Negli ultimi anni, eventi disruptive hanno ridefinito le dinamiche delle catene di fornitura, portando il magazzino a ricoprire un ruolo centrale nella logistica. Ritardi, interruzioni e aumento dei costi di trasporto hanno sottolineato l’importanza di un magazzino ben organizzato per garantire un servizio clienti eccellente, un’evasione rapida degli ordini e un controllo dei costi. Tra le strategie per ottimizzare la gestione, la classificazione delle scorte è essenziale per ridurre gli sprechi e migliorare l’efficienza operativa.
Il Metodo ABC, basato sull’analisi di Pareto, suddivide le scorte in tre classi:
Questa metodologia permette di focalizzare risorse e attenzione sugli articoli più critici, ottimizzando l’uso di tempo e budget.
Una classificazione efficace può basarsi su:
Entrambi gli approcci migliorano la disponibilità dei prodotti e il servizio clienti.
Il First In, First Out (FIFO) garantisce che i prodotti immagazzinati per primi vengano utilizzati o spediti per primi. Essenziale in settori come:
Questo metodo minimizza gli sprechi e assicura la conformità normativa, ma richiede un’accurata organizzazione degli spazi e tracciabilità delle scorte.
Il Last In, First Out (LIFO), opposto al FIFO, prevede che le scorte più recenti vengano utilizzate per prime. Questo approccio è utile in mercati con costi di acquisto variabili, ma non è adatto a prodotti soggetti a scadenza o deterioramento. Una gestione accurata è fondamentale per evitare stock obsoleti.
Il Just in Time (JIT) mira a ridurre al minimo le scorte, rifornendo solo quando necessario. Questo approccio:
Tuttavia, richiede una supply chain altamente integrata. Per affrontare le incertezze recenti, molte aziende stanno adottando il Just in Case (JIC), mantenendo scorte maggiori per garantire continuità operativa in caso di interruzioni.
La scelta della metodologia di classificazione delle scorte non è universale ma deve adattarsi alle specifiche esigenze aziendali. Investire in una gestione ottimizzata permette non solo di migliorare l’efficienza interna, ma anche di rafforzare la resilienza della supply chain in uno scenario globale sempre più complesso.
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