Dopo la flessione del 2023, la Logistica conto terzi torna a crescere e consolida il proprio ruolo strategico nella catena del valore industriale italiana. Nel 2025 il fatturato del comparto raggiunge 112,4 miliardi di euro, con una crescita dell’1,9% in termini nominali, a conferma di un settore che, pur esposto a volatilità e shock esterni, mantiene una capacità di adattamento superiore alla media. Le imprese attive nella Contract Logistics sono circa 79.000, un dato sostanzialmente stabile dopo i cali degli anni precedenti: un equilibrio che segnala selezione competitiva, ma anche tenuta della base industriale. In questo scenario, la logistica non è più solo costo operativo, bensì leva di resilienza, differenziazione e continuità del servizio, soprattutto in presenza di filiere globali frammentate e mercati in progressivo riassestamento.
L’Osservatorio Contract Logistics del Politecnico di Milano evidenzia come il contesto in cui operano gli operatori logistici sia caratterizzato da forte incertezza geopolitica, che si traduce in oscillazioni dei volumi e variabilità dei costi lungo tutta la supply chain. A questo si aggiunge una strutturale difficoltà nel reperire manodopera, in particolare per i ruoli operativi di magazzino e trasporto, con impatti diretti su produttività, saturazione degli impianti e qualità del servizio. Il settore reagisce con un crescente dinamismo: nel solo 2025 si registrano 24 operazioni di M&A, segnale di una tendenza alla integrazione verticale, a un maggiore ricorso a dipendenti diretti e a catene operative più corte. Il risultato è una filiera che punta a ridurre i passaggi intermedi, presidiare i processi critici e migliorare il controllo su dati, performance e rischi operativi.
L’altro grande driver di trasformazione è rappresentato dall’adozione di intelligenza artificiale nella logistica. Secondo lo studio, il 30% delle aziende committenti italiane ha già attivato progetti basati su queste tecnologie e la quota è destinata a crescere fino al 44% nei prossimi tre anni. Oggi l’utilizzo è più diffuso nelle attività d’ufficio (26%), dove viene impiegata per gestione ordini, previsione della domanda, pianificazione e supporto alle decisioni, mentre il 16% delle imprese applica soluzioni avanzate anche nelle operazioni sul campo, dal magazzino al trasporto. L’81% delle aziende che ha introdotto sistemi evoluti dichiara di aver riscontrato benefici tangibili, con un livello medio di soddisfazione pari a 7,7 su 10: un segnale chiaro che l’adozione non è più sperimentazione marginale, ma componente strutturale della roadmap digitale.
I risultati misurati spostano il baricentro del dibattito da “se” adottare tecnologie avanzate a “come” farlo in modo sostenibile. L’intelligenza artificiale viene interpretata prevalentemente come leva di potenziamento, non come strumento di sostituzione massiva del lavoro umano: solo l’11% delle aziende dichiara di aver avuto come obiettivo primario la sostituzione di attività svolte dalle persone, mentre il 24% orienta i progetti a rafforzare le capacità del personale. I benefici principali si concentrano su quattro assi: miglioramento del livello di servizio, maggiore affidabilità di previsioni e piani; aumento della produttività nei processi chiave; riduzione dei costi operativi e amministrativi; migliore equilibrio ambientale, grazie a un uso più efficiente di mezzi, energia e infrastrutture. La ricerca sottolinea inoltre come l’innovazione non si esaurisca nei software, ma coinvolga la governance aziendale e, in modo decisivo, la qualità dei dati che alimentano i modelli.
L’indagine individua quattro fattori critici di successo per l’introduzione di soluzioni avanzate nella logistica:
Le imprese che non hanno ancora adottato strumenti avanzati citano come barriere principali la difficoltà di valutazione del ritorno economico e la carenza di competenze gestionali per individuare le aree applicative più promettenti. In altre parole, la distanza non è tanto tecnologica quanto culturale e organizzativa. Lo studio evidenzia come la combinazione di intelligenza umana e sistemi avanzati rappresenti la chiave per affrontare sfide di efficienza, sostenibilità e competitività globale, in un contesto in cui i manager della logistica sono consapevoli che il modello di mercato precedente non è più riproducibile e sono chiamati a ripensare strategie e processi lungo tutta la filiera.
Il quadro che emerge è quello di una logistica italiana in transizione verso modelli più integrati e data-driven, dove la stabilizzazione del numero di operatori, la crescita del fatturato e il consolidamento tramite M&A convivono con investimenti in intelligenza artificiale e nuove competenze. La Contract Logistics entra così in una fase in cui automazione, analisi avanzata dei dati e sostenibilità diventano elementi non più opzionali ma strutturali. Per chi opera nel settore, la priorità non è solo adottare nuove tecnologie, ma costruire un ecosistema in cui dati, persone e processi siano allineati a un obiettivo comune: rendere la supply chain più robusta, flessibile e capace di generare valore misurabile nel tempo.
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