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Logistica sostenibile: One Express avvia le consegne con mezzi elettrici e ibridi
One Express, il primo Pallet Network italiano, sviluppa la logistica sostenibile avviando le consegne con mezzi elettrici nei centri storici, inizialmente su Firenze


16 Aprile 2021

Logistica sostenibile: One Express avvia le consegne con mezzi elettrici e ibridi

(Comunicato stampa)

Sempre più aziende puntano ad avere un ridotto impatto ambientale, adottando politiche ecofriendly e una logistica sostenibile.
Tra queste si posiziona in prima linea One Express, il primo Pallet Network italiano, che anche su questo ha dimostrato di essere un pioniere.

One Express sostiene il FAI, il Fondo Ambiente Italiano, ma applica anche politiche virtuose, come l’introduzione di mezzi con trazione a gas.
Dopo l’adozione nella sede di Bologna del primo bicchiere realizzato in rPS (polistirolo riciclato) derivante dal ciclo chiuso di recupero e riciclo di bicchieri in plastica, risparmiando oltre 50.000 bicchieri tradizionali, ora punta all’impatto ambientale 0.

Per arrivare a un simile risultato, One Express ha avviato le consegne con mezzi elettrici nei centri storici, inizialmente su Firenze, per poi estendere questa tipologia di gestione a tutte le città italiane, azzerando l’inquinamento e facilitando il carico/scarico nei centri urbani preclusi al traffico.

“Le prime sperimentazioni erano state avviate 8 anni fa a Roma – spiega Roberto Mastrofini, Logistic Manager del Gruppo MagDi, Affiliato One Express – con la creazione di hub di prossimità per la gestione delle merci destinate alle aree cittadine a traffico limitato. I riscontri ottenuti hanno dato il via a una serie di iniziative, costituendo la società “CityLogin” e la sua derivazione “BeveRete” in collaborazione con il gruppo FM Logistics, esportando questo concetto a impatto 0 in tutta Europa”.

Un successo che ha portato a un ulteriore progresso, passando dalla classica distribuzione urbana imposta dalle chiusure dei centri urbani all’adozione di un sistema di consegne green a prescindere, superando il concetto di obbligatorietà e opportunità.

Per riuscire, sono stati introdotti mezzi totalmente elettrici, bimodali e ibridi oltre alla flotta esistente a metano.
Una svolta che consente di avvicinarsi all’area di interesse con la trazione tradizionale per poi passare all’alimentazione elettrica.

Il tutto si inserisce negli obiettivi chiave del Framework 2030, che sono:

  • una diminuzione delle emissioni di gas serra del 40% (rispetto al 1990);
  • l’aumento al 32% della quota di fonti rinnovabili sul totale;
  • il miglioramento dell’efficienza energetica del 32,5%.

Per la diminuzione delle emissioni di CO2, l’obiettivo del -40% rispetto al 1990 è articolato in:

  • una diminuzione del 43% (rispetto al 2005) per i settori rientranti nell’EU ETS;
  • una diminuzione del 30% (rispetto al 2005) per i settori non ETS; tale obbiettivo europeo è stato traslato a livello dei singoli Stati membri in obbiettivi singoli: per l’Italia lo sforzo è rappresentato da una diminuzione del 33%.

Le istituzioni incentivano a intraprendere queste iniziative e le aziende committenti chiedono di adottare formule ecofriendly di filiera, spesso favorendo gli operatori impegnati su questo fronte.
Un’esperienza da subito assimilata dal primo Pallet Network italiano che ha avviato la riconversione dei mezzi nei centri urbani, proprio a partire da Firenze.

“L’idea è quella di estendere tale approccio a tutte le città in cui abbiamo una presenza diretta – prosegue Mastrofini – coinvolgendo le filiali dirette, come Roma, ma anche Napoli, Torino e via via in tutta Italia. Al momento la flotta, considerando tutte le tipologie di mezzi, è di circa 25 mezzi destinati ad aumentare, pur con le criticità dettate dai limiti tecnologici e i forti costi dei mezzi. Il green è infatti ancora frenato dalla poca disponibilità di mezzi e la spesa che rappresentano. Un camion da 35 quintali, in una classe 3 tonnellate e mezzo, full electric su base Isuzu allestito costa 130mila euro. L’equivalente a gasolio ha una spesa pari a un terzo, forse la metà, per cui gli impegni economici non sono certo indifferenti”.

Una sfida, dunque, quella raccolta da One Express che ne rappresenta l’impegno, nonostante le oggettive difficoltà derivanti dalle spese, ma anche dalla scarsità di mezzi disponibili, poiché non ancora realizzati in gran numero dalle grandi case automobilistiche e prodotti non dalle multinazionali, ma da realtà ancora di ridotte dimensioni.

Altro fattore distintivo è la possibilità di quantificare la riduzione delle emissioni. Viene infatti stilato un bilancio energetico, in cui è espressa l’analisi comparativa tra il CO2 risparmiato rispetto all’utilizzo di un mezzo equivalente a gasolio.

Se sul full electric il risparmio è totale, in quanto a emissioni zero, nel caso invece degli ibridi è un calcolo più complesso, dal momento che il motore gestisce in autonomia la tipologia di trazione.
Si possono però effettuare delle stime basate sui dati forniti dai vari costruttori, arrivando così a registrare un -30% di emissioni.

A livello di prestazioni, la ricarica dei mezzi avviene in una notte, mediante impianti di ricarica aziendali, dando un’autonomia di 100-120 km.
È però possibile effettuare ricariche parziali, nei momenti di carico e scarico, che accrescono di circa un 30% l’autonomia operativa.

L’obiettivo è sicuramente motivante, ma presuppone un grande sforzo organizzativo che One Express ha scelto di sostenere per portare avanti una politica green che la caratterizza già da anni.

“Si tratta di un passo importante – conclude Mastrofini – perché il passaggio da una distribuzione di ultimo miglio ristretta o specifica per i centri storici a una distribuzione effettuata con mezzi come questi, più estesa quindi rivolta a dare periferiche più ampie, non è un passaggio da poco. Bisogna rivedere i percorsi, considerare le varie caratteristiche dei mezzi, tutta una serie di fattori”.

Considerando le dimensioni del Network One Express, è facile comprendere quale sarebbe l’impatto globale di un simile cambiamento.





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