Premessa
“Continua la crescita della logistica conto terzi in Italia, che oggi, oltre a fare i conti con la sfida dell’efficienza, è chiamata a supportare nuovi mercati e servizi per le aziende”.
Sono le parole di Gino Marchet, Direttore scientifico dell’Osservatorio Contract Logistics, in occasione del convegno “Ambiti di innovazione nella logistica: esperienze a confronto” del 28 gennaio 2016, che prosegue così: “Le maggiori opportunità di sviluppo per il futuro provengono dalla multicanalità, dalla crescita ineludibile del commercio elettronico e dall’offerta di servizi logistici avanzati, attività poco terziarizzate in Italia che richiedono un’evoluzione delle competenze dei fornitori”.
“Dalla ricerca – aggiunge Marco Melacini, Direttore dell’Osservatorio Contract Logistics – emerge una significativa domanda delle aziende di servizi a supporto di una strategia multicanale e una maggiore attenzione all’integrazione informativa dei processi, in primis il trasporto”.
Di seguito ripercorriamo i dati relativi alla logistica italiana, analizzandone l’evoluzione degli ultimi anni.
La logistica conto terzi in Italia: la crisi e la ripresa
In seguito al calo del fatturato registrato nel 2013, pari a -3,1% in termini reali rispetto all’anno precedente, nel biennio 2014-2015 il mondo del Contract Logistics si è ripreso.
Gli ultimi dati, in previsione del 2016, suggeriscono per l’anno corrente un +1,8%, raggiungendo gli 80,9 miliardi di euro di fatturato.
La crisi che aveva investito il settore nel biennio 2012-2013 aveva toccato principalmente le aziende di minor dimensione: le imprese con un fatturato inferiore a 50 milioni di euro avevano registrato una perdita pari a -4,9%, mentre le più grandi avevano limitato il deficit a -0,6%.
Per quanto riguarda il legame tra fatturato e tipologia di operatore, si può notare come, a parte il +4,4% registrato dai Corrieri e dai Corrieri Espresso (dato derivante dalla crescita costante dei canali online), la ripartizione dei ricavi tra gli attori della logistica rimanga molto simile nonostante le oscillazioni del mercato.
Al primo posto vi sono gli Autotrasportatori (società di capitali), con il 33% del fatturato complessivo, seguiti dagli Spedizionieri, 18%, dagli Operatori logistici, 12%, e dai Gestori di magazzino, 10%.
La ripresa, dal 2014 ad oggi, è legata a un insieme di fattori che spingono l’intero settore: da un lato il comparto della logistica ha di sicuro beneficiato della parziale ripresa dell’economia italiana, ma dall’altro è frenato, parzialmente, dalla crescente attenzione al miglioramento delle prestazioni ricevute.
La logistica conto terzi in Italia: i trend degli ultimi anni
I dati ricavati in occasione dell’edizione 2015 dell’Osservatorio Contract Logistics hanno rilevato i maggiori cambiamenti in atto nel mondo della logistica.
Tra i fattori di mutazione del mercato il primo che emerge è la richiesta, da parte dei committenti, di una riduzione dei costi e di una maggiore flessibilità a livello operativo.
Il 92% degli intervistati tra gli usufruitori di terziarizzazione logistica, infatti, vede nell’outsourcing dei servizi logistici un metodo di risparmio (obiettivo condiviso dal 78% degli operatori specializzati).
L’85%, poi, individua come fondamentale un’alta adattabilità dei costi e delle prestazioni a seconda delle proprie necessità, e quindi una logistica tailor made.
Tra gli ulteriori trend che sono emersi è di sicuro rilevante l’incremento degli strumenti IT (11%), non solo per l’ottimizzazione intra-aziendale ma anche per il miglioramento dell’interfaccia tra più aziende, la richiesta ai fornitori di servizi logistici di un appoggio nell’internazionalizzazione aziendale e la revisione delle strategie di sub-appalto, che hanno portato molti fornitori a impiegare sempre più personale nella gestione dei magazzini.
La logistica al servizio della multicanalità
L’evoluzione che più di tutte sta rivoluzionando il mondo della logistica e dei servizi ad essa collegati è, a detta dell’Osservatorio, la multicanalità.
Gli ultimi anni hanno visto un aumento esponenziale dell’utilizzo dei canali online, che hanno ridefinito profondamente i rapporti tra fornitori e clienti.
Al fianco delle aziende (il 38% dei produttori e il 47% dei retailer analizzati) che sono ancora alle prime fasi dell’ampliamento del proprio mercato su piattaforme online, vi sono sempre più casi di imprese il cui fatturato dipende, in una parte considerevole, dall’online: per il 18% dei produttori e il 16% dei retailer intervistati il canale e-commerce B2C ha, infatti, un’incidenza superiore (secondo le rilevazioni di novembre 2015) superiore al 4%.
La multicanalità, quindi, appare come la frontiera di espansione dei servizi della logistica.
Lo conferma il parere del 70% degli intervistati da parte dell’Osservatorio, che si interessano alle piattaforme online soprattutto per migliorare la relazione con i propri clienti.
Uno dei fattori fondamentali in questo campo è il superamento delle barriere geografiche, che permette alla propria impresa di presidiare l’intero territorio nazionale, promuovendo il proprio brand anche in quelle aree che solitamente non sarebbero raggiungibili.
Gli assetti della rete logistica
Le principali modalità di assetto della rete che vengono utilizzate dai produttori sono quattro:
Ad oggi, secondo le analisi, la soluzione preferita dalle aziende è l’introduzione di una modalità picking warehouse nel deposito centrale (o in un edificio separato), ma le prospettive per il futuro rilevano un interesse crescente per le reti logistiche condivise.
Per quanto riguarda i retailer, le prime tre tipologie di assetto coincidono (rete logistica dedicata, picking warehouse nel deposito centrale, rete di picking warehouse), ma alla quarta si sostituisce la metodologia di sinergia con la rete dei punti vendita.
Tra questi attori c’è uniformità nella scelta degli assetti, ma si può notare come, nel 18% dei casi analizzati, i retailer utilizzino più soluzioni contemporaneamente.
L’analisi dell’Osservatorio ha toccato anche i punti vendita, parte fondamentale nell’analisi della multicanalità logistica.
I quattro assetti utilizzati in questo caso si identificano in:
I punti vendita svolgono nel 59% dei casi, ad oggi, un ruolo di consolidamento e ritiro del prodotto da parte dei clienti, ma anche in questo caso le prospettive future mostrano un trend differente: nel 23% dei casi infatti, già nelle rilevazioni dello scorso novembre, i punti vendita assumono un ruolo di punto di allestimento ordini e spedizioni, tendenza in forte crescita negli ultimi anni.
Il panorama, in continua evoluzione, mostra come il ruolo dei fornitori di servizi logistici abbia una duplice funzione: da una parte soggetti orchestratori di un intero processo, e dall’altro, più specifico, fornitori di un servizio con valore aggiunto, che può variare dalla fase di consegna/montaggio ai packaging ad hoc.
Le imprese logistiche, quindi, sono il perno di una struttura che aggiorna e modernizza i sistemi di costo/servizio e di gestione dei flussi e carichi di lavoro.
Le uniche barriere che, ad oggi, possono inficiare l’evoluzione del fenomeno, sono gli elevati costi fissi legati alla gestione dell’iniziativa multicanale dell’azienda logistica, ostacolo che potrà e dovrà essere superato da una maggiore integrazione front-end e back-end.