Quali sono le principali esigenze e i desideri che spingono gli italiani ad acquistare online?
E quali sono in particolare i fattori che spingono il consumatore a utilizzare la comparazione prezzi?
Risponde alle domande riguardanti il campo della logistica per l’e-commerce il report 2019 di Idealo, il portale che permette di confrontare prezzi e opinioni sui prodotti.
Lo studio ha utilizzato i dati raccolti tramite Google Analytics, sulle intenzioni di acquisto di circa 19 milioni di utenti mensili, registrati sui sei portali nazionali di idealo (comparando quindi Italia, Germania, Francia, Spagna, Regno Unito e Austria), e un sondaggio condotto a fine 2018 da Bilendi, un’indagine demografica che ha coinvolto oltre 1000 consumatori digitali italiani.
I consumatori si dividono in: intensivi (se fanno acquisti almeno una volta a settimana) abituali (se acquistano almeno una volta al mese) e sporadici (una volta ogni trimestre o meno).
La maggiora parte dei consumatori italiani (57%) sono abituali.
Tra loro, il 31,9% acquista almeno una volta al mese, e il 25,4% almeno ogni due settimane.
Seguono gli sporadici (24%): il 18% fa acquisti via web almeno una volta ogni quattro mesi, e il 5,8% almeno una volta ogni sei mesi.
Per ultimi, gli intensivi, che sono il 18,9%, e che acquistano almeno una volta a settimana.
Sommando il numero dei consumatori abituali (57%) e quelli intensivi (18,9%) lo studio arriva alla conclusione che in Italia, in media, siano il 76% gli italiani digitali che fanno almeno un acquisto online al mese.
Il 35,2% del campione si affida alla comparazione dei prezzi molto spesso, e il 34,9% dice di farlo sempre.
Un interessante focus del report di idealo ci permette di capire quanto il mobile venga preferito come strumento di acquisto online in Italia e negli altri Paesi presi in considerazione, rispetto all’utilizzo del tablet e del pc.
Nel nostro Paese un consumatore su due fa uso dello smartphone (52,5%) per l’acquisto online e per la comparazione dei prezzi. Android (74,6%) batte iOS (23,6%). L’acquisto via pc è comunque ancora considerevole (38,9%), mentre il tablet si ferma all’8,6%.
Se nel nostro Paese, in Spagna, nel Regno Unito e in Austria, lo smartphone sorpassa il pc, così non avviene invece in Germania e Francia, dove la quota del traffico desktop è più alta di quella mobile.
L’elettronica e la moda sono le due categorie che interessano maggiormente gli e-consumers italiani.
In questo caso, la comparazione dei prezzi è di particolare importanza nella scelta tra un prodotto e l’altro soprattutto per quanto riguarda i prodotti hi-tech (46,6%), la moda e gli accessori (41,7%) e le scarpe, soprattutto le sneakers (40,3%).
Segue il mondo dei giocattoli e del gaming (28,9%) e tutto ciò che riguarda il bambino e il neonato (26,9%).
Di particolare importanza anche l’arredamento e il design, sia per l’interno che i prodotti per il giardino (24,8%), seguiti da sport e outdoor (24,6%).
Da segnalare anche l’interesse per il food&beverage (22,5%), per la bellezza e la cura del corpo (22,2%) e per il mondo pet (22%). La salute si guadagna il 14,7%, auto e moto il 12,7%.
Ecco i prodotti più desiderati in Italia nel 2018 (che i consumatori digitali hanno cercato e di cui hanno confrontato i prezzi):
Il 33,2% dei prodotti con il prezzo più conveniente appartiene ad Amazon (9,6%) e ad Amazon Marketplace (23,6%); a seguire, nel 17,3% dei casi, troviamo invece prodotti di eBay.
Tutti gli altri negozi online italiani raggiungono, complessivamente, il 49,5%.
Tra questi, quelli che sono particolarmente competitivi in termini di prezzi convenienti sono realtà del settore e-commerce come bpm-power.it, eprice.it, euronics.it, maintstore.it, mediaworld.it, monclick.it, onlinestore.it, prezzoforte.it, unieuro.it e yeppon.it (non segnalati in ordine di convenienza, ma in ordine alfabetico).
Nella categoria dell’elettronica di consumo, in particolare, è possibile risparmiare al pari dei big player statunitensi.
Nel 61,6% dei casi l’offerta più bassa è stata proposta da un e-shop italiano. Maggiori probabilità di risparmio sono garantite dagli e-shop anche per i prodotti legati a salute e bellezza (60,1%) così come per auto e moto (50,5%).
Il mondo della logistica per l’e-commerce rimane ad appannaggio dell’uomo nonostante la notevole crescita dei settori merceologici maggiormente legati al mondo femminile, primi tra tutti i prodotti legati alla bellezza.
Proprio tali prodotti sono tra quelli maggiormente colpiti da nuovi “fenomeni” digitali come il dynamic pricing e la fluttuazione dei prezzi in base al genere, più comunemente definita “pink tax” o “blue tax”.
Ci sono alcuni prodotti che possono essere più economici se acquistati al di fuori del nostro paese.
Ad esempio, i notebook costano in media il 14.9% in meno se acquistati in Spagna, mentre per acquistare un’asciugatrice o un paio di sneakers si può risparmiare più del 15% se li si compra nel Regno Unito.
In questo caso si parla di commercio transfrontaliero (cross border trade). Un vantaggio non solo per i consumatori, ma anche per gli e-shop.
In Italia, però, solo il 22% degli e-shop vende anche al di fuori del proprio Paese, solo l’8% dei negozi digitali in Italia presenta il proprio e-shop in una seconda lingua differente dall’italiano, e solo nel 4% dei casi è possibile pagare in una valuta differente dall’Euro.
In Spagna e in Francia, invece, gli e-shop che vendono all’estero sono il 50%, seguiti da Regno Unito e Germania in cui il dato è rispettivamente del 48% e del 46%.
Ci battono nella presenza di portali in doppia lingua gli e-commerce spagnoli e britannici, che sono in testa con il 24%, seguiti dalla Germania al 12% e dalla Francia al 10%.
Gli e-shop inglesi si aprono ad altre valute nel 24% dei casi, seguiti da quelli spagnoli (8%); sono in linea con la tendenza italiana i tedeschi (4%), mentre riusciamo a superare i francesi, che si fermano al 2%.
“Il quadro dell’e-commerce italiano si presenta ancora in crescita, nonostante la difficile situazione italiana che potrebbe rallentare anche il mondo digitale. Rincuora sapere che gli e-shop italiani sono in possesso di tutto quanto serve per puntare ad accrescere le proprie fette di mercato. Spesso e volentieri sono proprio i piccoli negozi fisici, che aprendosi al mercato digitale, riescono a mettere in difficoltà le grandi aziende dell’e-commerce multinazionale. In quasi il 50% dei casi, infatti, queste piccole realtà sono in grado di offrire il prezzo migliore, risultando molto competitive, al pari dei big player”, spiega Fabio Plebani, Country Manager di idealo per l’Italia.
Gli e-shop italiani, anche se, come abbiamo visto, si aprono all’internazionalizzazione solo nel 22% dei casi, dovrebbero, secondo idealo, cogliere al meglio questa opportunità, utilizzando soprattutto l’attrattività del Made in Italy, in particolare per quanto riguarda il food&beverage, tra le categorie che più cresceranno nei prossimi anni.
“Proprio per supportare meglio i propri negozi partner in questo processo, idealo ha avviato una cooperazione con ITKAM – Camera di Commercio Italiana per la Germania. L’intento è quello di fungere da ponte tra le piccole realtà italiane e il pubblico europeo”, conclude Plebani.
Fonte: report annuale sull’e-commerce italiano 2019 – Idealo