Lush è nata nel 1995 con l’obiettivo di offrire alternative etiche ai cosmetici tradizionali. Oggi il marchio britannico è sinonimo di produzione artigianale, ingredienti naturali e una supply chain che integra sostenibilità, tracciabilità e innovazione. Il sito produttivo di Poole, nel Dorset, rappresenta il fulcro logistico dell’azienda, dove si realizzano oltre 40,5 milioni di bombe da bagno l’anno. Ogni processo, dall’approvvigionamento alla distribuzione, è improntato al rispetto dell’ambiente e dei diritti umani.
Il modello Lush di approvvigionamento privilegia la filiera corta, come dimostra il caso dei mirtilli raccolti a mano in una fattoria locale a pochi chilometri dallo stabilimento. Questi frutti vengono surgelati entro poche ore dalla raccolta, preservandone colore e proprietà nutrizionali. Il fornitore, prima realtà commerciale del Regno Unito a coltivare mirtilli dopo la Seconda guerra mondiale, dimostra come tradizione e innovazione possano coesistere nella logistica alimentare applicata alla cosmetica.
Lush si avvale di oltre 1000 fornitori nel mondo, monitorati tramite audit, visite in loco e strumenti di mappatura digitale come Authenticate. Ogni fornitore viene valutato secondo criteri stringenti che includono certificazioni etiche per le materie prime a rischio, come il cacao equosolidale, essenziale per garantire trasparenza lungo l’intera catena di fornitura.
La logistica Lush è progettata per resistere a shock esterni come le recenti crisi del cacao. La capacità interna di sviluppare nuove formulazioni consente all’azienda di aggirare colli di bottiglia e carenze, integrando ingredienti ad alto impatto positivo. L’equilibrio tra strumenti digitali per la previsione della domanda e decisioni umane condivise è fondamentale: l’azienda rifiuta strutture gerarchiche rigide, promuovendo un dialogo costante tra reparti.
Nel periodo di picco, come Natale o San Valentino, il personale raddoppia. Nonostante i volumi, la freschezza resta prioritaria: ogni prodotto viene venduto entro tre mesi dalla produzione, con un impatto diretto sulle scelte logistiche e sui tempi di distribuzione.
Il 2024 ha visto Lush accelerare anche sul fronte della logistica sostenibile. L’azienda punta a spedire l’80% delle merci via mare, riducendo drasticamente le emissioni rispetto al trasporto aereo o su gomma. Un altro esempio concreto è il Green Hub, centro interno dedicato al compostaggio degli scarti di produzione, che valorizza i rifiuti trasformandoli in risorsa.
La sostenibilità per Lush non è un obiettivo astratto ma una pratica quotidiana integrata nella strategia aziendale. Anche piccoli accorgimenti, come il packaging compostabile o i solid shampoo bar, rappresentano scelte logistiche mirate a ridurre l’impatto ambientale lungo tutta la supply chain.
Dietro ogni prodotto Lush si nasconde un sistema logistico complesso e virtuoso. L’azienda applica criteri ESG rigorosi in tutte le fasi, dal procurement alla spedizione, passando per la progettazione di prodotti facilmente trasportabili e poco ingombranti. Il successo di prodotti virali come Super Milk o Sticky Dates è gestito con un approccio agile, dove la collaborazione tra tecnologia e persone fa la differenza.
In un settore dominato da logiche di profitto e outsourcing massivo, Lush rappresenta un caso scuola per la logistica etica, con un modello scalabile che coniuga competitività e rispetto del pianeta. Un esempio da osservare con attenzione per chi, nel mondo della supply chain, vuole coniugare efficienza e responsabilità.
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