Era stato ufficialmente varato nel 2011, poi la primavera araba e i timori per la crisi economico-finanziaria internazionale lo avevano stoppato, ma ora il Governo di Tunisi sembra essere intenzionato a riprendere il progetto.
Si tratta del terminal di Enfidha, una località di 50 mila abitanti sul Golfo di Hammamet, dove è sorto da tempo un importante polo industriale e logistico su un’area dedicata di 2 milioni di m2.
Il nuovo porto di trasbordo della Tunisia in acque profonde, a circa un centinaio di chilometri a sud di Tunisi, sarebbe dovuto sorgere con investimento di 1,3 miliardi di euro.
Il 21 agosto scorso il governo africano, nel corso di un Consiglio dei ministri, ha annunciato la ripresa dei lavori.
Il cantiere aprirà presto, ha assicurato il ministro dei trasporti Chiheb Ben Ahmed.
A lavori ultimati potrà accogliere 5 milioni di Teu e 4 milioni di tonnellate di rinfuse solide; avrà un’estensione di mille ettari, più 3mila ettari di retroporto, con fondali che arrivano a 17 metri in grado di ospitare le megacarrier, e 5 chilometri di banchine, di cui 3,6 per container e 1,4 per rinfuse.
Secondo il governo, i lavori partiranno – nel 2015, per durare non più di cinque anni.
La società responsabile dei lavori verrà creata apposta e sarà un’entità pubblica a responsabilità limitata di cui non è ancora noto il nome.