15 Dicembre 2016
Strade deserte, cieli affollati, tutti a casa a lavorare e a schiacciare pulsanti quando finisce, l’acqua, il latte, il caffè o la carta igienica.
Fra poco più di dieci anni infatti:
Perdonatemi questo avvio di editoriale più provocatorio che fantascientifico, ma oggi ho voglia di scherzare un poco.
E poi è tutta colpa di Amazon che la settimana scorsa, in quanto io cliente “Prime”, mi ha inviato una mail con la quale mi informava dell’attivazione, anche in Italia, dell’iniziativa “Dash Button“.
Se sapete di cosa sto parlando, credo condividerete questa visione del nostro futuro.
Se non lo sapete ve lo spiego brevemente.
In pratica tutti potremo essere dotati di una serie di pulsanti (informaticamente collegati al server di Amazon) appiccicati in ogni angolo della casa in corrispondenza dei principali beni di consumo, con i quali attivare il rifornimento immediato degli stessi in un assortimento e una quantità da noi stabiliti.
Finiscono le capsule di caffè?
Schiaccio il pulsante e domani mattina il corriere me la consegna.
Funziona più o meno così!
Io sono sicuro della trasformazione in atto e del fatto che l’e-commerce sostituirà gradualmente quasi tutto il commercio tradizionale ed anche la grande distribuzione, ma non voglio discutere di ciò in questo mio editoriale.
Non voglio nemmeno ragionare se il “pulsante” di Amazon sia la soluzione tecnologicamente definitiva o migliore.
Voglio solo parlare un momento di logistica e far riflettere i miei amici logistici sulla portata “filosofica” di questo progetto del colosso di Seattle.
L’Amazon Dash Button, il pulsante che consegna in tutta velocità (questo il significato del verbo inglese “to dash”) è, paradossalmente, la negazione stessa della logistica nella percezione del consumatore.
Pochi progetti hanno un contenuto logistico così elevato; eppure chi lo propone, per valorizzarlo e renderlo unico, lo rende quasi magico; non ci deve essere nulla che possa creare qualche problema organizzativo al cliente che deve continuare a fare (dopo il click) quello che stava facendo.
Amazon ti invita solo a schiacciare il pulsante (acuisti e paghi) senza preoccuparti più di nulla: qualcuno o qualcosa di assolutamente indistinto ed impercettibile (nascosto nel pulsante) si occuperà immediatamente di farti arrivare a casa in poche ore tutto ciò che ti serve.
Questo qualcuno, cari logistici, siete voi!
Amazon ha alzato terribilmente l’asticella e la logistica non si vede, non si sente e non si paga nemmeno (99 euro forfettari l’anno per tutte le consegne necessarie).
Sono provocatorio, lo so.
Gli addetti ai lavori sanno che non è proprio così, che tutto si fa e si paga, ma il messaggio al mercato è chiaro.
La logistica sarà sempre più chiamata ad esprimersi a livelli fino a ieri impensabili e l’innovazione sarà imprescindibile.
Neanche ai convegni parleremo più, fra poco, di logistica tradizionale e di logistica per l’e-commerce.
La prima sta già morendo.
Chi vorrà fare questo mestiere nei prossimi anni dovrà “correre sempre più forte” e imparare a confrontarsi con sistemi e mezzi di trasporto innovativi; forse più da un punto di vista concettuale che tecnologico.
Cari logistici, pensate di essere pronti?
Iniziate a pensare al pulsante ed alla sensazione che prova chi lo preme quando lo preme!