Premessa
A inizio dicembre, durante l’incontro annuale sulla logistica presso la camera di commercio italo-tedesca, Maurizio Maresca, docente dell’Università di Udine, ha rilanciato l’ipotesi di creare una struttura italiana presso Monaco per lo smistamento delle merci.
L’ipotesi di un retroporto Italia vicino a Monaco di Baviera circola da un anno.
Infatti, l’Interporto di Monaco è quasi arrivato alla saturazione e si sta parlando di realizzare una nuova struttura, aprendo un terminal a Augsburg, a 50 chilometri da Monaco.
All’interporto di Monaco viene smistata la merce in entrata e in uscita dalla Baviera, e l’Italia sta quindi pensando di partecipare come quota azionaria a questo progetto, la cui gestione è a maggioranza pubblica: una parte delle quote andrebbe ad autorità locali e ferrovie e l’altra parte sarebbe privata.
Sebastian Lechner, segretario generale dell’Associazione Trasportatori e Aziende Logistica della Baviera – Lbt – ha esortato gli spedizionieri a intrecciare contatti tra Italia e Germania.
Si tratterebbe di un’occasione importante soprattutto per i porti italiani, che potrebbero trarre vantaggio dalla posizione strategica di Ausburg: via Basilea è collegata al corridoio Genova-Rotterdam – quindi al porto del capoluogo ligure e a quello di Savona; via Brennero al porto della Spezia; via Klangenfurt con il corridoio Baltico-Adriatico, che termina con Trieste ma si può spingere fino a Venezia.
I porti di Savona, Genova e La Spezia si trovano in una posizione privilegiata rispetto alle rotte che attraversano il Mediterraneo, che in questi anni sta diventando sempre più il principale canale di sbocco per i traffici commerciali europei.
Per quanto riguarda i collegamenti verso Nord, i porti liguri costituiscono il naturale sbocco sul mare per l’area tra le più ricche e produttive dell’Europa, costituita dal nord Italia, dalla Svizzera, l’Austria e il sud della Germania, in un raggio di 500 km dagli scali.
I porti liguri sono collegati con la Germania dal Corridoio Tirreno – Brennero, mentre il Corridoio Genova – Rotterdam assicura i collegamenti con la Svizzera e l’Europa Centrale.
Si tratta dei corridoi ferroviari e autostradali che costituiscono gli assi portanti della Trans – European Network.
Le Autorità Portuali liguri si pongono come obiettivo di promuovere una sempre più efficiente integrazione fra i porti liguri e le zone retroportuali.
In questo senso, il sistema di trasporto ferroviario è l’elemento chiave per assicurare l’integrazione fra i diversi nodi della rete infrastrutturale: porti, aree logistiche, mercati.
Per questo i Ligurian Ports si sono posti obiettivi precisi: “Da un lato potenziare ulteriormente la capacità di penetrazione verso i mercati europei, agganciandosi ai nuovi tunnel svizzeri del Loetschberg e del Gottardo e il Brennero, attraverso la realizzazione di nuove grandi infrastrutture (il Terzo Valico genovese e la Pontremolese alla Spezia); dall’altro sfruttare al meglio le molte opportunità offerte dalle infrastrutture ferroviarie esistenti che presentano ancora significativi margini di capacità, attraverso una gestione del servizio ferroviario più flessibile e rispondente a logiche e costi industriali, predisponendo collegamenti shuttle fra i porti e l’hinterland mediante mezzi di trazione dedicati”.
In occasione del Forum Italo – Tedesco Lorenzo Forcieri, presidente del porto della Spezia, ha commentato l’ipotesi di un retroporto italiano presso Monaco, affermando: “Trovo l’idea molto interessante.
Ci potrebbe essere l’interesse a partecipare sia da parte degli interporti, sia delle Autorità Portuali italiane.
Rappresenterebbe un riequilibrio della presenza italiana in Germania“.
Forcieri ha quindi ribadito il ruolo dei porti liguri: “Abbiamo detto che i porti italiani e liguri funzionano, e bene, e si stanno attrezzando per crescere ulteriormente grazie ad investimenti, provenienti perlopiù da privati.
Comunque abbiamo avuto riscontro del fatto che cresce sempre più il numero degli operatori tedeschi che guardano con interesse verso di noi.
Anche per quanto riguarda tempi e costi i dati ci confermano che siamo allineati con i porti del nord Europa e forse anche più competitivi”.
Le relazioni commerciali Italia – Germania
Nel 2011 le esportazioni dell’Italia verso la Germania sono aumentate del 12,5% rispetto al 2010, per un totale di 49 miliardi di euro: un dato in valore che supera di circa 2 miliardi il livello raggiunto nel 2008 prima della crisi economica.
Per quanto riguarda le importazioni dell’Italia dalla Germania, queste sono invece aumentate a un tasso (5,8%) sensibilmente inferiore a quello delle esportazioni, raggiungendo il valore di 62 miliardi di euro.
I dati sono stati forniti dal Rapporto Paesi Congiunti, secondo i quali l’interscambio Italia – Germania si è chiuso nel 2011 con un disavanzo della bilancia commerciale pari a 13 miliardi di euro, in miglioramento rispetto al deficit di oltre 15 miliardi di euro dell’anno precedente.
Per quanto riguarda le esportazioni italiane, la Germania, sempre per l’anno 2011, è stata il principale Paese acquirente per le imprese italiane, con il 13,1% sul totale dell’export.
I settori che nel 2011 hanno fatto registrare incrementi superiori alla media sono stati le macchine per impiego generale (+19,1%), le parti e accessori per autoveicoli e motori (+19,7%), i medicinali e preparati farmaceutici (+16,5%) e in particolare gli articoli in gomma (+29,1%), le apparecchiature di cablaggio (+23,4%), le materie plastiche (+14,4%), nonché i metalli di base preziosi e altri metalli non ferrosi ( +16,6%) come anche il settore dei tubi e profilati di cavi in acciaio (+19,8%).
Inoltre i saldi settoriali hanno mostrato un avanzo mercantile rilevante per il comparto delle parti e accessori per autoveicoli che ha chiuso il 2011 con un surplus di 931 milioni di euro.