sicuro https all’interno di sistemi di pagamento che fanno milioni di transazioni al giorno: chi paga con carta di credito ha le stesse garanzie che si applicano ai più rinomati servizi di pagamento elettronico.
Comunque ogni servizio su Internet, seppur sofisticato, non garantisce la sicurezza assoluta: il post-it sul monitor con la password è ancora un vizio duro a morire, ma su questo poco possono fare gli sviluppatori.
Quali sono gli sviluppi futuri di TNet?
Siamo al lavoro per offrire una serie di API (Application Programming Interface) per espandere i servizi offerti interfacciando i gestionali dei clienti.
Vogliamo fornire ai nostri clienti la possibilità di confermare le missioni di carico/scarico senza tutto quell’hardware che propongono i nostri concorrenti: la POD (proof of delivery) potrà essere registrata con lo smartphone.
La semplicità sarà ancora il nostro punto di forza: i prodotti sul mercato obbligano le aziende a sviluppare interfacce di caricamento, accanto a questa possibilità permetteremo di fare il caricamento con foglio di calcolo in modo che proprio tutti possano accedere alle funzionalità avanzate.
Abbiamo anche iniziato ad approcciare l’utilizzo della tecnologia NFC: si tratta di tag, forse meno famosi dei più quotati Rf-Id, che sono diventati popolari da quando Google e Samsung li hanno integrati nei dispositivi Android. La maggior parte dei possessori di smartphone ha un lettore di tag in tasca e non lo sa nemmeno.
Il nostro rapporto con la tecnologia è in alcuni casi bizzarro.
Ad esempio, capita di vedere ai caselli autostradali persone in coda allo sportello che, nell’attesa di pagare il pedaggio in contanti, aggiornano il profilo sui social media.
Il paradosso è evidente: nello stesso momento in cui viviamo il disagio di una situazione che esiste almeno da 2000 anni (pagare il dazio in moneta al gabelliere), abbiamo in mano la tecnologia che ci permetterebbe di evitare tale contrattempo.
Senza pretendere di cambiare i massimi sistemi, secondo lei TNet potrebbe anche insegnare ad avere un approccio più coerente con la tecnologia?
Nel nostro piccolo vogliamo fare quello che da sempre è l’obiettivo della ricerca: migliorare la vita delle persone. Se non tutti arrivano ad usare una soluzione forse vuol dire che questa deve essere semplificata ulteriormente in modo che diventi ancora più fruibile, il tempo farà il resto.
Le faccio un esempio restando sulle nostre strade: la maggior parte di noi possiede un’auto che usiamo prevalentemente per brevi tragitti. Eppure la tecnologia sta facendo emergere una generazione di ragazzi che non ha bisogno di una auto propria e si sposta con il carpooling.
All’estero è un fenomeno talmente popolare che la SNCF ha identificato nel carpooling la ragione della emorragia di traffico dei più giovani.
La tecnologia è cambiata, chi è pronto cambia ora con lei, gli altri seguiranno.
Tornando a TNet siamo coscienti che esistono soluzioni che danno gli stessi benefici che diamo noi, ma nessuna ha il nostro approccio: massima flessibilità, massima semplicità, bastano 2 mosse e sei online.
Artie srl è una startup che si occupa di geolocalizzazione in tempo reale con tecnologia WiFi e GPS.
Si tratta di tecnologie che non si improvvisano, alle spalle ci sono più di 2 anni di sviluppo e test per ottenere la soluzione che ora è sul mercato.
Siamo una startup innovativa riconosciuta dal ministero dello sviluppo economico. Il fenomeno delle startup in Italia ormai è maturo e tanti si stanno accorgendo che queste società saranno le prime ad agganciare la ripresa del nostro paese.
Non è un caso che il fenomeno startup sia stato definito “il nuovo rinascimento Italiano”: società piccole realizzano servizi e prodotti che aziende più strutturate faticano anche solo a immaginare.
Con un modello di business scalabile, oggi una startup di poche persone può crescere ogni mese con percentuali a 2 cifre e mantenere il livello di crescita per un tempo sufficiente per spodestare i leader di mercato.