Il valore comunicativo del packaging è stato da tempo studiato e analizzato.
A focalizzarsi sul tema è stata anche Aicig, l’associazione italiana consorzi indicazioni geografiche, che ha organizzato un seminario formativo tenutosi a Roma, nella sede dell’associazione.
Dai lavori è emerso come la promozione e la valorizzazione dei prodotti passi anche dalla strategia del confezionamento, specie per quanto riguarda le Dop (denominazione di origine protetta) e le Igp (indicazione geografica protetta).
“Studiare un confezionamento vuol dire elaborare e utilizzare una serie di meccanismi estetici che hanno lo scopo di comunicare un’idea, un’esigenza, un valore a colui che andrà ad utilizzare il prodotto, e cioè il consumatore. Tale accezione è ancor più consistente nel settore agroalimentare”, ha affermato Leo Bertozzi, segretario di Aicig.
Presenti all’incontro, oltre la responsabile tecnica di Aicig Rita Serafini, anche il presidente del Consorzio di tutela dell’Olio Sabina Dop Stefano Petrucci, il direttore del Consorzio di tutela Chianti Classico Dop Fiammetta Nizzi Grifi e il direttore del Consorzio di tutela del Pomodoro di Pachino Igp Salvatore Chiaramida.
A oggi a livello europeo esistono 1.409 Igp, 297 delle quali solo in Italia, per un valore economico (esteso anche alle Dop) che raggiunge i 15 miliardi di euro.
Un’economia, quella di una delle quattro A del Made in Italy (insieme ad arredamento, abbigliamento e automazione), valorizzata naturalmente dal prodotto, ma anche dalla confezione che lo contiene.