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Gli interporti: quale ruolo nel disegno della logistica italiana ed europea?
Intervista a Luigi Capitani di Ce.P.I.M. Spa.


Outsourcing

Gli interporti: quale ruolo nel disegno della logistica italiana ed europea?

29 Gennaio 2013

Premessa


Il Centro Padano Interscambio Merci, più conosciuto come CePIM-Interporto di Parma, è una realtà attiva da quasi quaranta anni, frutto di una joint venture pubblico-privata che si è posta l’obiettivo di promuovere l’intermodalità nel trasporto delle merci e lo sviluppo economico attraverso la concentrazione, in un’area a specifica vocazione, di imprese specializzate nel settore della logistica, dei trasporti e della distribuzione.

Nel suo duplice ruolo di coordinatore dello sviluppo dell’Interporto e di fornitore, in prima persona, di servizi logistici integrati ad alto valore aggiunto, CePIM ha investito il know how maturato negli anni con una capacità di assecondare e anticipare le esigenze di operatori e clienti per fornire servizi e proposte efficienti e funzionali.

Con una superficie di oltre 2,5 milioni di metri quadrati e un sistema di opere, infrastrutture ed impianti che consentono la ricezione, la custodia, la manipolazione e lo smistamento delle merci, l’Interporto ospita circa cento aziende della logistica e del trasporto per un totale di oltre 1600 addetti.

Fondamentale è, in particolare, la presenza di infrastrutture ferroviarie per lo scambio tra le modalità di trasporto.

L’interporto di Parma è strategicamente posizionato, vicino ad importanti aeroporti, all’incrocio tra le principali arterie stradali e ferroviarie del Nord Italia, lungo l’asse Tirreno-Brennero e il Corridoio europeo V.

Forte di questi fondamenti e degli asset di cui è dotata in proprio, l’Azienda offre servizi modulabili, compresi tra la semplice offerta di spazi per attività logistiche alla prestazione integrale, che comprende la gestione fisica ed amministrativa di tutte le tipologie di merce ed eventuali servizi accessori, con il supporto di sistemi informatici dialoganti con i fornitori e i clienti.

CePIM promuove da sempre l’intermodalità quale fattore strategico di crescita e razionalizzazione e pone al centro delle sue politiche proprio lo sviluppo delle infrastrutture intermodali, in linea con le politiche europee, che si pongono obiettivi ambiziosi e puntano per i prossimi decenni ad un cospicuo potenziamento del trasporto merci su ferrovia al di sopra della soglia dei 300 chilometri.

L’obiettivo è quello di creare un network logistico internazionale, generando quelle economie di scala che rendano il trasporto intermodale competitivo rispetto al tutto strada.

Di tale progetto sono parte integrante anche le nuove dotazioni, appena attivate, finalizzate ad un miglioramento complessivo della sicurezza del trasporto delle merci.

L’internazionalizzazione è una delle direttrici su cui si muovono i piani di sviluppo della Società che punta a creare un network logistico internazionale, sia tramite investimenti diretti, eventualmente in joint-venture con operatori locali, sia attraverso forme intermedie di internazionalizzazione: accordi, licenze, contratti di assistenza tecnica e commerciale che consentano di vendere il know-how della nostra azienda ad operatori locali di paesi esteri.

Mercati di riferimento sono i Paesi Brics e quelli emergenti, come Turchia e Kazakhstan.

È in questo quadro – di adesione alle logiche dell’economia globale – che CePIM si è dotata di una “patente internazionale” certificando in modo integrato i propri processi, in accordo agli standard di Qualità (ISO 9001), Ambiente (ISO 14001), Sicurezza (Ohsas18001).

Intervista a Luigi Capitani

Come giudica le recenti modifiche alla Legge sugli interporti, varata nel 1990, di cui da tempo si chiedeva un aggiornamento?
La necessità di dare nuovo slancio all’operatività degli Interporti, puntando anche su un loro ruolo specifico e di primo piano all’interno del network del trasporto, impone decisioni non più rinviabili.
Quello che ci occorre sono razionalizzazione, efficienza, integrazione.
Occorre acquisire e consolidare per gli interporti una visione di sistema, di rete in grado di integrare queste realtà con le infrastrutture portuali e le direttrici principali delle merci.
Occorre invertire la tendenza al calo del trasporto ferroviario delle merci, ed evitare la dispersione di risorse in modo da concentrare attenzione, potenziamento e sviluppo sui nodi strategici ed ottimizzare i processi.

Ricordo che un paio di anni fa la UIR organizzò un roadshow, con una tappa anche presso CePIM, per promuovere l’intermodalità e il ruolo degli interporti. Ritiene che ad oggi la situazione sia cambiata?
Quel roadshow, così come in generale le azioni di Uir, hanno avuto ed hanno il merito di moltiplicare l’attenzione, aumentare la conoscenza su questi temi e allargare il consenso.
Oggi c’è una sempre maggiore e più diffusa consapevolezza, ma molto rimane ancora da fare.
Non abbiamo, ed è veramente necessario, un Piano esecutivo nazionale per lo sviluppo dell’intermodalità e ci muoviamo con tempi troppo lunghi.
Serve maggiore celerità per potersi confrontare con la domanda internazionale, in linea con gli standard degli altri Paesi europei.

Secondo lei, cosa c’è e cosa manca in Italia per realizzare concretamente l’intermodalità?
La particolare conformazione oro-idrografica del nostro territorio può essere vista come un limite o come una risorsa per lo sviluppo di una rete integrata di vie di comunicazione per il transito delle merci.
Dipende da come si guarda ad essa.
Io credo che – se consideriamo gli ottomila chilometri di coste, le canalizzazioni naturali, i bacini industriali e le aree ad elevata vocazione produttiva settoriale, i centri urbani dotati di posizionamento e allineamenti strategici – possiamo considerare tutti questi come fattori critici di successo.
Manca ancora, purtroppo, una visione d’insieme che superi i localismi orientandosi verso criteri di efficienza.
Non parlo solo di infrastrutture, ovviamente, ma anche di processi, di incentivazioni e di burocrazia.

Ritiene che sia indispensabile in Italia un’Autorità per i Trasporti? Perché?
È un organismo necessario per la sua funzione di garante di equità nelle condizioni di accesso alle infrastrutture e nei criteri minimi di qualità dei servizi.

Parliamo ora di CePIM in particolare: può indicarci un elemento di forza e uno di debolezza nel contesto dell’interportualità italiana ed europea?
L’esperienza e la proiezione sulle esigenze dei nostri partner e clienti ci ha insegnato che l’efficienza poggia le sue basi anche sulla flessibilità.
Questa ci ha consentito di fornire di volta in volta le risposte più adeguate e di sviluppare i rami e i settori più strategici per crescere.
Le dimensioni delle nostre infrastrutture e la nostra governance ci permettono pertanto flessibilità e capacità non solo operativa ma anche gestionale, adattandosi agli scenari che si evolvono in maniera sempre più rapida.
L’isolamento, tuttavia, non solo materiale, per quelle strutture e quei collegamenti che tardano a realizzarsi può costituire un ostacolo alla crescita e all’internazionalizzazione.

Al convegno ‘Lean Warehousing: utile e possibile’ del 24 ottobre CePIM ha presentato i servizi specifici ad alto valore aggiunto messi in campo per Case New Holland, settore macchine agricole.
Ci sono altri settori per i quali CePIM ha messo a punto servizi specifici?

Ogni cliente ha esigenze diverse, in linea con le caratteristiche delle merci che ci affida.
Svolgiamo, ad esempio, operazioni di travaso di prodotto da container ad autosilos, operazioni di trasformazione di imballo primario secondo le esigenze ricettive dei clienti finali.
Perseguiamo l’ottimizzazione dei flussi di trasporto di andata e ritorno, facendo convergere sui mezzi i prodotti di terzi, realizzando economie di scala nell’interesse del cliente e favorendo una migliore qualità della vita attraverso l’utilizzo dell’intermodalità.
Effettuiamo per altri clienti operazioni specifiche, come ad esempio il taglio lamiere in diverse dimensioni, e servizi ad alto valore aggiunto come il magazzino in sospensione Iva e il magazzino doganale.

Chiudiamo con una domanda sul futuro: quali sono le linee di sviluppo di CePIM e quali i progetti che intendete realizzare?
In generale, puntiamo sullo sviluppo di tutta la catena della logistica integrata con particolare riguardo ai servizi rivolti al territorio.
Lo sviluppo dell’intermodalità, quale fattore strategico di crescita e razionalizzazione, e l’internazionalizzazione sono altri due obiettivi prioritari.
Lavoriamo alla realizzazione di un network logistico internazionale, puntando sulla capacità di offrire un trasporto intermodale competitivo rispetto al tutto strada, rivolgendoci soprattutto ai mercati dei Paesi Brics e a quelli emergenti, tra i quali in particolare Turchia e Kazakhstan.

Contatti:

CePIM Spa
Piazza Europa, 1
43010 Bianconese di Fontevivo Parma
Luigi Capitani
Amministratore delegato
Email: luigi.capitani@cepimspa.it
Tel. 0521 615 711
Internet: http://www.cepimspa.it





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