Due anni fa su Logisticamente.it avevamo presentato il primo Rapporto di Sostenibilità di consorzio Ecodom, costituito nel 2004 dai maggiori produttori di elettrodomestici bianchi allo scopo di gestire i Rifiuti derivanti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (RAEE) in ottemperanza al Decreto Legislativo 151/2005 e al Decreto Ministeriale attuativo 185/2007.
Rimandando all’articolo già citato per tutte le informazioni su cosa siano i RAEE, sulle loro categorie, sui raggruppamenti e su come vadano gestiti, ritorniamo qui sull’argomento sia perché la reverse logistics in generale, nel contesto di una necessaria ed auspicabile riduzione dell’inquinamento, costituisce al tempo stesso una fetta di mercato molto importante e una criticità da gestire in modo adeguato ed estremamente oculato, sia perché il 2010, per i RAEE in particolare, è stato un anno molto importante per vari motivi.
In primo luogo, i dati di questo Rapporto rilevano non solo una forte crescita dei RAEE trattati, ma anche il raggiungimento dell’obiettivo di raccolta europeo dei fatidici 4 kg/abitante: si tratta di un obiettivo tardivamente raggiunto (il termine avrebbe dovuto essere il 31 dicembre 2008), che oltretutto, stando all’incremento della produzione di rifiuti, verrà prossimamente adeguato dall’Unione Europea, e si tratta di una quota che ci relega a fanalino di coda dell’Europa (i paesi più virtuosi sono già a quota 16 kg per abitante), ma è pur sempre un fatto positivo.
In secondo luogo, e questo è un dato positivo non solo per l’ambiente e per i consumatori, ma anche per gli operatori logistici, nel 2010 è entrato finalmente in vigore il tanto auspicato Decreto Ministeriale 65 dell’8 marzo 2010, che prescrive il ritiro “uno contro uno” (ne avevamo dato notizia anche su Logisticamente.it), ovvero la possibilità di consegnare direttamente e gratuitamente al negoziante o al punto vendita il televisore (o il telefono, o il frigorifero, o il pc, ecc.) vecchio al momento dell’acquisto di quello nuovo, anziché doverlo portare alle isole ecologiche allestite dai Comuni.
Non solo: il Decreto 65 ha introdotto la possibilità per i distributori di elettrodomestici di organizzare propri luoghi di raggruppamento in cui stoccare i RAEE, e in base al protocollo d’intesa sottoscritto il 24 giugno 2010 dal Centro di Coordinamento RAEE, dall’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) e dalle organizzazioni di categoria della distribuzione, i Sistemi Collettivi effettueranno il ritiro dei RAEE presso i siti di cui sopra, evitando in tal modo ai distributori l’onere del trasporto dei RAEE ai centri di raccolta.
Il Rapporto di Sostenibilità è piuttosto corposo, 112 pagine, ed estremamente dettagliato: in questa sede intendiamo mettere in evidenza le principali novità e proporre alcuni dati, invitando chi fosse interessato ad approfondire a scaricarlo gratuitamente nella versione integrale dal sito internet di Consorzio Ecodom all’indirizzo http://www.ecodom.it
Per capire meglio quale sia l’impatto complessivo dell’attività di gestione dei RAEE dal punto di vista del dispendio energetico, sono stati calcolati anche i consumi “fuori perimetro”, ovvero che esulano dalle attività di diretta competenza di Ecodom: sono stati quindi stimati anche i consumi a monte – il trasporto dei RAEE da casa ai Centri di Raccolta – e quelli a valle – la gestione delle attività di trasporto agli impianti di trattamento secondario, in conferimento in discarica, ecc.
Inoltre, per cogliere il valore e il reale impatto di questa attività, si è proceduto a un confronto tra due scenari.
Lo scenario a), corrispondente allo stato attuale, ovvero alla corretta gestione dei RAEE: lo si ottiene sommando i consumi energetici lungo tutta la filiera, della raccolta dei RAEE fino al riciclo finale da parte degli impianti che utilizzano le materie prime seconde derivanti dal trattamento dei RAEE per realizzare prodotti finiti.
Lo scenario b) è ipotetico e si riferisce invece a una condizione (“nessuna gestione dei RAEE“) nella quale Ecodom “non esiste” e i RAEE non sono raccolti in modo differenziato, ma vengono trasportati e smaltiti in discarica, senza trattamento e/o recupero.
Questo secondo scenario valuta i consumi energetici che sarebbero necessari per ottenere lo stesso quantitativo di materie prime recuperate col processo di trattamento dei RAEE, ma a partire dall’estrazione in miniera.
Dal quadro riassuntivo, dividendo i consumi energetici ottenuti per le tonnellate di RAEE gestiti, si vede che il costo energetico del riciclo è stato, per il 2010, di 4 GJ/tonnellata di RAEE – scenario a) – mentre per ottenere la stessa quantità di materiale a partire dalla materia prima tale costo sale a circa 30 GJ/t – scenario b).
Il beneficio energetico complessivo per l’anno 2009 è stato di circa 1,98 milioni di GJ, su un totale di RAEE gestiti pari a 75.954 tonnellate.
Nel 2010 tale beneficio è salito a circa 2,28 milioni di GJ, per 89.045 tonnellate di RAEE, con un incremento del risparmio di circa 300 mila GJ: utilizzando un termine di paragone concreto e significativo, è stato evitato un consumo energetico pari a quello dei consumi domestici di una popolazione di 550.000 abitanti (due città come Verona e Catania messe insieme).
Per stimare l’impatto complessivo delle attività di gestione dei RAEE dal punto di vista delle emissioni di gas serra (CO2), è stata seguita un’impostazione analoga al precedente paragrafo, ovvero sono stati messi a confronto due scenari: lo scenario a) è quello reale (“corretta gestione dei RAEE“), ottenuto sommando le emissioni derivanti da tutte le fasi della gestione dei RAEE, dalla consegna ai Centri di Raccolta al trattamento al riciclo da parte degli impianti che usano le materie prime seconde dericanti dal trattamento per realizzare prodotti finiti.
Lo scenario b), ipotetico, delinea una situazione (“nessuna gestione dei RAEE“) in cui Ecodom “non esiste” e i RAEE non sono raccolti in modo differenziato, ma vengono trasportati e smaltiti in discarica, senza il corretto processo di trattamento.
Inoltre, questo scenario valuta le emissioni che si produrrebbero per ottenere lo stesso quantitativo di materie prime recuperate col processo di trattamento dei RAEE, ma a partire dall’estrazione in miniera.
La differenza tra lo scenario b) e lo scenario a) fornisce il bilancio delle emissioni di gas serra, ossia le emissioni evitate di CO2 equivalente.
Per quanto riguarda le emissioni di gas serra, dunque, risulta che, dividendo le emissioni di CO2 per le quantità di RAEE gestiti, le emissioni derivanti dalle attività di riciclo sono state, nel 2010, pari a 0,2 tonnellate di CO2 per tonnellata di RAEE – scenario a).
Per ottenere la stessa quantità di materiale a partire dalla miniera, le emissioni salgono a circa 20,8 tonnellate di CO2 per tonnellata di RAEE – scenario b).
Il beneficio complessivo nell’anno 2009 è stato pertanto di circa 1,37 milioni di tonnellate di CO2 evitate, su un totale di RAEE gestiti pari a 75.954 tonnellate.
Nel 2010 tale beneficio è salito a oltre 1,83 milioni di tonnellate di CO2 evitate su 89.045 tonnellate di RAEE trattati, con un incremento di oltre 462 mila tonnellate di CO2 evitate: sempre utilizzando un paragone significativo, è stato evitato di immettere in atmosfera la quantità di CO2 che può essere assorbita in un anno da un bosco esteso quanto l’intera provincia di Ancona.
L’introduzione al capitolo dedicato alla performance ambientale del Rapporto Ecodom è firmato da Edo Ronchi, Presidente di Fondazione per lo sviluppo sostenibile, che citiamo a conclusione di questa sintesi perché fornisce alcune informazioni in merito alla nuova direttiva europea, che andrà a prescrivere obblighi più precisi e vincolanti in materia di recupero dei RAEE.
La nuova direttiva fissa la raccolta differenziata separata dei RAEE al 65%, in funzione della quantità di apparecchiature immesse nel mercato nei due anni precedenti, per tutte le tipologie – domestici e professionali – a partire dal 2016.
Per avere un’idea del salto richiesto, stando ai dati Eurostat, nel 2008 la percentuale di raccolta separata è stata del 16,5%: per centrare gli obiettivi europei sarà quindi necessario quadruplicare le quantità raccolte separatamente, e per farlo occorrerà un forte impegno di tutti.
Secondo Edo Ronchi, «I consumatori e gli utilizzatori professionali devono essere maggiormente coinvolti nella raccolta separata, anche con una forte campagna informativa, e dovrebbero essere incoraggiati a riportare i RAEE, quando acquistano nuove apparecchiature, ai rivenditori, oppure alle idonee strutture attrezzate, assicurando loro che possano restituire almeno gratuitamente i loro rifiuti.
Anche i Distributori dovrebbero essere chiamati, non solo astrattamente dalle norme, ma da precisi e specifici coinvolgimenti, a contribuire al successo della raccolta dei RAEE.
Occorre poi che tutta la filiera funzioni a meraviglia, fino alla rete delle imprese che effettuano operazioni di raccolta, riciclaggio e di trattamento che dovrebbero garantire adeguate capacità, adeguata presenza territoriale e buon livello tecnologico e gestionale».
Ci uniamo all’auspicio di Edo Ronchi, augurandoci, molto modestamente, che anche il lavoro di informazione che abbiamo fatto e continueremo a fare su Logisticamente.it possa dare anche un minimo contributo all’obiettivo della salvaguardia ambientale.