(Comunicato stampa)
Sempre più spesso sentiamo la parola integrazione all’interno delle aziende, soprattutto quando c’è da pensare a come integrare i nuovi sistemi con quelli già esistenti.
Proprio per questo, la soluzione ODATio di Savoye, una piattaforma integrata di software WMS e TMS, potrebbe essere la giusta soluzione. Ma vediamo il perché.
L’ultima edizione di Intralogistica Italia tenutasi a Milano dal 3 al 6 Maggio 2022, ha dato la possibilità a Savoye di incontrare una moltitudine di persone presso lo stand, tra vecchi colleghi, competitor, fornitori e ovviamente potenziali clienti.
Proprio con i visitatori dello stand il team di Savoye ha avuto modo di scambiare quattro chiacchiere – davanti a un buon caffè mattutino o un bel bicchiere di bianco della Borgogna pomeridiano – cercando di capire quali fossero le loro necessità in termini prettamente intralogistici.
Spesso e volentieri il sostantivo femminile innovazione faceva capolino nei discorsi, chiamato in causa come un vero e proprio dovere: “abbiamo bisogno di innovare”.
Oramai viviamo in un contesto sempre più in movimento, dove le variabili in gioco tendono a cambiare con una maggiore frequenza.
Basti pensare al COVID-19, un evento che solo qualche anno fa avremmo pensato possibile unicamente in un blockbuster americano (Virus Letale con Dustin Hoffman e altri pesi massimi di Hollywood docet), un vero e proprio cigno nero che ha portato – indirettamente – a dei profondi cambiamenti in determinati ambiti della intralogistica (boom dell’e-commerce, polverizzazione e stress elevato sulla capacità di gestione e approntamento dell’ordine).
Plus, il consumatore finale risulta essere sempre più avvezzo al paradigma del tutto e subito, ovvero il poter ordinare un articolo e riceverlo in 24/48 ore massimo.
Insomma, più efficienza e più velocità.
Lato software, una buona soluzione WMS può sicuramente aiutare l’intralogistica del cliente a lavorare con maggiore efficacia ed efficienza.
In precedenti articoli si è già parlato di quali possono essere considerate le tre direttrici fondamentali per poter valutare l’innovatività di una soluzione (la sua completezza in termini di copertura funzionale, la sua flessibilità sia pre che post go-live e la sua capacità di rendere libero l’utilizzatore finale di poter adattare la soluzione alle proprie esigenze, in tempi contenuti e a costo zero), ma concentriamoci su una possibile quarta dimensione…l’integrabilità.
L’integrazione del software con sistemi già esistenti (ERP, TMS, OMS per citare qualche esempio) o con soluzioni già presenti in magazzino (magazzini verticali, magazzini compattabili, carrelli semiautomatici, piccole linee di automazione, ecc.) è sicuramente un punto da attenzionare.
Soprattutto con l’introduzione dell’iperammortamento e dell’attuale credito di imposta, questa tematica di integrazione ha preso sempre più piede all’interno delle aziende.
Sempre più spesso capita di discutere su progetti WMS con clienti che chiedono – con sempre maggiore attenzione – un’integrazione della soluzione con macchinari già presenti in magazzino.
Questa componente genera tuttora un pochino – usando un eufemismo – di ansia da parte del dipartimento IT del cliente, che tipicamente si ritrova a pensare: saranno in grado di interfacciarsi con il nostro gestionale? E se non dovesse funzionare? Quante giornate di sviluppo saranno necessarie lato gestionale per poter dialogare con il WMS? L’integrazione con le attuali soluzioni semiautomatiche sarà così semplice?
Ecco, queste domande portano a voler chiarire un punto.
La soluzione software innovativa deve essere anche perfettamente integrabile, integrabile sia con i sistemi a monte (tipicamente il gestionale) sia con i sistemi a valle.
Come è possibile? Semplicemente sfruttando la flessibilità portata dalla moltitudine di possibili interfacciamenti fornibili dalla soluzione WMS, interfacciamenti che permettono di districarsi agilmente tra le differenti e molteplici tipologie di scambio dati possibili tra i vari sistemi.
Ma concretamente…di cosa stiamo parlando? Proviamo a dare un paio di spunti ai possibili avventori per poter chiarire fin dalle prime fasi se un WMS può essere tranquillamente integrabile o meno.
È sempre bene chiedere se è presente un documento di interfacciamento standard per quanto concerne l’integrazione ERP-WMS in modo tale da poterlo analizzare e verificare con il proprio fornitore/dipartimento IT.
Tipicamente questo documento prende il nome di IRD – Interface Requirement Document – e riporta nel dettaglio le tipologie di interfacciamenti possibili (ad esempio, DB condiviso, file EDI o XML, web service, …) così come lo scambio di flussi informativi tra ERP e WMS.
È possibile procedere in modo analogo per quanto concerne l’integrazione con soluzioni semiautomatiche e automatiche, in modo tale da poter verificare con il fornitore delle stesse, l’attuabilità degli scambi tra i due sottosistemi (WMS ed eventuale WCS o Middleware).
Assolutamente no, l’integrazione è sicuramente una parte delicata che merita la massima attenzione in fase progettuale, tuttavia i dovuti accorgimenti dovrebbero portare i clienti (o meglio, i dipartimenti IT) a gestire l’ansia di integrazione…senza una dose eccessiva di camomille!
Proprio per questo, una valida alternativa è rappresentata dalla soluzione ODATiO, la piattaforma software integrata WMS e TMS di Savoye che, oltre alla sua completezza in termini di copertura funzionale, flessibilità e libertà di impiego da parte dell’utente, risulta essere adattabile alle possibili modalità di interfacciamento richieste dai sistemi presenti a monte (tipicamente l’ERP) e a valle (tipicamente soluzioni WCS o Middleware).
Basta con l’ansia da integrazione, ODATiO è la soluzione.