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A scuola di interporti e logistica da Ce.P.I.M.
«Sostanzialmente, ciò che distingue un 'interporto' propriamente detto da una 'piattaforma logistica' è la presenza di un terminal ferroviario». Esordisce così Nicola Paradiso, Direttore Marketing & Sviluppo Commerciale di Ce.P.I.M. Spa.


Outsourcing

A scuola di interporti e logistica da Ce.P.I.M.

13 Dicembre 2010


All’interporto di Parma un’occasione per imparare
In base alla Legge 240/90, si definisce ‘interporto’ «un complesso organico di strutture e di servizi integrati e finalizzati allo scambio delle merci tra le diverse modalità di trasporto, comunque comprendente uno scalo ferroviario idoneo a formare o ricevere treni completi e in collegamento con porti, aeroporti e viabilità di grande comunicazione».

«Sostanzialmente, ciò che distingue un ‘interporto’ propriamente detto da una ‘piattaforma logistica’ è la presenza di un terminal ferroviario».
Esordisce così Nicola Paradiso, Direttore Marketing & Sviluppo Commerciale di Ce.P.I.M. Spa, nella relazione tenuta il 20 novembre 2007 presso il Centro Direzionale dell’Interporto di Parma: facendo chiarezza su una questione tutt’altro che prettamente burocratica o terminologica, perché lo scopo principale degli interporti è stato individuato proprio nello sviluppo dell’intermodalità.

L’occasione per ribadire questo concetto, forse ancora rimasto tale, è stata la visita di una delegazione di imprenditori e rappresentanti di Confindustria proveniente dall’Umbria, che ha partecipato a un workshop in cui sono state illustrate le caratteristiche e le potenzialità operative di un interporto nel contesto di razionalizzazione dei flussi di merce e fornitura di servizi alle imprese di un determinato distretto produttivo.

La delegazione era composta anche da Giuseppe Mascio, assessore regionale alle Infrastrutture e alle Politiche per la Mobilità, e Maurizio Cipollone di SviluppUmbria Spa, Società Regionale per la Promozione dello Sviluppo Economico dell’Umbria.

Al termine della relazione di Nicola Paradiso, sono state molte le domande poste sia dai singoli imprenditori sia dalle istituzioni presenti, che si sono mostrati interessati sia a questioni immediatamente operative sia a chiarimenti sul funzionamento dell’interporto e sul rispettivo ruolo degli attori coinvolti.

«Siamo lieti di questa visita – ha sottolineato l’Amministratore Delegato di Ce.P.I.M. Spa Salvatore Senese – e di avere l’opportunità di presentare il nostro modello di struttura dedicata alla logistica intermodale».

Oggi un interporto ha tre obiettivi principali:

 

  • la concentrazione dei flussi;
  • la razionalizzazione del territorio in funzione del trasporto;
  • il contributo alla diminuzione dell’impatto ambientale.

 

 

«Ed è proprio in questo alveo – continua Salvatore Senese – che si sviluppa la nostra progettualità, orientata all’aumento di competitività ed efficienza del sistema produttivo locale in prospettiva geo-economica globale».


La logistica in Umbria: difficoltà attuali e voglia di crescere

In base ad una indagine commissionata da Unioncamere Umbria alla Società Aster su La domanda dei servizi di trasporto merci e logistica in Umbria presentata il 20 aprile 2007, è emerso che le principali criticità delle infrastrutture di trasporto in Umbria sono scarsa accessibilità, carenze infrastrutturali e marginalità rispetto alle grandi direttrici europee e nazionali.

Quasi l’83% delle merci viene movimentato esclusivamente su gomma, mentre è estremamente basso l’utilizzo della ferrovia sia nella modalità esclusiva (1%) sia in quella combinata.
L’area dell’Italia centrale costituisce la destinazione di quasi il 60% dei beni prodotti in regione, con circa il 24% al nord ovest, il 15% al sud ed isole, mentre il restante 2,7% al nord est.

Sono previsti interventi che mirano a rompere l’isolamento della regione: verrà attuato l’adeguamento della Orte-Mestre, principale arteria di traffico regionale, verrà posto rimedio al deficit di collegamenti stradali con la rete nazionale e verrà ammodernata la dotazione ferroviaria regionale per dare impulso all’intermodalità.

Questo studio costituisce inoltre un elemento importante per orientare le scelte della Regione sulle diverse modalità di gestione delle tre piattaforme logistiche di cui è stata terminata la fase progettuale: entro il 31 dicembre 2007 sarà indetta la gara d’appalto per la piattaforma di Città di Castello/S. Giustino, mentre entro dicembre 2008 verranno indette le gare d’appalto per gli interporti di Foligno e Terni-Narni.

La visita all’interporto di Parma si inserisce quindi in un percorso conoscitivo che porterà, da qui al 2020, al completamento del disegno infrastrutturale umbro per il quale, come sostiene l’assessore Giuseppe Mascio, «sarà necessario uno sforzo intenso di lavoro e di risorse finanziarie», visto che «il collegamento ai sistemi infrastrutturali e di logistica internazionali rappresenta sicuramente la priorità assoluta fra quelle regionali».


L’interporto di Parma: una realtà consolidata con la volontà di fare sistema

«In generale – come ci spiega Salvatore Senese, Amministratore Delegato di Ce.P.I.M. spa, prima dell’incontro con la delegazione umbra – occorre ragionare in termini di aree produttive, andando oltre i confini regionali, che hanno valenza amministrativa e non operativa».

Emerge quindi la consapevolezza che per razionalizzare il flusso delle merci, per fornire servizi e soprattutto per uno sviluppo dell’intermodalità che contribuisca a togliere traffico su gomma, è essenziale una progettualità che veda il singolo interporto inserito in una rete che deve beneficiare delle necessarie infrastrutture di collegamento.

L’interporto di Parma, con un’area complessiva di 2.500.000 metri quadrati (di cui 500.000 coperti) e circa 15 chilometri di binari ferroviari, è collegato all’autostrata A1/A15 attraverso la Via Emilia, alla rete ferroviaria nazionale attraverso la linea Milano-Bologna, ai porti di Genova e La Spezia (A15/A12), agli aeroporti di Parma, Milano e Bologna.

Con 80 aziende operanti nel settore della logistica e dei trasporti, 1.500 addetti, 5 milioni di tonnellate di merce movimentata nel 2006 (di cui 1 milione e mezzo su ferrovia), l’interporto di Parma verrà ampliato da una nuova area intermodale di 60.000 metri quadrati (start-up: 2008) e da un nuovo terminal container di 150.000 metri quadrati (start-up: 2010).

Molto interessante il progetto Shuttle con il porto della Spezia, che dista da Parma circa 100 chilometri: si tratta di un servizio cadenzato di collegamento su ferrovia, che sfrutterà poi i collegamenti dell’interporto verso sud in direzione Bologna, verso est in direzione degli interporti di Verona e Padova, e verso nord in direzione di Milano.





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