I porti di Genova e La Spezia sotto la lente di ingrandimento a Bruxelles con la riunione di Smart-port, progetto cofinanziato dal programma europeo di Cooperazione Med.
L’obiettivo è quello di scattare la fotografia di punti di forza e punti deboli, per diventare porti ‘smart’, competitivi e sostenibili.
“Sulla base di una serie di indicatori abbiamo esaminato la situazione dei due scali liguri – Genova e La Spezia – e di Gioia Tauro, dal consumo dell’energia alle emissioni, fino alla gestione dei rifiuti”, spiega Gustavo Capannelli, presidente del Consorzio Ticass, partner del progetto Ue e gestore del polo di innovazione regionale ligure che riunisce imprese ma anche enti di ricerca, come l’Università di Genova, Cnr e Infn.
Nell’ambito di Smart-port “abbiamo cercato di fare un raffronto con realtà come quelle di Rotterdam e Amburgo – racconta Capannelli, che ha lavorato molto sulla raccolta dati – Ci siamo resi conto, ad esempio, che il porto di Genova dispone di molti dati, ma non sono ordinati oppure sono frammentati, quindi non sono utilizzabili.
Il grosso del lavoro futuro sarà quello di metterli in ordine o di acquisire quelli che mancano”.
Lo scopo è quello di “mettere a sistema la gestione del porto e la sua valorizzazione come ‘smart port’, per progettare il porto del futuro”, aggiunge Capannelli.
Il lavoro di questo progetto, infatti, “costituisce solo l’analisi di partenza, che servirà per capire dove mettere le risorse del prossimo progetto del Programma Med”, conclude il presidente di Ticass.