Dietro allo sportello dell’ufficio postale del nostro paese c’è molto.
Il Sole 24 Ore ha alzato il velo sulla nuova fabbrica diffusa di Poste Italiane, dove uomo e robot lavorano fianco a fianco.
Intanto un po’ di numeri: la rete postale italiana è composta da 1.800 centri di recapito dove lavorano oltre 35mila persone e 23 centri di smistamento – le fabbriche vere e proprie – di cui 10 ad alta automazione, con 8mila persone totali impiegate.
C’è poi la partita dell’e-commerce, nella quale Poste sta cercando di far sentire la tua voce: il piano Deliver 2022 proprio a questo serve, per posizionarsi sul mercato nel modo più capillare possibile.
Le fabbriche automatizzate, dicevamo: in questi anni sono cambiate, e molto.
Ad esempio, i muletti con cui venivano trasportati pacchi e corrispondenza sono oggi pian piano sostituiti da robot che affiancano l’operatore facilitandone il lavoro, aumentando la sua sicurezza e risparmiandogli molte azioni.
Nelle fabbriche di grandi città come Napoli, Bari, Firenze, Bologna e Torino i robot sono di fatto dei veri e propri compagni di lavoro degli operatori, nel corso del tempo sempre più utilizzati per le varie mansioni.
Un cambiamento, come detto, operato anche e soprattutto a seguito dell’esplosione dell’e-commerce.
Basti pensare che l’invio di lettere, giornali e riviste si è ridotto di oltre il 50% negli ultimi anni, con un aumento esponenziale, invece, dell’invio dei classici “pacchi” contenenti la merce acquistata online.
Infine, anche la flotta è stata rinnovata, prediligendo soprattutto l’alimentazione elettrica o gpl, vista la necessità della consegna nell’ultimo miglio.