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Dal capannone alla comunità: le nuove frontiere della logistica piacentina
Scopri come un piccolo comune si trasforma in un epicentro logistico, dove tradizione e modernità si fondono per plasmare il futuro


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Dal capannone alla comunità: le nuove frontiere della logistica piacentina

4 Settembre 2023

Nel cuore dell’Appennino piacentino, a Cerignale, un concentrato di menti brillanti – fra sindaci, imprenditori e ricercatori – si riunisce per affrontare le sfide dello sviluppo.
La regione è una testimonianza vivente di come risorse naturali come acqua, boschi e comunità siano al centro del cambiamento.
Le valli piacentine rappresentano un equilibrio unico tra turismo enogastronomico e un crescente settore vinicolo, che beneficia della collaborazione con rinomate università come Pollenzo e Piacenza.
Ma non è tutto, nella pianura sorgono maestosi capannoni, testimoniando la potenza della logistica.

L’hypermoderno piacentino

Piacenza, con la sua piattaforma logistica, è diventata un punto nevralgico per il trasporto merci, collegando Milano e Genova.
Nei magazzini Amazon lavorano circa 2.000 persone, mentre Moncler ne impiega un migliaio.
Questa presenza industriale ha un impatto profondo nella vita quotidiana di Castel San Giovanni.
Questa cittadina di 14.000 residenti si sta trasformando, evolvendo come un centro urbano in continua mutazione, rappresentando un barometro per comprendere le nuove dinamiche tra produzione, comunità e ambiente.
Negli ultimi vent’anni, la popolazione è cresciuta di circa il 20%, spinta dall’innovazione industriale.
Sorprendentemente, il 25% dei nuovi arrivati sono stranieri.
Attualmente, il 40% della forza lavoro locale è impegnata nel settore logistico, con il 77% di questi che lavora in grandi stabilimenti.
Questa concentrazione mette in luce le sfide del modello di sviluppo attuale, fortemente legato all’industrializzazione della rete.

La piattaforma logistica piacentina si presenta come una fusione tra innovazione tecnologica e l’essenza dell’industrializzazione.
Tuttavia, le tensioni sociali evidenziano la necessità di una rinnovata governance e una maggiore attenzione alle dinamiche lavorative.
Se le fabbriche logistiche si stanno trasformando in iper-luoghi, ciò che accade al di fuori di esse rappresenta la vera sfida.
L’innovazione impone un rinnovamento non solo nelle strutture produttive, ma anche nella costruzione della società.
È fondamentale ideare nuovi enti comunitari in grado di rispondere alle esigenze dell’evoluzione industriale.
Pur essendo essenziali la fornitura di servizi di qualità e la realizzazione di infrastrutture, la vera prova è costruire comunità solide e unite.
In questo scenario, emergono due figure chiave: da un lato, le rappresentanze sindacali, che devono conciliare le esigenze di vita e lavoro; dall’altro, i sindaci, che si trovano in prima linea nel tentativo di risolvere questioni legate all’integrazione e all’accoglienza, sia in aree montane che in ambiti logistici.

Quest’anno, a Cerignale, si è voluto premiare l’impegno di figure come Marco Bussone e Roberto Pella per le Comunità Montane e l’ANCI, che rappresentano l’essenza della comunità.
Un plauso anche a Suor Maria Giovanna delle Case della Carità, che lungo l’Appennino Emiliano crea spazi di sostegno e assistenza per anziani, emarginati e migranti.
Forse, nei prossimi anni, sarà opportuno ampliare l’orizzonte e spostarsi dalle alte valli piacentine fino a Castel San Giovanni, passando per Piacenza e Lodi, fino a Milano.
La questione dell’evoluzione e della convivenza non riguarda solo le aree periferiche, ma è fondamentale per l’intero tessuto sociale.

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