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Bofrost sperimenta l’intelligenza artificiale per la spesa innovativa
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5 Ottobre 2017

Bofrost sperimenta l’intelligenza artificiale per la spesa innovativa

Comunicato Stampa

Fa ricerche sui prodotti, risponde alle domande sugli ingredienti, registra gli ordini e dà informazioni su spedizione e consegna.
Il tutto con lo smartphone, perché il dialogo fra il cliente e il chatbot avviene attraverso Telegram, app di messaggistica istantanea.
Un chatbot che ha già fatto passi da gigante: ha preso vita quando i suoi ideatori – tre giovani sostenuti da Bofrost e Talent Garden Pordenone – hanno fondato una start–up, A Cute Robot, per trasformare la loro idea innovativa in realtà.

“Bofrost È sempre alla ricerca di canali innovativi per raggiungere la clientela – commenta Gianluca Tesolin, amministratore delegato di Bofrost – Finanziando una start–up giovane, portiamo in azienda idee fresche e un modo nuovo di pensare.
Un’opportunità importante per sviluppare servizi rivolti alla nostra clientela Business Food (cioè dove i dipendenti, per i pasti, si avvalgono dei prodotti e servizi Bofrost) e poi, successivamente, per i clienti privati che vivono nelle aree metropolitane.
Per la prima fase di test ci siamo rivolti a due partner friulani: A2Bgroup, di Udine, e Talent Garden di Pordenone: due realtà orientate all’innovazione e alla digital transformation”.

A spiegare come un chatbot può facilitare gli acquisti sono tre fondatori di A Cute Robot, Niccolò Zamborlini, Carlo Nicolò Drigo e Maksim Sinik. “Si tratta di un nuovo canale di vendita che si affianca agli altri adottati da Bofrost – spiegano i tre startupper – Il suo compito è di facilitare l’accesso ai prodotti e servizi Bofrost da parte di nuovi utenti e di semplificare l’esperienza d’acquisto, portandola in uno strumento d’uso comune come lo smartphone, attraverso l’instant messaging”.

Il chatbot (da chat + robot) è un interlocutore virtuale che aiuta a fare acquisti condivisi, aggregando gli ordini di un gruppo di persone.
Il punto di forza di questa intelligenza artificiale è costituito dalla sua conoscenza dei prodotti ed è capace di chattare con i colleghi (nel caso di un azienda) che fanno parte del gruppo d’acquisto rispondendo alle domande, facendo ricerche specifiche e dando indicazioni su eventuali promozioni.

“Con un linguaggio naturale, come se si parlasse con una persona, si può poi dire al chatbot di aggiungere i prodotti al carrello e verificare quando è programmata la spedizione – continuano i tre fondatori di A Cute Robot – La logistica viene semplificata riducendo al minimo il numero di consegne.
Gli appartenenti al gruppo possono gestire in autonomia il proprio ordine, che verrà aggregato alla spesa dei colleghi creando un unico ordine per azienda e ricevere, così, i pasti da consumare”.

La fase di sperimentazione sarà fondamentale per “insegnare” al chatbot a interagire con gli esseri umani.
Non serve impartire comandi con una sintassi rigida perché il software impara man mano il linguaggio naturale per dare risposte sempre più pertinenti, capire le esigenze dei clienti e aiutarli a fare la spesa.





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