Orari di lavoro eccessivi (anche 14-15 ore al giorno), mancata retribuzione degli straordinari, mancata applicazione del contratto nazionale, un uso sproporzionato del lavoro part-time.
Queste sono state le principali obiezioni mosse ad Amazon dalle cooperative che supportano la logistica del gigante statunitense.
Le proteste e il presidio organizzato davanti alla piattaforma logistica situata in provincia di Varese hanno dato come risultato la firma di un accordo sindacale.
L’intesa tra Amazon e i lavoratori delle cooperative logistiche, rappresentati da Filt Cgil, ha permesso l’applicazione del contratto collettivo nazionale Logistica, Trasporto Merci e Spedizioni.
Tutto era nato dalle denunce effettuate dal sindacato a seguito di segnalazioni ricevute da decine di autisti gestiti dalle società che lavorano con Amazon attraverso il meccanismo dei subappalti.
Secondo fonti sindacali, ci sono almeno tre livelli tra la multinazionale e chi effettivamente si occupa della consegna delle merci.
Con l’accordo raggiunto pochi giorni fa, le parti hanno individuato un livello contrattuale adeguato al tipo servizio prestato e firmato un impegno a portare i contratti part-time alla giusta percentuale sancita per il settore.