Nonostante la crisi mondiale, il traffico aereo internazionale ha ottenuto risultati positivi. In Italia si preferisce ancora il trasporto su strada o su ferro.




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Merci nei nostri cieli: la situazione del trasporto cargo aereo.

11 Maggio 2012

Premessa


Il suo nome in russo significa “sogno” e a guardarlo da vicino fa davvero impressione per le dimensioni: è l’ Antonov-225 “Mriya“, unico esemplare esistente dell’aereo cargo più grande del mondo.

“Pilotarlo – spiega il comandante – è come pilotare qualunque altro aeroplano.

Non c’è alcuna difficoltà particolare per le dimensioni.
Però è un aereo molto costoso, infatti viene usato solo per carichi molto pesanti”.

Il Mriya vale 300 milioni di dollari e farlo volare è molto costoso.

Tanto che l’aereo resta inutilizzato per molti mesi all’anno.

Costruito negli anni ’80, l’Antonov-225 è lungo 84 metri, alto 18 e ha un’apertura alare di quasi 90 metri.

Con 6 motori e una velocità massima di 850 km/h è l’unico aereo al mondo che può trasportare carichi fino a 250 tonnellate.

Lo scorso 30 marzo l’Antonov-225 è atterrato a Malpensa attraendo su di sé moltissimi sguardi.

Ma notizie del genere non si sentono spesso perché il trasporto aereo non è la prima scelta nel mondo dell’autotrasporto italiano.

Sappiamo infatti che il cargo aereo in Italia rappresenta da sempre il nostro tallone d’Achille, poiché il mondo dell’autotrasporto preferisce le modalità via strada e rotaia piuttosto che viaggiare tra i cieli.

Probabilmente la causa è da ricercare nella merce da trasportare, poiché questa modalità di trasporto si rivolge a tipologie merceologiche pregiate, che subiscono anche un incremento di valore aggiunto in termini di sicurezza, rapidità ed efficienza.

Da non dimenticare il fattore quantità, il quale incide notevolmente sulla scelta logistica finale da utilizzare.

Le aziende, oggi, scelgono di offrire un servizio che sia, innanzi tutto, efficiente e quindi veloce in termini di disponibilità al cliente.

Gioca a sfavore anche questa crisi mondiale che incide negativamente sul trasporto aereo poiché diminuisce i volumi totali della merce trasportata, oltre all’aumento esponenziale del costo del carburante che è fattore determinante della situazione di difficoltà e poca crescita di questo periodo.

Il trasporto aereo, abbiamo detto, si riferisce a spostamenti di merce in ampi volumi e, dunque, trarre le conclusioni viene facile: meno merce che viaggia e minor volontà di offrire un servizio veloce al cliente.

Ma aiutiamoci con i dati forniti dagli esperti e vediamo effettivamente come sta andando il mercato del cargo aereo negli ultimi mesi, dal punto di vista italiano e da quello internazionale.

Positivi i trasporti internazionali tra i cieli


Gli ultimi dati relativi al mese di marzo 2012 a livello internazionale non segnano un panorama negativo, qualcosa si muove, seppur lentamente: il trasporto aereo globale delle merci segna un incremento del 2,2% sul mese precedente e dello 0,3% su marzo 2011, mentre il confronto annuale del primo trimestre registra un calo dello 0,7%.

Nei prossimi mesi, però, si valuterà in particolare e si andranno ad inviduare le conseguenze dell’impatto dell’aumento dei prezzi dei carburanti e della tassazione sul trasporto aereo, dato sicuramente molto importante considerato che il 35% del valore delle merci scambiate a livello globale transita per via aerea.

Il dato di marzo è lievemente favorevole, ma non bisogna trarre conclusioni affrettate poichè questa tendenza potrebbe essere stata fortemente condizionata dal Capodanno cinese che quest’anno è caduto a febbraio, causando così un rallentamento delle attività produttive (e quindi del trasporto globale) in Cina in quel mese e un conseguente recupero a marzo.

L’andamento globale del primo trimestre del 2012 segna una flessione dello 0,7% (condizionata dal calo dello 0,9% del traffico internazionale, mentre quello nazionale è cresciuto dello 0,5%). Nel trimestre si registrano andamenti molto diversi secondo le regioni. Quelle maggiormente industrializzate mostrano dati negativi: -4,4% l’Europa, -3,2% l’Asia Pacifico e -0,2% l’America settentrionale. Viceversa, il Medio Oriente ha una crescita a doppia cifra (+14,6%), mentre America Latina e Africa segnano una lievissima crescita (entrambe al +1%).

A livello internazionale, nel più ampio panorama della logistica, il trasporto aereo è forse la modalità che prima di altre è riuscita a riemergere dalla profonda difficoltà causata dalla crisi.

La terza edizione del Transport Survey, elaborato dallo studio legale Norton Rose, lo conferma.

I 110 operatori che hanno preso parte allo studio dichiarano che il mercato si è rimesso in moto e nel 2011 sono aumentati in modo significativo gli ordini per la costruzione di nuovi aeromobili, che significa una certa fiducia da parte delle compagnie nel reperire i capitali necessari.

Sono gli imprenditori i più fiduciosi, diversamente dagli armatori, nel trovare linee di credito da parte delle banche.

Nonostante anche le compagnie aree continuino a portare avanti programmi di razionalizzazione dei costi e delle risorse, nel settore sono diversi gli attori che approfittano di questo momento per allargare la propria quota di mercato dal punto di vista geografico.

Le ragioni alla base sono principalmente le potenzialità di sviluppo rappresentate dai mercati dell’Estremo Oriente e del Medio Oriente oltre all’Africa e al Centro-Sud America.

In Italia


In Italia la protagonista delle ultime discussioni sul trasporto cargo è Assologistica, che individua il problema del trasporto cargo aereo nei costi degli spazi aeroportuali per gli operatori logistici del cargo aereo.

“I gestori degli aeroporti nazionali, con la loro ostinata politica di alti profitti sull’affitto degli spazi di movimentazione e stoccaggio merci stanno decretando il fuori mercato degli operatori logistici del cargo aereo nazionale, costretti a pagare una media di circa il 35% in più rispetto ai concorrenti degli altri aeroporti europei“, scrive Assologistica in una nota.

Il presidente dell’associazione della logistica, Carlo Mearelli, precisa: “Questo gap sta creando una pericolosa distorsione di mercato che favorisce lo spostamento dei traffici su altri hub aeroportuali europei, a detrimento delle nostre imprese nazionali e a tutto vantaggio degli altri aeroporti europei; per non parlare del costo sociale ambientale, per il conseguente aumento dell’aviocamionato”.

Assologistica, quindi, scrive all’Enac, il referente principale di regolamentazione “dell’aria”, chiedendogli un intervento “che ristabilisca trasparenza e parità di condizioni di mercato per le nostre imprese”.

I punti deboli e le possibili minacce alla crescita – secondo gli operatori del trasporto aereo – sono le indecisioni e l’immobilismo politico, un’eventuale ulteriore stretta creditizia e un peggioramento della crisi economica globale.

Le preoccupazioni dovute alla disponibilità di spesa delle aziende e i timori legati ai costi crescenti del carburante rappresentano, infatti, i maggiori punti interrogativi per il comparto.

Per queste ragioni, molti degli operatori auspicano misure politiche volte a incentivare la spesa dei consumatori anche attraverso agevolazioni fiscali o altre misure di rilancio dell’economia.

I dati


Citiamo due dati del 2011 spulciando nell’archivio: rispetto a Gennaio 2011, l’aereo merci italiano ha perso a Novembre 2011 ben quattro punti percentuali, mentre nei primi undici mesi del 2011 il mercato ha perso, sullo stesso periodo del 2010, lo 0,7%.

La crescita del traffico nazionale nel 2011 si è poi assestata all’1,2%, quella del traffico europeo al 25%, in particolare su Amsterdam, Parigi e Londra.

La rotta Milano-Roma è rimsata stabile rispetto al 2010, con 1.523.000 passeggeri.

Sono cresciuti anche i nuovi vettori Air Baltic e Air Malta, che hanno iniziato a operare alla fine 2010 (rispettivamente +68mila e +60mila passeggeri).

Milano Malpensa nel 2011 si è confermata come primo aeroporto cargo in Italia per numero di merci trasportate.

Questo nonostante la crisi si sia fatta sentire anche in questo settore, vero campanello d’allarme dello stato di salute di un’economia, con la sospensione dei voli del vettore Cargo Italia

. Ma la crescita dei vettori che operano sullo scalo milanese, che nel 2011 hanno trasportato oltre 17 mila tonnellate di merce in più rispetto al corrispondente periodo del 2010, ha consentito a Malpensa di registrare un incremento del 4,2%, del traffico cargo, con buone performance sia nel segmento all cargo (+2,3%), che rappresenta oltre il 71% del traffico merci dello scalo, sia in quello dei voli misti (+9,3%).

Risultato che conferma l’interesse dei principali vettori all cargo internazionali per lo scalo, è stato sostenuto in particolar modo dalla crescita del comparto export (+10,6%).





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