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Logistica 4.0: ecco come gestire la blockchain

Tracciare e proteggere i prodotti, mettersi al riparo da vendite fraudolente ma anche dare un valore aggiuntivo raccontando la storia del prodotto




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Blockchain: le applicazioni pratiche per la logistica

2 Dicembre 2019

La blockchain nel settore della logistica permette di tracciare i prodotti, e verificare la veridicità delle informazioni che li riguardano, come mai finora era stato possibile.
Così, ad esempio, si può risalire in una sorta di percorso all’indietro a tutta la storia del prodotto, dal luogo di produzione alle fasi di lavorazione fino all’arrivo al consumatore.

Oggi gli acquirenti sono sempre più attenti a molti aspetti, primo fra tutti quello della sostenibilità, quindi poter garantire la qualità e la provenienza di un prodotto permette di darne un valore aggiunto, immediatamente percepibile.

La tracciabilità permette anche di tutelare e proteggere il prodotto stesso.
Basti pensare a quanto la contraffazione danneggi in termini economici il Made in Italy.
Questo livello di tracciabilità nella supply chain è però possibile soltanto se tutte le informazioni relative a quel determinato prodotto sono verificate e soprattutto condivise, dalla marca, dal produttore, dal distributore, dal rivenditore, dai fornitori, fino al consumatore finale.

La condivisione delle informazioni avviene attraverso la blockchain.
Come funziona la tecnologia che lo rende possibile? E quali sono le applicazioni concrete?
Viene in nostro aiuto una riflessione condotta da Lanfranco Finucci, autore per Blockchain4innovation, che ha tradotto il whitepaper di VeChain.

Blockchain e scambio di informazioni

Lo sviluppo della tecnologia informatica e di Internet ha fatto sì che la collaborazione potesse diventare più efficiente.
Un’impresa o un’organizzazione oggi condivide al suo interno le informazioni in questo modo, ma quando si parla di collaborazione tra diverse entità, c’è ancora molta reticenza per via della sicurezza dei dati, della riservatezza aziendale, della privacy e della responsabilità legale.

La logistica è proprio l’esempio più lampante di informazioni che devono essere condivise tra la marca, il produttore, il distributore, il rivenditore, il consumatore, il regolatore e i vari fornitori di servizi.
Oggi esiste un modo affinché lo scambio di dati, il flusso di informazioni, sia molto più efficiente.

Il tutto grazie alla blockchain, una piattaforma globale che permette a più partecipanti di connettersi nello stesso momento e gestire gli “oggetti digitali”, gli utenti e le loro operazioni con un cosiddetto protocollo di consenso. In poche parole, un sistema sicuro.
I partecipanti, infatti, possono creare, accedere e mantenere i dati attraverso un meccanismo di consenso. I dati possono essere aggiunti, ma non manomessi.

Quando si parla di blockchain si parla di “Macchina della Fiducia”.
In pratica, varie parti possono garantire la sicurezza dei dati in un modo comodo e agevole.
Non solo il flusso delle informazioni è più accurato e tempestivo, ma viene anche trasmesso il “valore” dei dati stessi.

Digitalizzare i prodotti fisici

Come è possibile che le aziende, così come i consumatori finali, possano avere accesso alle informazioni che riguardano un prodotto, in tempo reale, con la garanzia di autenticità e che siano rispettate tutte le norme produttive, come ad esempio la conservazione di un prodotto alla giusta temperatura?
Come abbiamo visto, la blockchain permette di condividere questi dati, che si aggiornano in tempo reale.
Dal punto di vista pratico, il miglior sistema per tracciare i prodotti è quello di digitalizzarli.

Esistono diversi tipi di blockchain, che hanno rivoluzionato il modo di considerare i dati e il loro valore, anche economico, permettendo di certificare i dati e gli utenti: la prima è stata Bitcoin e poi è arrivata Ethereum.

Partendo proprio dal modello di Ethereum, esiste oggi una ulteriore possibilità, che si chiama VeChain Thor.
La blockchain VeChain è in grado di digitalizzare i prodotti fisici, utilizzando tecnologie già conosciute, come RFID, NFC o QR code.
Basta così un semplice smartphone per scansionare un QR code, oppure avvicinandosi ad un’etichetta NFC incorporata nell’oggetto.
Ecco che ad ogni prodotto può così essere associato un ID, con tutte le informazioni che, ricordiamolo, sono verificate, perché come abbiamo visto è proprio la veridicità la caratteristica principale della blockchain.

VeChain utilizza un VeChain ID (VID) univoco per contrassegnare gli oggetti con etichette IoT o sensori per creare una connessione tra la presenza fisica dell’oggetto e il suo avatar digitale sulla blockchain.
La soluzione di VeChain mette quindi insieme la crittografia blockchain, la tecnologia di verifica dell’identità, con i chip intelligenti (NFC e RFID), il Qr Code, l’Internet of Things, il cloud computing e i servizi IT aziendali tradizionali.

Tracciare la vita dei prodotti

VeChain permette di tracciare tutto il ciclo di vita dei prodotti: la catena di produzione, la logistica e l’approvvigionamento, la vendita al dettaglio e all’ingrosso, l’assistenza post-vendita e persino l’impegno del consumatore sulla blockchain per l’anti-contraffazione insieme alle tecnologie IoT.
Ogni prodotto gestito viene allocato con un VID univoco presentato da un tag IoT e registrato su Blockchain VeChainThor, che consente a ciascun player di accedere e riconoscere lo stesso oggetto in ogni fase del suo ciclo di vita.

Ecco come avviene. Il produttore stabilisce la connessione fisica tra il prodotto e il tag, immettendo informazioni come il luogo di produzione e la data, la materia prima utilizzata, le caratteristiche di artigianalità, il controllo qualità, etc.
Il proprietario del marchio può controllare il contratto intelligente per la registrazione VID per “attivare” ufficialmente il prodotto dopo il controllo qualità e l’accettazione per eliminare la possibilità di sovrapproduzione.

Vengono quindi registrati sulla blockchain i dati che riguardano le operazioni logistiche.
I sistemi di vendita al dettaglio possono eseguire il trasferimento della proprietà, il tutto attraverso il contratto intelligente.

Lotta ai furti e alla contraffazione

Secondo l’ultimo rapporto dell’International Property Rights Index 2019 il Made in Italy è il “brand” europeo più contraffatto in assoluto.
Il falso vale ben 24 miliardi di euro, ossia il 3,2% dell’export.
Ci rimette la manifattura italiana perdendo, ad esempio, 3,8 miliardi in abbigliamento/calzature; 3,2 miliardi su cibo, bevande e tabacco e 3,1 miliardi su elettronica e apparecchiature elettriche, prodotti ottici e strumenti scientifici.

Grazie alla blockchain, è sufficiente contrassegnare il prodotto originale, inserendo ad esempio un RFID, per evitare che il consumatore finale venga confuso magari da prodotti con lo stesso nome del marchio originale o simili.

Allo stesso modo, sarebbe possibile denunciare più facilmente eventuali furti.
Se tutti i prodotti sono stati “taggati”, il proprietario potrebbe compilare un inventario dei codici dei prodotti rubati, inserendoli in un elenco con “allegata” la denuncia del furto.
Questi dati verrebbero inseriti in una blockchain che permette di accludere documenti.

Il proprietario potrebbe cambiare quindi lo status di quel prodotto in “rubato”.
Ogni rivenditore, consumatore, o le stesse Fiamme Gialle, scansionando un oggetto ne controllerebbero non solo l’autenticità, ma in questo caso vedrebbero anche che il prodotto risulta essere stato rubato.

Sicurezza alimentare e catena del freddo

Uno dei grandi vantaggi dell’utilizzo della blockchain nella logistica riguarda la sicurezza alimentare.
Direct Imported Goods (D.I.G.) è una società controllata dal gruppo WaiGaoQiao che gestisce il 30% del mercato del vino importato in Cina.

Su VeChain è stata costruita una piattaforma di monitoraggio che permette ad ogni bottiglia di essere contrassegnata e registrata all’inizio del processo.

Il regolatore e D.I.G. possono utilizzare un contratto intelligente per tenere traccia dell’intero periodo di vita del vino e registrare la gestione della proprietà, dalla cantina estera, all’esportazione, fino all’importazione, l’ispezione, il magazzino nella zona di libero scambio, il centro di distribuzione e infine tutti i diversi canali di vendita e i negozi al dettaglio.
I clienti possono identificare e controllare le informazioni sul vino attraverso touch-screen in-store o tramite smartphone.
Gli utenti possono facilmente controllare le informazioni sul prodotto scansionando la bottiglia.

Un altro settore di utilizzo per VeChain riguarda, ad esempio, la catena del freddo, con la collaborazione di DNV GL.
VeChain utilizza i propri dispositivi IoT avanzati per monitorare, registrare e caricare i dati riguardanti la temperatura, l’umidità e la posizione sulla Blockchain VeChainThor in tempo reale.

DNV GL garantisce che il processo logistico della catena del freddo rispetti la regolamentazione e la conformità in materia di sicurezza alimentare nei processi aziendali.
Alla fine ogni cliente può controllare rapidamente tutte le informazioni che riguardano i prodotti freschi che si trovano a scaffale, con la sicurezza che siano state seguite le normative sulla catena del freddo in tutte le operazioni logistiche.

Certificare la filiera e raccontare il territorio

Il settore del vino italiano è il primo ad utilizzare la soluzione MyStory, con la partecipazione diretta di quattro produttori di vino – Michele Chiarlo, Ricci Curbastro, Ruffino e Torrevento – che sono stati partner e hanno collaborato con VeChain e DNV GL.

Scansionando il codice QR sulla bottiglia, ogni cliente accede ai dati che riguardano la storia di quella singola bottiglia di vino: dal vigneto, con informazioni sulla coltivazione dell’uva e la raccolta, fino alla lavorazione in cantina e l’imbottigliamento.

Così, non solo si certifica la filiera e si garantisce il Made in Italy (DNV GL opera, lo ricordiamo, come ente di certificazione a livello globale), ma si racconta anche un’italianità fatta di luoghi, territori, regioni, ognuno con una sua storia enogastronomica.

La blockchain per l’economia circolare

La Repubblica di San Marino vuole diventare il primo Stato a impatto zero, grazie alla blockchain. VeChain e DNV GL hanno stretto un accordo con la Repubblica di San Marino per sviluppare il progetto San Marino Low carbon ecosystem, con l’obiettivo di incentivare l’adozione di comportamenti virtuosi da parte dei cittadini: risparmio idrico, raccolta differenziata, gestione dei rifiuti per ridurre le emissioni di Co2 e implementare modelli di economia circolare.

Il comportamento sostenibile verrà calcolato con un algoritmo e il cittadino verrà premiato con un Token di utilizzo, tramite il San Marino Innovation Token, che gli permetterà di usufruire di servizi.
Si tratta del primo esempio a livello globale di incentivazione dell’economia circolare attraverso l’utilizzo della blockchain e di un token di utilità.





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