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RAEE: trend positivo e nuovi obiettivi per il 2016.
Bilancio 2011 positivo per il sistema di ritiro e trattamento dei rifiuti elettrici ed elettronici, ma c'è ancora molto da fare.


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RAEE: trend positivo e nuovi obiettivi per il 2016.

27 Aprile 2012

Premessa


Duecentosessantamila tonnellate, con un aumento di circa il 6% rispetto al 2010.
È tutto positivo il bilancio annuale sul sistema di ritiro e trattamento dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche in Italia.

Secondo l’ultimo rapporto realizzato, infatti, dal Centro di Coordinamento Raee, sistema nazionale di gestione dei Raee, a 5 anni dalla sua nascita, l’Italia ha raggiunto e superato l’obiettivo di 4 kg per abitante previsto dalla normativa europea e conferma i trend di crescita degli anni precedenti.

Nel 2011 sono stati raccolti complessivamente 260.090.413 kg di Raee.

Tra le tipologie di Raee raccolti, 1 su 3 appartiene al Raggruppamento R3 (tv e monitor), 1 su 4 a R1 (apparecchiature refrigeranti), 1 su 4 a R2 (grandi elettrodomestici) e 1 su 6 al Raggruppamento R4 (piccoli elettrodomestici e Ict).

Altro dato positivo riguarda l’incremento della raccolta delle sorgenti luminose (R5), con un più 20% nell’ultimo anno e quasi il 50% in più rispetto al 2009.

Si pongono a questo punto nuovi obiettivi, l’Europarlamento, infatti, ha approvato la nuova Direttiva sui Raee: entro il 2016 il 65% (in peso) degli apparecchi elettrici ed elettronici immessi sul mercato dovrà essere recuperato: per l’Italia significa che il sistema dovrà raggiungere una media pro-capite pari a circa 10 kg/ab.

La raccolta


Secondo una recente ricerca Ipsos, il vero problema dei RAEE nel nostro Paese è rappresentato dalla raccolta.
Molti italiani (il 21%) non sanno cosa sia un’isola ecologica o non ne hanno mai utilizzata una (24%).

Il 58% dei grandi elettrodomestici dismessi dai consumatori non è ritirato dai rivenditori; nel caso dei piccoli elettrodomestici la percentuale sale fino all’88%: di questi almeno il 17% viene trattato in maniera scorretta, mentre il 51% resta inutilizzato nelle case dei consumatori.

Per quanto riguarda le apparecchiature informatiche ed elettroniche la situazione non migliora: l’86% non viene ritirato dai negozianti.

Il secondo dato di particolare interesse è la scarsa informazione dei cittadini sul tema dei RAEE: il 71% degli italiani non ne sa assolutamente nulla.

Regione per regione ed esempi virtuosi


Tornando ancora al Rapporto 2011, emerge che le regioni del Nord ancora una volta hanno raggiunto risultati migliori soprattutto in termini di raccolta media pro-capite.

La Valle d’Aosta è la Regione più virtuosa con 7,41 kg/ab. mentre la Lombardia raccoglie più Raee in termini assoluti con 50.410.852 kg ed è anche la regione italiana che ospita il più alto numero di Centri di Raccolta, 805.

Come, ad esempio, la varesina Ecodom, che con 34 aziende consorziate e una quota del 65% circa nel mercato dei grandi elettrodomestici, nel 2011 ha gestito il 33,5%, in termini di peso, di tutti i RAEE raccolti in Italia.

Sempre in area lombarda, si trova il Centro Servizi RAEE (CSR), nato come spin-off da DHL, leader mondiale della logistica, che vanta un know-how in tutte le principali competenze specialistiche del mondo dei rifiuti elettronici.

Il Trentino Alto Adige, con poco più di 20 Centri di Conferimento ogni 100mila abitanti, registra il valore più alto in Italia.

Nel Centro Italia persistono difficoltà soprattutto per quel che riguarda la raccolta media pro-capite, che si attesta a 3,69 kg/ab.

Nel Lazio, in particolare, si registra un decremento di oltre il 15% mentre la Toscana è la prima Regione del Centro con 5,38 kg di Raee raccolti per abitante.

Nelle regioni del Mezzogiorno resta ancora molto da fare.
La raccolta pro-capite infatti è inferiore della media nazionale (2,80 kg/ab.).

Da evidenziare, tuttavia, i positivi risultati della Sardegna, con una raccolta nettamente al di sopra della media nazionale (5,68 kg/ab.), e il caso della Sicilia, che negli ultimi 3 anni è passata da fanalino di coda in Italia alla seconda Regione più virtuosa del Sud.

Dai dati, insomma, emerge che il sistema Italia è in continua evoluzione, nonostante la crisi economica che ha fatto registrare, nell’ultimo trimestre del 2011, una contrazione degli acquisti degli Aee con conseguente riduzione dei Raee.

È quindi necessario un ulteriore sforzo da parte di tutti gli addetti ai lavori, dei cittadini e delle istituzioni per il raggiungimento di traguardi futuri e la conferma del sistema Italia come modello all’avanguardia e di efficienza anche all’estero.

La Guida


Si prenda, ad esempio, anche l’iniziativa di Confindustria Anie che ha pubblicato, con la collaborazione della Camera di Commercio di Milano e di UnionCamere, la “Guida all’applicazione del regime di “new waste” per i Raee professionali: uno strumento di orientamento per tutti i produttori di apparecchiature elettriche ed elettroniche professionali, grazie al quale gli operatori possono reperire suggerimenti di “buon senso” all’esatta interpretazione della normativa vigente, in mancanza di indicazioni legislative precise.

Le criticità della situazione di fatto vigente dal 2011 riguardano soprattutto i produttori di Raee professionali, che necessitano di indicazioni chiare per assolvere gli obblighi normativi, mentre per i RAEE domestici l’attuale formulazione del decreto 151 è già sufficiente per consentire ai produttori l’adempimento dei relativi obblighi.

Dal gennaio 2011 è stato introdotto il sistema di “responsabilità individuale” per i Raee nuovi, noto anche come regime di “new-waste”.

Ad oggi però non è possibile implementare tale regime poiché mancano alcuni strumenti attuativi del D.Lgs 151/2005 – ovvero il decreto tariffe e il decreto garanzie – fondamentali per rendere effettivo ed operativo il sistema.

In particolare, si rende necessario adottare uno standard europeo di identificazione del produttore di un’apparecchiatura elettrica ed elettronica nel momento in cui questa giunge a fine vita, e l’introduzione di un meccanismo di finanziamento dei Raee nuovi, i cui oneri spettano ai produttori a fronte di garanzie per ciascuna RAEE immessa sul mercato, secondo modalità da definire con un apposito Decreto Ministeriale ad oggi non ancora emanato.

La paradossale situazione fa sì che ad oggi i produttori siano sanzionabili dalla medesima legge che sono impossibilitati a rispettare.





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