Se per tutta la gestione logistica le emissioni risultano in linea con i grossi volumi movimentati, è nella consegna all’utente finale che si ha un picco delle emissioni inquinanti.
Questo succede perché nella fase finale i veicoli che si occupano delle consegne a domicilio viaggiano spesso semivuoti, spesso poi accade che per una consegna si debbano fare più tentativi.
È stato calcolato, infatti, che i veicoli che si occupano delle consegne dell’ultimo miglio rientrano in magazzino con il 10% delle merci non consegnate.
Ottimizzare la filiera logistica significa rendere anche l’ultimo miglio performante come tutte le altre fasi, non solo per ridurre l’inquinamento ma anche per ridurre i costi.
In tal senso sono in fase di test diverse modalità per ottimizzare la consegna finale. Un caso interessante è rappresentato dall’azienda norvegese Nimber che ha allestito un sistema basato sul networking. L’azienda si occupa di creare collegamenti tra chi spedisce e chi si deve recare nello stesso luogo di consegna delle merci, coordinando gli spostamenti.
Dopo due anni di attività l’azienda è in grado di movimentare oltre mille pacchi al mese. Altro esempio è costituito dal progetto Novelog che, in una città del Belgio, ha iniziato ad installare armadietti in luoghi strategici della città dove i camion scaricano i pacchi. La novità sta nel fatto che questi armadietti sono in condivisione tra tutte le aziende che si occupano di spedizioni.