Premessa
Lunedì 3 dicembre si è svolto presso la Sala Congressi S.I.TO Interporto ad Orbassano il convegno “Una nuova frontiera per la logistica sanitaria – dal rifiuto all’energia”, con la collaborazione della Regione Piemonte, dell’Ospedale San Luigi Gonzaga di Orbassano, e di Fotorecuperi Srl.
A partire dalla domanda se sia possibile creare energia pulita dai rifiuti ospedalieri, il convegno ha affrontato diversi aspetti, fino alla presentazione del progetto pilota che verrà sperimentato al San Luigi Gonzaga di Orbassano, in collaborazione con Fotorecuperi, in cui verrà utilizzato un nuovo sistema per gestire il materiale di scarto.
I temi della giornata, inerenti a questo settore, sono stati l’evoluzione del sistema di gestione dei rifiuti sanitari pericolosi infettivi, le nuove piattaforme per la gestione del servizio di raccolta dei rifiuti sanitari, il trattamento e la valorizzazione energetica dei rifiuti sanitari, le tecnologie e i processi di gassificazione di combustibili solidi secondari derivati da rifiuti sanitari, i sistemi SOFC per utilizzi stazionari, la presentazione del progetto pilota “SMART HOSPITAL”, i meccanismi di incentivazione della produzione di energia elettrica dagli impianti a fonti rinnovabili, la formazione tecnico superiore come modello di integrazione tra scuola e lavoro, e infine gli aspetti giuridici ed ambientali nell’utilizzo di procedure innovative e le nuove tecnologie per la gestione dei rifiuti.
A fine giornata è intervenuto Osvaldo Napoli, Parlamentare della Camera dei Deputati, che ha affermato: “Il progetto pilota presentato oggi offre l’esempio di come una collaborazione tra enti e società diverse come l’Ospedale San Luigi Gonzaga di Orbassano, la SITO Interporto di Torino e la Fotorecuperi, realtà quindi pubbliche e private, possa produrre significative e positive ricadute per la società e per l’ambiente”.
Il progetto all’ospedale di Orbassano
Un nuovo modo di gestire il materiale di scarto, che verrà sperimentato all’ospedale San Luigi di Gonzaga di Orbassano, è il progetto ideato e sviluppato da Fotorecuperi, e studiato e collaudato dal Politecnico di Torino, con il nome di “Smart Hospital: esperienza pilota di gestione dei rifiuti sanitari pericolosi infettivi con sistema di sterilizzazione esterno alla struttura sanitaria”.
Il progetto vede un impianto con costi di realizzazione notevolmente contenuti rispetto agli impianti di termovalorizzazione, con promettenti ricadute economiche per l’utenza di un’ottica di maggior ecocompatibilità.
Questo impianto permette la sterilizzazione del rifiuto e la sua conversione in combustibile non fossile, con un processo che permette di annullare il pericolo infettivo e di produrre un materiale maneggiabile senza rischi, riutilizzabile in campo energetico ed identificato dalla stessa norma come Combustibile da Rifiuti (C.D.R.).
L’impiego del materiale può avvenire in quei settori che necessitano di combustibili non derivanti da sostanze fossili: cementifici, aziende metallurgiche e impianti di teleriscaldamento, per fare alcuni esempi.
La normativa nazionale ed europea indica obiettivi di minore produzione, pericolosità ed impatto ambientale.
Finora il sistema più innovativo era l’impiego di contenitori riutilizzabili e rigenerabili per il “confezionamento” ed il trasporto, e impianti di termovalorizzazione destinati esclusivamente al trattamento dei rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo, per lo smaltimento.
Con il D.P.R. 254/2003 – art. 7, è stato stabilita la possibilità di sterilizzare i rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo invece del loro smaltimento mediante incenerimento.
Il sistema di sterilizzazione sviluppato da Fotorecuperi è quindi un’importante innovazione per il recupero dei rifiuti sanitari ed ha ottenuto l’Autorizzazione Integrata Ambientale dalla Provincia di Torino, ai sensi del D.L. 152/2006 (Testo Unico Ambientale).
Si prevede che a fine percorso sperimentale, il progetto pilota produrrà un contenimento complessivo dei costi di gestione, tra trasporto e smaltimento, del 15-30%.
Più in generale, l’Interporto di Orbassano ha un ruolo importante nei progetti a km zero.
Infatti, come ha spiegato Daniela Ruffino, Presidente dell’Interporto, “l’interporto di Orbassano, situato in posizione strategica nei confronti dell’Ospedale San Lugi, è particolarmente attento a questo progetto in quanto crediamo possa consentire, mediante una politica a km zero nel trasporto dei rifiuti sanitari, un concreto contenimento delle emissioni di CO2.
Inoltre è interessante anche in prospettiva delle nuove strategie e connotazioni che il nostro interporto, come gli altri interporti italiani, sta accingendosi a ridisegnare per il prossimo futuro”.
“Smart Hospital”, il progetto pilota ideato da Fotorecuperi che verrà sperimentato nell’Ospedale San Luigi di Orbassano, rientra nel progetto generale TESMAHYPRO – Technological System Layout for Medical Wastes Management and their Energetic valorization via hydrogen production.
Lo scopo di questo progetto, come si legge dal testo prodotto dalla Direzione Innovazione, Ricerca e Università, settore della Ricerca, Innovazione, Competitività, della Regione Piemonte, è un sistema di gestione e trattamento dei rifiuti sanitari, in modo da valorizzarlo dal punto di vista energetico attraverso la produzione di idrogeno.
L’apparecchiatura usata si basa sul principio del calore ad umido, ed ha lo scopo di trasformare i rifiuti in un prodotto secco, omogeneo dal punto di vista fisico, chimico, biologico e morfologico.
Mentre gli altri sistemi di termovalorizzazione comportano l’uso immediato dell’energia elettrica e termica prodotta in continuo, con questo sistema che produce un vettore energetico stoccabile, il gas idrogeno, è possibile utilizzare l’energia potenziale dove e quando è necessario, trasformandola attraverso l’impiego di celle a combustibile, eventualmente accoppiate a motori elettrici, sia in energia elettrica sia in energia termica sia in energia meccanica.
Lo studio del lay-out serve a sviluppare un modo automatizzato di trattamento dei rifiuti ospedalieri appartenenti alla tipologia “rifiuti a rischio di pericolo o contaminazione”, ma il progetto intende studiare anche il lay-out generale d’impianto, in particolare la disposizione planimetrica razionale e conveniente degli elementi del processo produttivo, come apparecchiature, attrezzature, materiali.
Inoltre il progetto TESMAHYPRO prevede anche la valutazione di altre tipologie di rifiuti – come frazioni vegetali, frazioni di macellazione animale, scarti alimentari, materiale organico per il compostaggio e la produzione di fertilizzanti, scarti della lavorazione ittica – per la valorizzazione energetica e successiva produzione di idrogeno.