Evolversi o estinguersi. È la legge della natura, ma anche del mercato, del business.
A dirlo è il Boston Consulting Group nella sua ricerca “The digital imperative in freight forwarding”.
Tra le righe del testo si intravede un messaggio rivolto a chi non ha ancora digitalizzato i processi e le attività logistiche delle proprie imprese di spedizioni.
Mail, fax, documenti cartacei: tutte soluzioni comunicative ormai sorpassate che se non sostituite con altre più all’avanguardia potranno contribuire all’estinzione di migliaia di aziende troppo “vecchio stampo”.
Lo studio, ha poi analizzato i nuovi modelli di operatore: da start-up come Freightos e Flexport che offrono piattaforme digitali che migliorano e velocizzano l’esperienza del cliente, ai giganti Maersk e Kuehne+Nagel, che stanno incubando nuovi progetti per digitalizzare i servizi di trasporto e spedizioni.
Ci sono poi i vettori e gli integrator, che rispettivamente puntano a evitare le intermediazioni degli spedizionieri e a tenere sotto controllo la catena logistica dei prodotti.
Si tratta di un mercato, quello dell’innovazione, che muove investimenti pari a qualcosa come 130 miliardi di dollari l’anno, mentre dal 2012 al 2017 sono stati 3,3 i miliardi di dollari investiti in start-up che offrono servizi digitali nel mondo dello shipping e della logistica.