Un oggetto venduto da un’officina può non figurare nelle fatture di acquisto dei giorni precedenti, senza per questo motivo prevedere un accertamento fiscale?
Secondo la Corte di Cassazione sì, nel caso in cui si trattasse di rimanenze di magazzino.
Con l’ordinanza dello scorso 1° ottobre, il Palazzaccio ha quindi risposto al quesito posto dall’Agenzia delle Entrate, che aveva proposto un ricorso impugnando una sentenza precedentemente emessa a favore di una società di meccanica.
La società in questione non aveva indicato nelle fatture più recenti la presenza di diversi beni poi effettivamente venduti, quali parafanghi, paraurti, parabrezza e cofani, “prestando il fianco” al Fisco che ha poi richiesto un accertamento fiscale.
L’impresa privata, rispondendo all’Agenzia delle Entrate in via giudiziale, aveva sostenuto che la mancata presenza dei pezzi nelle fatture di acquisto dei giorni precedenti era dovuta al fatto che fossero rimanenze di magazzino.
La Corte di Cassazione, così come la Commissione Tributaria Regionale, dopo aver verificato l’effettiva presenza di un grande deposito che corroborava la tesi dell’azienda, ha perciò dato ragione ai privati.