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Consegne e-commerce, l’Italia ha pochi punti di ritiro
Le inefficienze urbane causano costi ingenti alle aziende che si ripercuotono sugli operatori


Outsourcing

Consegne e-commerce, l’Italia ha pochi punti di ritiro

11 Dicembre 2017

Freight Leaders Council segnala che l’Italia si trova all’ultimo posto in Europa per numero e densità dei punti click&collect; si tratta di una mancata occasione di risparmio perché, rispetto alla spedizione a domicilio, il costo di consegna ad un punto di ritiro costa un ventesimo.
Nonostante l’aumento degli acquisti in rete (nel 2020 in Italia si prevede un aumento del 128% rispetto ai volumi attuali), in Italia sono presenti soltanto 11.271 punti click&collect, di cui 10.706 collect point e 565 lockers (box automatici).

A questi si aggiungono 12.800 uffici postali, un terzo rispetto alla Germania e al Regno Unito e meno della metà rispetto alla Francia.
In Italia la modalità preferita di consegna resta la spedizione a casa, che costituisce circa l’84% delle spedizioni, seguita dal recapito nel luogo di lavoro o a un altro indirizzo (nel caso di regali, ad esempio).

Il costo delle spedizioni a domicilio, evase dai corrieri–espresso come Sda, Bartolini, Fedex–Tnt e Dhl, aumenta a causa delle inefficienze urbane, come il traffico congestionato nelle città metropolitane e l’accesso spesso difficili alle ztl.
Si stima che il costo di queste inefficienze sia di circa 9 miliardi all’anno, lo 0,7% del Pil.

Queste inefficienze si scaricano poi sugli operatori logistici, che lamentano paghe basse e scarsi diritti.
Servirebbero Piani urbani di mobilità sostenibile che tengano in considerazione le consegne a domicilio, così come definire regole nazionali per accedere alle ztl e ai centri urbani; al tempo stesso occorre implementare i lockers e i punti di ritiro.





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