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Amazon taglia 30 mila posti: cosa significa per lavoro, automazione e logistica globale
Il più grande licenziamento della storia di Amazon ridefinisce il rapporto tra lavoro umano, IA e supply chain


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Amazon taglia 30 mila posti: cosa significa per lavoro, automazione e logistica globale

23 Novembre 2025

Il gruppo Amazon si prepara al più vasto licenziamento collettivo dalla sua fondazione, con 30 mila posti di lavoro tagliati tra il 2024 e l’inizio del 2025. Si tratta di un’operazione che riguarda circa il 10% dei 350 mila dipendenti aziendali “corporate”, a fronte di un organico complessivo di circa 1,55 milioni di lavoratori nel mondo.

La dimensione dell’intervento è storica, ma si inserisce in una dinamica già avviata: alla fine del 2022 l’azienda aveva già ridotto la propria forza lavoro di 27 mila unità. Fonti interne, citate dai principali media internazionali (Reuters, Wall Street Journal, Guardian, Cnbc), collegano i nuovi tagli sia al ridimensionamento delle assunzioni effettuate durante il boom dell’e-commerce in epoca Covid, sia a un riassetto profondo del modello operativo. In particolare, Amazon ha recentemente annunciato processi automatizzati che puntano a una robotizzazione fino al 75% delle operazioni, con risparmi stimati in miliardi di dollari l’anno.

In termini relativi, la riduzione appare concentrata su una parte limitata della struttura complessiva, contributo limitato al 10% della forza lavoro aziendale, ma il segnale inviato al mercato del lavoro globale e al settore logistico è rilevante: la combinazione tra automazione spinta, intelligenza artificiale e riorganizzazione interna sta diventando un fattore strutturale, non più episodico.

IA, funzioni colpite e narrativa aziendale sui tagli

Gli ambiti maggiormente interessati dai licenziamenti riguardano le funzioni di risorse umane, servizi e la galassia Amazon Web Services, cioè quelle aree dove l’azienda ritiene più elevata la sostituibilità delle mansioni tramite strumenti di automazione e soluzioni di intelligenza artificiale. Le funzioni di magazzino e di operations fisiche non risultano per ora coinvolte direttamente, anche se l’introduzione massiva di sistemi robotici e algoritmi di ottimizzazione annuncia un’evoluzione profonda del lavoro nei centri logistici nel medio periodo.

In una comunicazione interna, la senior vice president responsabile di People Experience and Technology ha spiegato che l’azienda sta intervenendo sulla propria struttura organizzativa per rafforzare velocità decisionale, responsabilità diffusa e focalizzazione sugli asset considerati core per il presente e il futuro. Il piano prevede la riduzione di livelli gerarchici, la redistribuzione delle risorse verso le attività ritenute prioritarie e il contenimento della burocrazia interna. Ai dipendenti interessati viene riconosciuta una finestra di 90 giorni per la ricerca di un nuovo ruolo all’interno del gruppo (con variazioni a seconda delle normative locali), con priorità nei processi di selezione interna. Per chi non dovesse essere ricollocato sono previste indennità di uscita, servizi di ricollocamento e coperture sanitarie temporanee.

Il ceo Andy Jassy ha definito l’intervento non primariamente legato a esigenze finanziarie né, nell’immediato, guidato dall’intelligenza artificiale in senso stretto. Secondo la ricostruzione fornita alla comunità finanziaria, la forte espansione dell’organico degli ultimi anni avrebbe generato un aumento dei livelli intermedi e una diluizione della responsabilità effettiva. Da qui la scelta di riavvicinare la struttura al modello di una ristrutturazione concentrata sulle funzioni d’ufficio con l’obiettivo dichiarato di “grande startup globale”, basata su team più snelli, accountability più chiara e iter decisionali più rapidi.

Risultati economici positivi e ondata globale di licenziamenti tech

Il ridimensionamento dell’organico avviene in un contesto di forte crescita economico-finanziaria. Nei primi nove mesi dell’anno Amazon ha registrato 503,5 miliardi di dollari di ricavi in nove mesi, in netto aumento rispetto ai 450,167 miliardi dello stesso periodo dell’anno precedente. L’utile netto ha raggiunto 56,478 miliardi di dollari, contro i 39,244 miliardi dei primi nove mesi del 2024. Il terzo trimestre si è chiuso con un incremento del fatturato del 13%, confermando una traiettoria di espansione robusta.

La decisione di tagliare migliaia di posti non appare dunque legata a una crisi di redditività, ma a un’operazione di efficientamento e ridisegno dell’architettura organizzativa, in coerenza con la strategia di automazione e integrazione dell’IA. Questo colloca Amazon dentro una tendenza più ampia: nel solo 2024 le principali aziende tecnologiche – tra cui Microsoft, Alphabet, Meta, eBay – hanno complessivamente eliminato oltre 257 mila posizioni. Nei primi mesi del 2025, solo negli Stati Uniti, sono già stati conteggiati 60 mila licenziamenti tech nel 2025, confermando una fase di ristrutturazione profonda del comparto digitale.

Per il mondo della logistica, la scelta di un player dominante come Amazon indica almeno tre direttrici di trasformazione:

  • spostamento del valore da mansioni ripetitive a ruoli ad alta competenza tecnologica;
  • ridefinizione del perimetro delle funzioni corporate rispetto alle operations;
  • convergenza tra logistica fisica, servizi digitali e infrastrutture cloud, come dimostra il ruolo centrale di Amazon Web Services nel modello di business complessivo.

In questo quadro, i licenziamenti non rappresentano solo un fatto occupazionale, ma un segnale su come verranno progettati i network logistici, le strutture di costo e le competenze chiave nei prossimi anni.

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