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La logistica agroalimentare.
Dalla sostenibilità all'apporto economico: il ruolo della logistica nella filiera agroalimentare.


Outsourcing

La logistica agroalimentare.

18 Febbraio 2013

Premessa


Si è da poco concluso l’evento internazionale dell’ortofrutta, Fruit Logistica Berlino (6-8 febbraio 2013), l’occasione per affrontare, tra gli altri, uno dei temi scottanti che riguardano il settore, il nodo trasporti: sono infatti molteplici le difficoltà per le merci ortofrutticole di raggiungere nuovi e grandi mercati.

Da qui obbligatoria una riflessione puntuale sulla Logistica Agroalimentare utile per apportare sostanziali miglioramenti nella distribuzione.

Da un lato sono cambiate le esigenze dei consumatori, dall’altro, soprattutto in città, il trasporto è sempre più accompagnato ad una politica di riduzione dell’impatto inquinante.

Dotarsi di una logistica efficiente, pertanto, apporta un valore aggiunto alle aziende, perché permette di ridurre i costi di approvvigionamento delle materie prime, di accelerare i tempi di trasporto e, in questi ultimi anni, di dotarsi di tecnologie green.

Il settore agroalimentare è quindi una branca della logistica che ha caratteristiche proprie: l’indagine Isfort pubblicata nel mese di gennaio 2013 aiuta a comprendere se sia possibile migliorare la sostenibilità delle filiere agroalimentari e quale apporto può fornire la logistica in questo senso.

Piattaforme logistiche agroalimentari per lo sviluppo economico

Nel capitolo inerente alla valutazione e alla promozione della sostenibilità delle filiere agroalimentari, il rapporto spiega come tali filiere, specie nelle fasi di produzione, di trasformazione e di distribuzione, possano promuovere in misura più o meno elevata lo sviluppo economico dei contesti locali e sovralocali in cui si inseriscono.

Possono, infatti, promuovere lo sviluppo di altre attività della filiera o di altri settori, e produrre occupazione e redditi.
Tutto dipende dalle scelte politiche, che possono decidere se insediare una piattaforma logistica per l’agroalimentare.

Proprio in occasione di Berlino Fruit Logistica 2013 ha partecipato anche la città di Trieste, e sono state poste le basi per la creazione di una piattaforma logistica per l’agroalimentare.
Ottavio Guala, presidente nazionale di Fedagro – Federazione nazionale degli operatori grossisti – in visita allo stand di Trieste durante le giornate berlinesi, ha proposto di trasformare il Mercato ortofrutticolo di Trieste in una moderna Piattaforma logistica agroalimentare a livello europeo: “Trieste – ha affermato Guala – è l’hub ideale dove far arrivare frutta e verdura dal Nord Africa e dall’Asia e inviarle in tutta Europa”.

I fondi necessari ammonterebbero a 15 milioni di euro, ma, come afferma Guala, “è necessario che si impegni il pubblico.
Deve sostanzialmente esserci la volontà politica.
Verificato che questa c’è, la Federazione nazionale sarà accanto a Trieste per portare a termine l’operazione.
Vi sono Piattaforme agroalimentari di grande importanza a Padova e Verona, solo per portare due esempi del Nordest.
Trieste potrebbe anche vantare qualche carta in più da giocare, dato che ha il porto e che, con la caduta dei confini anche con la Croazia dopo quelli con la Slovenia, potrebbe attrarre prodotti anche da quell’area”.
Anche il Metapontino si candida per un ruolo importante nella filiera agroalimentare.

Nicola Benedetto, capolista al Senato per il Centro Democratico, commentando il successo della Basilicata al Salone internazionale del marketing ortofrutticolo di Berlino, ha infatti affermato: “La sfida oggi si gioca sulla strategia di sistema logistico per consolidare mercati dove le nostre produzioni di qualità sono già presenti, per raggiungere i mercati dei Paesi emergenti e per garantire ai nostri agricoltori singoli ed associati la giusta remunerazione.

La novità, come ho avuto modo di segnalare in questi giorni, è l’accordo tra Regione ed Autorità Portuale di Taranto specie per l’export dell’ortofrutta fresca.
Ma non basta: le produzioni agricole ed agroindustriali di alta qualità necessitano di una Filiera Territoriale Logistica basata sul porto di Taranto e sull’aeroporto di Pisticci, sull’adeguamento e il miglioramento della viabilità stradale e sull’istituzione di un mercato agro-alimentare all’ingrosso.

Si tratta di puntare sull’agroindustria in stretta connessione con il Sistema intermodale e con i produttori agricoli del territorio in modo da attivare diverse unità operative, tra cui Centri di raccolta e prima lavorazione del prodotto agricolo locale; magazzini a temperatura controllata per il deposito di prodotti agro-alimentari; centri per la produzione di prodotti alimentari”.

L’indagine generale sulla sostenibilità delle filiere agroalimentari

L’indagine ISFORT dal titolo “La sostenibilità delle filiere agroalimentari – Valutazione degli impatti e inquadramento delle politiche” ha definito in generale un quadro strategico delle politiche per la sostenibilità delle filiere agroalimentari, attraverso “pacchetti di azioni”, che, nel caso della logistica, si riferiscono alla logistica a monte, alla distribuzione urbana e al consumo finale.

Per avere una logistica efficiente, è necessario prevedere la terziarizzazione del trasporto e della logistica, la condivisione dei veicoli e carichi di ritorno, e una migliore gestione dei carichi e delle rotte grazie ai sistemi ICT, promuovendo ove possibile l’intermodalità.

Per quanto riguarda la distribuzione urbana, per avere una catena logistica efficiente è necessario creare piattaforme logistiche, con il consolidamento dei carichi presso piattaforme logistiche periurbane e permettendo di aumentare i coefficienti di carico e l’efficienza della distribuzione.

È altresì necessario utilizzare veicoli poco inquinanti e poco rumorosi, usare l’ICT on-board per migliorare le rotte, e infine attuare una regolazione del traffico urbano (orari di consegna, possibilità di parcheggio, pedaggi urbani, ecc.).

In riferimento al consumatore finale, la catena logistica è efficiente se si promuove l’utilizzo del trasporto pubblico, se si promuovono le consegne a domicilio, sia tradizionali sia attraverso acquisti on-line, se si definisce una logistica efficiente per i sistemi di distribuzione a domicilio e se si regolamentano le licenze commerciali.

È necessario inoltre sostenere dal punto di vista organizzativo e finanziario la filiera alimentare corta, anche allo scopo di preservare l’importanza dei prodotti regionali.

Per quanto riguarda la sicurezza del prodotto, a cui i consumatori sono sempre più attenti, è necessario, oltre all’innalzamento degli standard, migliorare i sistemi di controllo della qualità e di tracciabilità della filiera, comunicando al consumatore attraverso certificazioni ed etichettature.

Venendo all’impatto ambientale della filiera agroalimentare, il Rapporto spiega che esso dipende oltre che dalla distanza percorsa dalla merce, anche dal tipo di prodotto trasportato: infatti, le caratteristiche del prodotto sono influenzate dalla deperibilità del prodotto, dal numero di input e dai livelli di trasformazione.
In ogni caso, se la filiera è ben organizzata dal punto di vista logistico, è possibile compensare il costo energetico derivante dal trasporto per lunghe distanze: la scelta modale diventa quindi fondamentale dal punto di vista della sostenibilità.

Il Rapporto afferma che su lunga distanza è preferibile il trasporto marittimo a quello aereo, che presenta livelli di emissioni per t-km molto più elevati.
Per il trasporto di prodotti agroalimentari sulle medie distanze, non vengono potenziati i trasporti via ferro, né il cabotaggio, perché al momento non presentano sufficienti requisiti di flessibilità e di rapidità.
Si preferisce quindi il trasporto su gomma, con l’utilizzo dei mezzi pesanti.
Anche per le corte distanze il trasporto avviene quasi esclusivamente su gomma, ma si ricorre maggiormente ai veicoli leggeri, che sono meno efficienti per t-km di quelli pesanti.





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