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Logistica e sanità.
Indagine UPS: le norme ostacolano la produttività del settore.


Outsourcing

Logistica e sanità.

18 Ottobre 2012

Il supporto logistico per le compagnie sanitarie

Dalla ricerca annuale UPS, quest’anno incentrata sulle preoccupazioni in merito alla logistica sanitaria – “Pain in the Supply Chain Healthcare Survey” – emergono timori da parte dei manager nel settore sanitario concernenti le troppe normative dei singoli paesi.

La logistica si conferma una parte sempre più essenziale nella sanità.
Molte industrie sanitarie hanno cambiato negli ultimi cinque anni le strategie di business con una distribuzione diretta ai fornitori, comprendendo anche le farmacie ed i singoli pazienti.

Questo nuovo modello imprenditoriale è stato possibile grazie ai nuovi canali distributivi.
In questo senso la maggior prerogativa sembra essere la flessibilità.

Per questo un supporto logistico si pone sempre più come essenziale per gestire i cambiamenti nel settore.
Inoltre con l’influenza sempre maggiore della biologia nel mercato, il trasporto di prodotti sanitari è diventato particolarmente complesso.
Per questo le compagnie devono assicurarsi la sicurezza ed un’adeguata protezione per i prodotti del settore.

La strategia che le compagnie sanitarie sembrano aver intrapreso è l’investimento nelle nuove tecnologie, in modo da poter monitorare non solo la localizzazione dei loro prodotti, ma anche la condizione dei prodotti in modo da assicurarsi che siano in condizioni ottimali, soprattutto a livello termico.
I cambiamenti nel settore sanitario sono in continua evoluzione, per questo le compagnie stanno investendo nel supporto logistico in modo da avere un vantaggio competitivo, per espandersi nel mercato globale.

UPS 2012 Pain in the Supply Chain Healthcare Survey

La ricerca annuale di UPS “Pain in the Supply Chain” interroga un campione di dirigenti del settore logistico a livello internazionale.
La quinta indagine annuale riguarda le opinioni dei dirigenti di aziende del settore farmaceutico, biotecnologico e delle apparecchiature medicali, interrogando un campione da Stati Uniti, Europa occidentale, Asia e America Latina.

L’interrogazione quest’anno è stata infatti incentrata sulle priorità che secondo i manager della logistica sanitaria sono d’interesse per il settore, sui cambiamenti che hanno riscontrato negli ultimi anni e sui piani per il futuro.

Secondo la ricerca, nel 2012 le compagnie sanitarie globali hanno come priorità l’adesione alle normative, la penetrazione globale e la sicurezza.
La maggiore preoccupazione sembra infatti riguardare le norme e le regolamentazioni che comprometterebbero le decisioni manageriali nel settore sanitario.

Tali normative stanno portando la necessità di un incremento nella protezione produttiva ed il contenimento dei costi.
Secondo l’indagine la percezione del mercato sanitario varia a seconda delle regioni mondiali.
Negli Stati Uniti le preoccupazioni in merito alle norme sono espresse dal 63% degli intervistati, dal 59% degli intervistati dell’Europa occidentale, e dal 72% in Asia.

Le regolamentazioni dei vari paesi sarebbero infatti una barriera per l’espansione globale.
Complessivamente al primo posto nelle preoccupazioni per l’andamento del mercato sanitario, per il 52% degli intervistati, si colloca l’aumento delle regolamentazioni, seguito dalle riforme sanitarie e dai cambiamenti legislativi.

Nonostante le difficoltà date dalla crisi economica degli ultimi cinque anni, la ricerca evidenzia che continua l’intento da parte dei dirigenti del settore sanitari di crescere ed investire nel mercato.

E’ inoltre emersa, in relazione ad un mercato che ormai è diventato globale, l’esigenza di ricercare soluzioni tecnologiche sempre più all’avanguardia per garantire la competitività nel settore.

In questo senso le priorità del 57% degli intervistati riguardano la sicurezza del prodotto, mentre il 47% ha espresso come priorità il contenimento dei costi di produzione e di quelli derivanti dallo scarto produttivo.
Anche per quanto concerne i costi, il maggior ostacolo sono le regolamentazioni, per il 65% degli intervistati.

Come strategia per l’espansione del mercato sanitario, per l’83% degli intervistati la soluzione è l’investimento nelle nuove tecnologie, in particolare nell’ambito manageriale, e attraverso le nuove tecnologie per il web.
Con l’evolversi del mercato sanitario, le compagnie stanno avviando nuove soluzioni per la distribuzione.
In questo senso, l’organizzazione manageriale deve diventare flessibile.
La spedizione diretta ai fornitori e ai distributori è necessaria per un maggior accesso al mercato per il 20% degli intervistati, segue il contenimento dei costi attraverso l’aumento della distribuzione per i grossisti, infine la spedizione diretta ai pazienti.

Nell’espansione globale, emerge in particolare il dato proveniente dall’Asia, dove l’88% degli intervistati ritiene di volersi espandere nei prossimi tre-cinque anni, attraverso l’incremento di nuovi canali di distribuzione (77%) e di nuove tecnologie (71%).
Al contrario i manager dell’Europa occidentale intendono investire dando priorità alle nuove tecnologie (86% degli intervistati), il 74% degli intervistati si dice interessato all’espansione globale ed il 59% a nuovi canali distributivi.

Le norme in Italia

I recenti provvedimenti del Governo italiano hanno evidenziato l’intento di contenere la spesa del mercato farmaceutico e sanitario e di avviare una razionalizzazione organizzativa.
Questi sono stati gli interventi emersi prima con la Spending Review di luglio, poi con il Decreto Balduzzi, recentemente ridotto.
Il Decreto stabiliva importanti interventi nel settore della distribuzione farmaceutica, in particolare in riferimento alla prescrizione dei farmaci equivalenti e branded, ai tetti di spesa per la farmaceutica ospedaliera e territoriale, esprimendo le modalità di riparto degli importi derivanti da sforamento, infine gli sconti a carico delle farmacie e delle aziende farmaceutiche e la revisione del Prontuario Terapeutico Nazionale e l’accesso ai farmaci innovativi.

La parte farmaceutica del decreto è stata dimezzata dalla Commissione Affari sociali della Camera.
L’articolo 11 riguardante la revisione straordinaria del prontuario farmaceutico nazionale è stato stravolto.

I farmaci prima destinati alla fascia C non lo sono più, inoltre non sarà più possibile avviare la procedura di rinegoziazione del prezzo per i medicinali che non soddisfano il criterio di economicità in rapporto all’effetto terapeutico.
Per quanto riguarda i farmaci monodose, saranno le Regioni a sperimentare, nei limiti delle loro disponibilità di bilancio, sistemi di riconfezionamento, anche personalizzato, e di distribuzione dei medicinali agli assistiti in trattamento presso strutture ospedaliere e residenziali, al fine di eliminare sprechi di prodotti e rischi di errori e di consumi impropri, compito che nel Decreto era stato affidato alle farmacie ospedaliere.

Il Ministro Renato Balduzzi ha così commentato le modifiche: “Le norme erano volte a realizzare il migliore equilibrio possibile tra le esigenze dell’industria e quelle della salute dei cittadini.
L’obiettivo era di portare l’industria verso traguardi più vicini a quelli del Servizio sanitario nazionale.

Complessivamente l’intenzione non era di penalizzare l’industria ma dare maggiori certezze, per esempio su tempi e tutela dei brevetti”.

Comincia da lunedì 15 ottobre, l’iter parlamentare.
Approdato in Aula, il decreto dovrà essere votato.
Le Commissioni che hanno valutato il Decreto si sono mostrate favorevoli anche se con condizioni e osservazioni, tranne La Commissione delle Attività Produttive, che si è espressa contrariamente.





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