Il 2020 è stato un anno di grandi cambiamenti in ogni settore. Le difficoltà dovute alla pandemia da Covid-19 hanno rivoluzionato il mondo del lavoro portando le aziende a sperimentare nuove tipologie di partecipazione alla vita aziendale.
Una rivoluzione che ha mostrato sia ai dipendenti sia ai manager che una nuova modalità di lavoro è possibile.
All’inizio di questa rivoluzione c’erano molti dubbi da parte dell’azienda sull’effettiva efficacia dello smart working.
La preoccupazione maggiore per le aziende era il calo di produttività dovuto al lavoro da casa.
Al contrario di quanto immaginato lo smart working non solo non ha abbassato il livello di produttività ma in molti casi si è assistito a un aumento delle performance dei lavoratori.
Alla luce di queste evidenze quasi la totalità delle aziende che in questo periodo hanno sperimentato il telelavoro continueranno ad utilizzarlo anche quando la crisi sanitaria sarà superata.
A testimonianza di questo andamento la Ricerca “Future of Work 2020” condotta dall’Osservatorio Imprese Lavoro Inaz e Business International che ha rilevato che solo il 6% delle imprese tornerà alle condizioni di lavoro preesistenti, ovvero senza smart working.
Il dato più interessante emerso dalla ricerca è l’importanza che le aziende attribuiscono alla digitalizzazione, il 67% delle imprese delle imprese intervistate la mette in cima alla lista delle priorità. Un altro dato interessante viene dal valore che la imprese danno allo smart working, il 60% ha infatti dichiarato che lo smart working è l’attività su cui investire per quanto riguarda la gestione delle risorse umane.
La ricerca è stata elaborata sottoponendo un questionario online alle aziende campione.
Lo scopo di questo questionario, oltre a raccogliere i principali dati demo-grafici, è stato quello di ottenere risposte ad alcune domande specifiche create per comprendere i trend della funzione HR nell’Era Digitale.
Le domande in questione sono:
Per ogni domanda le aziende potevano scegliere tra tre 3 risposte disponibili.
La ricerca ha dimostrato come le aziende sentano come imprescindibile il fattore umano.
Il 69% delle aziende intervistate ha dichiarato che l’obiettivo prioritario in ambito HR è l’innovazione dei modelli di organizzazione del lavoro, un valore in aumento di cinque punti rispetto all’anno scorso.
Il 55% delle aziende ha inoltre segnalato come imprescindibile che il settore HR si occupi della formazione e dello sviluppo di nuove competenze del personale, una cifra in aumento del 10% rispetto alla rilevazione precedente.
In merito allo smart working il 78% delle aziende intervistate ha dichiara che l’esperienza sperimentata durante questi mesi è stata positiva anche se quasi tutti hanno rilavato la necessità di una maggiore progettualità.
Il 55% delle aziende ha affermato che, nonostante il lavoro a distanza, è aumentata la motivazione e il senso di responsabilità dei collaboratori superando quelle che erano le preoccupazioni delle aziende che temevano cali di leadership e di senso di appartenenza dei collaboratori nei confronti dell’azienda.
Lo studio ha evidenziato come poco meno di due aziende su tre attueranno delle modifiche rispetto alle procedure utilizzare per lo smart working in questo periodo, ecco le rilevazioni:
Solo 31% delle aziende ha dichiarato di trovarsi ancora dentro il processo decisionale su possibili cambiamenti
Per quanto riguarda la suddivisione del lavoro tra in sede e in smart working ecco le risposte delle aziende:
