Nonostante l’impatto negativo e il duro periodo di lockdown che molte aziende hanno dovuto affrontare a causa del Covid-19, il mercato immobiliare logistico italiano è rimasto sempre attivo nei primi sei mesi dell’anno.
Questo è quanto emerge dal report pubblicato sul Borsino Immobiliare delle Logistica H1 2020, presentato da World Capital.
In questa 29° edizione del Borsino Immobiliare Logistico, lo uno strumento di analisi dedicato ai player della filiera logistica, il Dipartimento di Ricerca interno di World Capital presenta un’analisi e un monitoraggio del Mercato Immobiliare Logistico relativi la primo semestre del 2020.
Con interviste e sondaggi rivolti a importanti operatori e manager logistici, il Borsino è in grado di informare ma anche di formare gli operatori del settore, proponendo corsi, fiere ed eventi di settore.
In uno scenario ormai stabile, il mercato immobiliare logistico italiano vede il Nord trainato da Genova e Milano, mentre nel centro è Firenze a registrare il canone prime.
Grazie al lavoro e alla professionalità degli esperti, i risultati che si sono registrati per il mercato immobiliare logistico sono stati positivi: a confermarlo è stato il dato relativo alla durata media delle trattative concluse, che per l’81% dei casi si finalizza entro l’anno, mentre soltanto il 19% delle operazioni si prolunga oltre i 12 mesi.
Per quanto riguarda invece la percentuale di sconto, il primo semestre 2020 ha registrato come tasso maggiormente applicato quello entro il 10%, indice di un mercato competitivo che lascia poco spazio alle contrattazioni.
Sono il Nord e il Centro a ricevere la maggiore offerta di richieste. Una domanda molto forte registrata in città prime come Genova, Milano, Padova, Bologna, Firenze e Roma, mentre al Sud e nelle Isole si registra una domanda più contenuta.
I valori confermano un settore ormai stabile che presenta numeri in leggero rialzo per gli immobili di nuova costruzione.
Le performance migliori vengono registrate nelle piazze di Firenze (prime rent italiana con 65 €/mq/anno per il nuovo e 54 €/mq/anno per l’usato), Genova e Milano.
La media nazionale italiana (sia per gli immobili nuovi che usati) è di 42,46 €/mq/anno, in crescita rispetto allo scorso semestre.
“Il 2020 è iniziato in maniera positiva per il comparto logistico, nonostante alcuni rallentamenti causati dalla pandemia sanitaria, che ha abbracciato proprio i primi mesi dell’anno. La macchina logistica ha saputo reagire bene, rafforzando ancor di più il proprio valore. Oggi l’asset class logistico risulta uno dei settori immobiliari più attrattivo e competitivo. Tra i trend registrati nella prima metà dell’anno, abbiamo assistito ad un forte sviluppo della componente tecnologica all’interno dei capannoni e ad un rafforzamento della logistica last-mile, tendenza che continuerà a rafforzarsi anche nei prossimi mesi”, afferma Andrea Faini, CEO di World Capital.
Per comprendere meglio la presenza delle imprese logistiche nelle varie provincie italiane, sono stati fondamentali i dati presentati da Nomisma e Unioncamere, realizzati attraverso un’analisi della composizione per attività economica, per classe di addetti e per anzianità aziendale nei territori nazionali più interessanti dal punto di vista dell’immobiliare logistico.
“Se le conseguenze negative causate dal Coronavirus sono preoccupanti, la logistica sembra essere uno dei settori destinati a risentirne in misura più limitata. Il possibile rimbalzo della produzione industriale e delle esportazioni nel mercato europeo ed estero, associato ad una parziale modifica delle modalità di distribuzione e consumo dovrebbero, infatti, garantire uno stimolo sufficiente a contenere l’entità dell’impatto congiunturale”, spiega Luca Dondi, AD di Nomisma.
All’interno del Borsino Immobiliare Logistico troviamo una parte interessante dedicata alle ricerche condotte da diverse associazioni e osservatori.
Uno degli studi è stato svolto dall’Osservatorio sull’Immobiliare Logistico, parte del Centro sulla Logistica e il Supply Chain Management della LIUC Business School.
Dal titolo “Il valore della logistica tra territorio e lavoro”, la ricerca cerca di spiegare come, negli ultimi tempi, l’attività logistica abbia subito un’evoluzione di ruolo, passando da una “logistica tradizionale” legata a semplici attività di stoccaggio e trasporto ad una “logistica avanzata” che coinvolge al suo interno tutte le attività che creano valore per l’azienda.
L’obiettivo è quello di eliminare dall’immaginario collettivo l’idea che la logistica rappresenti una mera produzione di traffico e una minor qualifica professionale degli operatori impiegati nei magazzini, e al contrario dimostrare come quest’ultima abbia un’ottima influenza sul territorio, anche soprattutto in termini di occupazione.
“Il modo migliore per rispondere alla domanda su come cambierà la logistica è osservare la reazione mostrata da questo settore in questi mesi, che hanno sconvolto la vita di ognuno e delle aziende”, afferma Damiano Frosi, Direttore dell’Osservatorio Contract Logistics “Gino Marchet” del Politecnico di Milano.
La pandemia ha determinato una drastica riduzione degli scambi internazionali e quindi delle esportazioni italiane.
“L’Italia è, tra i Paesi Europei, quello che si è ripreso con maggior inerzia dai cicli di crisi del 2008 e del 2012. A fronte di una sostanziale stagnazione del Prodotto Interno Lordo (+2,4% a livello nazionale tra 2009 e 2019), le esportazioni sono cresciute in valore del 43,5% e le importazioni del 26,1%. Nello stesso decennio, il saldo della bilancia dei pagamenti turistici ha fatto segnare un +83,5%, passando da 8,84 miliardi di euro nel 2009 a 16,23 miliardi di euro nel 2019. In sintesi, la debole ripresa dell’ultimo decennio è stata quasi interamente guidata da esportazioni e turismo, proprio i settori più colpiti dall’emergenza Covid-19”, spiega Alessandro Gori, Responsabile Centro Studi Confetra.
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